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L’archivio del Tribunale di Crema può trovare spazio all’Archivio di Stato di Cremona | A.Bellardi

| Scritto da Redazione
L’archivio del Tribunale di Crema può trovare spazio all’Archivio di Stato di Cremona | A.Bellardi

Caro direttore, mi ero ripromessa di non voler più entrare nella sterile polemica sulla soppressione del tribunale di Crema ma le continue false notizie mi spingono a farlo a tutela anche dell’Amministrazione che rappresento. Come detto più volte non mi interessa disquisire tanto sulla legittimità del provvedimento di chiusura del tribunale cremasco quanto sulla questione archivio.
Vorrei prima sottolineare che ricordare nella storia del tribunale di Crema la triste parentesi dell’Inquisizione (la stessa che bruciava gli eretici o presunti tali e i loro libri), come è stato scritto oggi, mi sembra che non sia il ricordare una grande storia (anzi una storia per la quale la stessa Chiesa ha in parte chiesto scusa).
Il tribunale dell’Inquisizione aveva funzioni ben diverse da quegli organi che gestivano la giustizia nei secoli passati. In più vorrei ricordare che durante il fascismo e precisamente dal 1926 (R.D. 21 ottobre 1926, n. 1890) al 1947 (Decreto legislativo 27 dicembre 1947, n. 1700) il tribunale di Crema era aggregato a quello di Cremona (e quindi a Crema non vi era tribunale).
Ma tutto ciò esula da quello che è il lavoro nel mondo degli archivi.

Sicuramente al signor sindaco di Crema fa buon gioco scaricare i problemi locali di contestazione del provvedimento sulla spesa per la tenuta degli archivi. Concetto che contesto e che ribadisco essere un falso.
Sarebbe sufficiente che il signor sindaco avesse la bontà o forse la buona educazione di interloquire con la scrivente e prendesse in esame le varie proposte che sono state formulate per evitare di far passare nella comunità cremasca (già agitata) notizie non corrispondenti al vero.
Come ho avuto modo di dire anche alla dottoressa Francesca Morandi proprio ieri in tribunale esiste un progetto (ben condiviso anche dalla presidente del tribunale di Crema, dottoressa Marini e dalla dirigente dottoressa Poli) di graduale (ma rapida) dismissione del materiale documentario presente a Crema: parte allo scarto dopo le opportune procedure, parte nel grande deposito di Morimondo e ciò che rimane a Cremona. Ricordo per evitare altre false preoccupazioni che il deposito di Morimondo non è il cimitero degli archivi, è semplicemente un deposito sussidiario gestito dall’Amministrazione archivistica.
L’unica spesa per gli enti locali è quella del trasferimento effettuato da una ditta specializzata e non da semplici facchini (senza nulla togliere).

Il materiale a Morimondo viene catalogato e addirittura elencato attraverso sistemi informatici a codice a barre; ogni territorio ha un suo ben preciso spazio (al territorio cremonese il deposito contrassegnato 10.4). Vorrei, prima di chiudere questo ennesimo sfogo, ringraziare appunto la dottoressa Marini e la dottoressa Poli per l’immane lavoro che stanno facendo e soprattutto per la condivisione delle varie proposte.
Un pensiero (anche se a volte le idee non collimano, ma la discussione è l’unico mezzo per risolvere i problemi) allo staff del Comune di Cremona che in questo momento deve affrontare enormi problemi logistici.

Angela Bellardi
(Archivio di Stato di Cremona)

2013-09-16

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