Sabato, 20 aprile 2024 - ore 11.37

REAL BODIES A LUGANO © Miriam Ballerini

Un evento imperdibile che ci permette di vedere il corpo umano come mai prima d'ora.

| Scritto da Redazione
REAL BODIES A LUGANO © Miriam Ballerini REAL BODIES A LUGANO © Miriam Ballerini

REAL BODIES A LUGANO © Miriam Ballerini

Un evento imperdibile che ci permette di vedere il corpo umano come mai prima d'ora.

Prodotta da Image Exhibitions la mostra è formata da  cadaveri di persone vere, i cui corpi non sono stati reclamati dopo sessanta giorni dalla morte.

Trattati col procedimento della plastinazione, inventata e brevettata dall'anatomopatologo tedesco Gunther Von Hagens; i corpi vengono conservati tramite la sostituzione dei liquidi con polimeri di silicone.

Il processo richiede generalmente 1500 ore e un anno di lavoro.

Oltre a corpi interi, in varie teche troviamo duecento esemplari anatomici umani, per percorrere interamente tutto ciò che fa del nostro corpo una perfetta macchina funzionante.

La mostra è divisa in ampi cubicoli intitolati alle diverse sezioni: studi anatomici – respiro – fame – ritmo – movimento – pensiero – amore – inizio – guarigione.

 Ho passato uno ad uno i vari corpi e, devo ammetterlo, le sensazioni provate sono state molteplici, alcune mi hanno davvero scombussolata, ma non in negativo.

In questa mostra, infatti, non c'è nulla di estraneo a quanto in realtà siamo e riguarda ognuno di noi. Per una persona sensibile come me è stato arduo affrontare il fatto che non fossero manichini, ma persone vere, che hanno vissuto.

Guardavo i loro occhi, le unghie, i tratti somatici, che sono le parti che più fanno comprendere di essere di fronte a corpi reali, oltre alle parti intime.

Messi in posa per rievocare opere d'arte o per permetterci di vedere il lavoro dei muscoli, mai cedono alla caricatura, mancando in qualche modo di rispetto a ciò che sono stati.

Troviamo anche la riproduzione di un ossario, presente nelle catacombe di varie chiese, dove,  le ossa avanzate venivano utilizzate per formare delle opere che onorassero i morti e ricordassero la nostra mortalità.

Ci sono diversi pannelli dove possiamo trovare le varie spiegazioni, sia delle tecniche utilizzate, oppure riguardanti il funzionamento dei nostri organi. Inoltre ci sono anche vari aforismi.

“Siamo esseri, più complessi dei sistemi dentro di noi, più potenti della volontà dei nostri antenati che hanno assicurato che arrivassimo fino ad oggi, più magici dei misteri della nascita e della morte”.

Mentre osservavo la mostra mi sono soffermata a studiare i visi delle persone che, come me, passavano di blocco in blocco: in nessuno ho riscontrato sentimenti di repulsa. In tutti curiosità, attenzione e, soprattutto, silenzio. Un muoversi delicato e attento.

Personalmente sono rimasta colpita dalla sezione della guarigione: qui possiamo osservare le varie protesi che possono venire posizionate all'interno del nostro corpo. Ma anche gli organi come appaiono da malati: dei polmoni sani e quelli, invece, di un fumatore, ad esempio.

 Mi sono bloccata a osservare un pancreas malato e una sezione del cervello invasa da una emorragia cerebrale, perché sono le cause di morte dei miei genitori. È stato davvero incredibile trovarmi di fronte proprio quelle e vedere cosa fossero state in realtà.

Inoltre, la sezione dedicata ai feti fa notare come, anche a soli 5 settimane di vita, si abbia già l'impronta di un bambino. Se ne possono osservare dalle 5 alle 22 settimane di vita. Oltre a piccoli che sono deceduti per difetti congeniti.

Emozionante trovarsi di fronte un cuore umano, l'essenza del nostro essere, la pompa del nostro motore, il contenitore delle nostre emozioni.

 Ultimo aggiunto è  il video riguardante il covid, cosa sia e quali cause abbia a breve e lungo termine sul nostro corpo.

Un viaggio all'interno del corpo umano che può rispondere a ogni curiosità, portandoci laddove non pensavamo di poter giungere.

La mostra proseguirà fino al 20 febbraio 2022 presso il centro esposizioni di Lugano.

Per info: www.realbodies.ch  

© Miriam Ballerini

© Foto di Aldo Colnago

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