Professori universitari slovacchi chiedono all’Iran di liberare gli insegnanti baha’i
Oltre ottanta insigni professori universitari hanno invitato il governo iraniano a smettere di perseguitare gli insegnanti e gli studenti baha’i.
L’ex primo ministro slovacco, professor Iveta Radičová, e un ex ministro dell’educazione, professor Ján Pišút, sono fra gli 84 eminenti personaggi che hanno deciso di firmare una lettera aperta, lanciata durante una conferenza stampa a Bratislava lunedì.
La lettera esprime «dispiacere per il trattamento degli studenti e degli insegnanti baha’i in Iran».
«Queste persone sono punite dall’amministrazione statale perché vogliono studiare», dice la lettera.
La lettera è stata scritta in risposta alla vecchia politica del governo iraniano di impedire ai baha’i l’accesso agli studi superiori e ai suoi sforzi sistematici per impedire qualsiasi iniziativa comunitaria informale baha’i per istruire i suoi giovani.
I firmatari chiedono alle autorità iraniane di liberare diversi insegnanti che stanno ora scontando 4 o 5 anni di carcere. Vogliono anche che agli studenti baha’i siano riconosciuti gli stesi diritti all’istruzione che le istituzioni accademiche slovacche riconoscono a ogni studente e insegante «indipendentemente dalla sua tradizione, religione o paese d’origine».
La lettera aperta è stata preparata in collaborazione con il presidente dell’istituto per gli affari pubblici, dottor Gregorij Mesežnikov. Egli ha detto alla conferenza stampa di ieri che ritiene irragionevole che un governo neghi alcuni diritti a un intero gruppo solo perché appartiene a una certa religione.
Appoggiando l’iniziativa, Jitka Spillerová della comunità baha’i slovacca ha detto che i professori universitari «hanno fatto capire al governo iraniano che non può tenere nascoste le ingiustizie che sta perpetrando contro i baha’i del paese e altri intellettuali, neppure a un pubblico che è così lontano geograficamente».
Nel gennaio di quest’anno, il Comitato per gli affari esteri del parlamento slovacco ha emanato un proclama nel quale dice che l’incitamento all’odio da parte del governo iraniano per motivi di religione e di credo è «abominevole». Il proclama inoltre chiede che sia posta fine ai «crescenti sforzi per distruggere la comunità baha’i iraniana».
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http://news.bahai.org/story/925