Lunedì, 13 maggio 2024 - ore 23.35

Lago Gerundo

| Scritto da Redazione
Lago Gerundo Lago Gerundo

«Ecco perché il lago, o meglio il mare Gerundo, non è mai esistito, è solo un'invenzione letteraria e storica che ha attraversato i secoli». E Valerio Ferrari, studioso e ricercatore, con all'attivo decine pubblicazioni, ha smontato con il suo ultimo libro una tradizione che durava da 500 anni. Lo ha fatto aprendo 'I mercoledì provinciali', organizzati dalla Provincia e dall'Adafa, in una sala del Consiglio gremita, dove appunto ha presentato i risultati della sua ricerca, raccolti nel libro 'Il Mago Gerundo, tra  mitografia letteraria e realtà geografica', Edizioni Fantigrafica.

Il pomeriggio culturale si è aperto con i saluti istituzionali nei quali si è sottolineata la collaborazione tra Provincia e Adafa avviata già da tre anni e quest'anno perfezionata con l'intervento del settore Cultura e del dirigente Antonello Bonvini. Il presidente dell'Adafa Fulvio Stumpo ha presentato il relatore e il suo libro. «Quando cadono i miti fa sempre un po' male, il territorio ha vissuto per 500 anni con il grande lago e il suo drago Tarantasio, e adesso sappiamo che secondo Ferrari non è mai esistito». Una certezza che allo studioso deriva da 40 anni di ricerche. «È così - ha spiegato Ferrari prendendo la parola, il tutto si è sempre basato su documenti falsi e che traggono in inganno, il mare Gerundo è una leggenda nella quale ci ero cascato anche io, ma alla luce delle mie scoperte e analisi comparate della fonti ebbene si può oggi dire con certezza che non è mai esistito».

Ferrari ha iniziato il suo intervento spiegando in modo tecnico e scientifico come si è formata la Pianura Padana e come i grandi laghi del nord. «La nostra pianura è come un grande piano inclinato che degrada verso il Po, l'acqua sarebbe defluita naturalmente verso il fiume, perché non c'era e non c'è nessuna barriera che l'avrebbe potuta tenere. Un lago delle dimensioni, dal nord di Crema fino alle porte di Cremona, di cui parlano le fonti letterarie sarebbe stato impossibile scientificamente. Ma ci sono le fonti letterarie, alcune delle quali rimandavano perfino a Strabone o a Plinio, ebbene in questi scrittori e storici antichi non esiste nulla che possa rimandare al lago. La prima citazione infatti del mare Gerundo è di Alemanio Fino, storico cremasco che scrive una storia di Crema vissuto nel XVI secolo. È lui che inventa la saga e lo fa perché deve giustificare un miracolo e la santità di San Cristoforo, che nel 1300 prosciuga il lago e fa morire il drago Tarantasio, che mangiava i bambini, un'operazione dunque per sostenere il culto di questo santo, caro ai lodigiani. Da questa prima citazione chiunque abbia scritto di Crema e del Cremonese ha ripreso Alemanio Fino, senza nessuna fonte certa». Ferrari ha concluso affermando che comunque «anche le leggende, sapendole ben definire tali, possono far parte del patrimonio culturale di un territorio».

L'appuntamento con «I mercoledì provinciali' è per il 22 marzo: Carla Bertinelli Spotti converserà su Bartolomeo Sacchi, il Platina, illustre figlio di Piadena.

 

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