Giovedì, 28 marzo 2024 - ore 22.30

La strada per un’industria chimica sostenibile comincia dal sole

Team guidato dall’università di Trieste mette a punto un materiale in grado di sintetizzare molecole ad alto valore industriale

| Scritto da Redazione
La strada per un’industria chimica sostenibile comincia dal sole

Lo studio “Light-driven, heterogeneous organocatalysts for novel C-C bond formation toward valuable perfluoroalkylated intermediates”, pubblicato su Science Advances da un team di ricercatori italiani, spagnoli e britannici  illustra  la messa a punto di «un materiale a base di nitruro di carbonio che ha caratteristiche adatte ad un utilizzo per tecniche di fotocatalisi: sfruttando l’energia proveniente da una radiazione luminosa, il materiale attiva reazioni chimiche che portano alla formazione di molecole ad alto valore industriale senza l’utilizzo di metalli tossici e costosi. Si tratta di molecole di grande importanza, perché potenzialmente utili a migliorare le prestazioni dei dispositivi a cristalli liquidi, come gli schermi di PC, TV o smartphone. Evitare l’uso di metalli tossici e costosi e sfruttare la luce solare sono passi avanti importanti verso l’introduzione nell’industria chimica di nuovi processi sostenibili e dai costi moderati.

All’università di trieste, che ha guidato il gteram di ricerca, sottolineano che «I processi di sintesi attivi oggi nell’industria chimica prevedono molto spesso l’utilizzo di catalizzatori, sostanze che intervengono sulla reazione, in modo che possa avvenire alle migliori condizioni di temperatura e pressione. Questi catalizzatori sono, normalmente, molecole o (nano)materiali basati su metalli rari come rodio o iridio, oppure tossici come il cromo. Le moderne ricerche in chimica industriale stanno cercando vie alternative che non prevedano l’utilizzo di metalli. La fotocatalisi è una di queste strade».

Lo studio, sostenuto da finanziamenti pubblici italiani, spagnoli ed europei, è frutto della collaborazione tra un team di ricercatori dell’Università di Trieste guidati da Michele Melchionna, ricercatore universitario, Giacomo Filippini, borsista post-dottorato, Maurizio Prato, professore ordinario di chimica organica e Paolo Fornasiero, professore ordinario di chimica generale e inorganica, e l’Università di Manchester (con il gruppo di ricerca di Carmine D’Agostino), gli istituti ICCOM-CNR di Firenze e IMEM-CNR di Parma (con Lucia Nasi) ed il CIC biomagune di San Sebastian in Spagna.

Prato ricorda che «La nostra società è oggi chiamata a cambiare il suo stile di vita passando a un regime decisamente più sostenibile. Solo così potremo salvaguardare il nostro pianeta e assicurare un livello di vivibilità adeguato alle generazioni future. Su questo l’industria chimica ha una grande responsabilità e sta facendo sforzi enormi per migliorare l’impatto dei processi di produzione, ma non basta. Una delle strade possibili è l’uso della luce solare, una fonte di energia pulita e inesauribile, in grado anche di innescare processi chimici. Con la tecnica che abbiamo messo a punto si utilizzano materiali in grado di assorbire la luce solare e trasformarla in un’altra forma di energia che viene poi convogliata verso le molecole dei reagenti, aiutandoli a trasformarsi nei prodotti finali».

Partendo dal già noto nitruro di carbonio grafitico, i ricercatori hanno prodotto tre materiali di prova – am-CN, red-CN e ox-CN – e, sfruttando le moderne tecniche analitiche, ne hanno studiato le proprietà morfologiche ed elettroniche, trovando risultati incoraggianti per il successivo esperimento di fotocatalisi- Gli scienziati triestini spiegano ancora: «I tre materiali sono stati testati in una reazione modello e l’am-CN ha prodotto i risultati migliori. Ad ulteriore conferma dell’attività di questi materiali, è stato dimostrato che, in loro assenza, la reazione modello non si innesca».

Poi i ricercatori hanno messo a punto un protocollo di sintesi per l’utilizzo dell’am-CN e dicono che «La tecnica proposta permette di ottenere prodotti perfluorurati di grande interesse industriale: composti di questo tipo sono, ad esempio, sfruttati per migliorare le prestazioni dei dispositivi a cristalli liquidi. La reazione avviene a temperatura ambiente e senza l’utilizzo di catalizzatori metallici, sia sfruttando una specifica radiazione proveniente da un led blu, sia sfruttando la radiazione solare, con indubbi vantaggi di praticità e semplicità. Infine l’am-CN si è dimostrato stabile nel tempo, ancora attivo al termine dell’esperimento e quindi riciclabile, caratteristica fondamentale per un futuro utilizzo in industria».

Fornasiero conclude: «Questi materiali necessitano di una precisa struttura chimica e morfologica, e devono anche essere facilmente assemblabili, non tossici e poco costosi. La ricerca, infatti si sta spostando verso l’ingegnerizzazione di materiali a base di elementi facilmente reperibili come il carbonio, che sostituiscano metalli preziosi come platino, oro, argento. La combinazione di energia solare e di elementi semplici come carbonio, azoto e ossigeno, rende un processo industriale poco impattante sull’ambiente e ne abbatte i costi. Le tecniche di fotocatalisi sono una risposta moderna e adeguata all’esigenza sempre più pressante di rendere l’industria chimica più sostenibile».

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