Il 26 ottobre 1954 Trieste veniva ricongiunta all’Italia, e pochi giorni dopo, il 4 novembre, a celebrare l’evento venne in visita nella città giuliana il presidente Einaudi, accolto da una folla enorme.
In occasione dell’anniversario, è uscito il mese scorso il volume La Jugoslavia e la questione di Trieste 1945-1954 di Federico Tenca Montini, edito da Il Mulino.
Si tratta di un’opera necessaria che va a coprire una lacuna negli studi del Novecento italiano. Come sottolinea Jože Pirjevec nell’introduzione, l’autore, rispetto agli altri storici che si sono occupati della questione giuliana, “ha avuto un vantaggio notevole” (p. 11), ovvero la conoscenza linguistica che gli ha permesso di ricostruire in maniera organica il delicato periodo storico anche sulla base degli archivi jugoslavi.
Adattamento della tesi di dottorato che Federico Tenca Montini ha discusso nel 2018 in cotutela tra gli atenei di Teramo e Zagabria, il testo si presenta diviso in tre sezioni.
La prima parte prende avvio dalla fine del conflitto mondiale fino al noto dissidio tra Stalin e Tito (1948) che rese la Jugoslavia “il paese più isolato al mondo” (p. 127); la seconda analizza i rapporti tra Jugoslavia e blocco occidentale conseguenti a questa data; la terza infine ricostruisce minuziosamente le lunghe (quasi estenuanti!) trattative diplomatiche che portarono alla consegna definitiva di Trieste e della zona A alla repubblica italiana, in seguito alla Nota bipartita dell’8 ottobre 1953 (non sarà un caso che l’uscita del libro sia coincisa con questo fondamentale anniversario storico). Ma Trieste, ci racconta il libro di Tenca Montini, poteva anche seguire un destino completamente diverso.