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L'importanza delle badanti. Ricerca Spi-Cgil Lombardia

| Scritto da Redazione
L'importanza delle badanti. Ricerca Spi-Cgil Lombardia

Sono oltre 800mila, una colonna portante del sistema di assistenza domiciliare alle persone anziane. Eppure, il loro lavoro non si integra con i servizi pubblici. Una ricerca dell'Ires per lo Spi della Lombardia mette in evidenza le criticità del fenomeno
Si stimano in circa 800.000 quelle presenti oggi nel nostro paese e rappresentano uno dei più importanti flussi migratori mai registrati. Per la maggior parte sono donne, che vivono con anziani con problemi di non autosufficienza. Per loro le famiglie italiane spendono circa dieci miliardi di euro l’anno. Sono le assistenti familiari, più comunemente note come badanti, ormai un pilastro, nel nostro paese, del sistema di assistenza domiciliare, in particolare agli anziani non autosufficienti. A questa particolare categoria di lavoratrici lo Spi Cgil della Lombardia ha dedicato una ricerca, curata dall'Ires Cgil e un convegno. Al centro, il tema del ruolo della badanti in rapporto con il sistema dei servizi nella cura degli anziani.

Dallo studio, curato dalla ricercatrice Lucia Morosini, emerge con chiarezza come la carenza di servizi pubblici sia una delle cause che hanno portato alla diffusione dell’impiego di badanti da parte delle famiglie. “Ma invece di andare a integrare tali carenze con i servizi di assistenza privata a domicilio – scrive Morosini - questi sembrano scorrere su due binari paralleli. E’ necessario quindi che il sistema di assistenza agli anziani non autosufficienti, basato in Italia sulla triade famiglia-assistente familiare-servizio pubblico, applichi soluzioni tali da garantire una efficace integrazione tra le parti”.

Per Claudio Dossi, segretario dello Spi Cgil della Lombardia, “il radicarsi del fenomeno del badantato nel nostro paese ha contribuito in parte alla modifica strutturale del modello di welfare sociale. Sempre più i servizi alla persona presenti sul territorio si sono riadattati a collaborare con queste figure, in quanto le badanti coprono ormai la fase di età più avanzata delle persone fragili, il che coincide con la cura di pazienti con patologie sempre più complesse. Per questo – conclude Dossi – la formazione delle badanti diviene quasi una necessità ineludibile”.

Nel nostro paese attualmente risiedono 12.370.822 anziani con più di 65 anni, pari al 20,8% della popolazione italiana, mentre gli anziani con più di 80 sono 3.656.285, rappresentanti il 6,2% (Istat, 2012). Il 27% degli anziani con più di 65 anni vive da solo, corrispondente a 3 milioni e 300 mila persone. Cifre aumentate nel corso degli ultimi anni, e destinate ad aumentare secondo le stime dell’Istat.

Secondo alcune stime recenti sarebbero presenti oggi in Italia 830.000 badanti, comprendenti sia coloro che lavorano in posizione regolare che irregolare, il 90% delle quali di origine straniera pari a 747.000 lavoratrici. Sempre secondo le stesse stime circa il 40% delle assistenti familiari presenti in Italia lavorerebbe con un regolare contratto di lavoro, mentre il 36% pur essendo regolarmente presente nel nostro paese lavora in nero e il 26% lavora e risiede irregolarmente nel nostro paese.

Nella sola Lombardia operano in modo regolare 129.240 assistenti familiari. Più della metà di loro opera e risiede nella sola provincia di Milano (54%) seguita da Brescia (12%), Bergamo (7%) e Varese (6%). L’81% di questi lavoratori è composto da donne, pari a 105.228 unità.

In merito alle ore di assistenza giornaliera prestata, circa la metà delle assistenti familiari forniscono cure per più di 13 ore al giorno, mentre la restante metà si divide in modo equo in orari compresi tra le 5 e le 8 ore al giorno e le 9 e le 12 ore. Rispetto alla retribuzione percepita, un terzo delle assistenti intervistate durante l’indagine si colloca nella fascia di stipendio mensile tra i 750 e gli 800 euro.

“Il sistema residenziale – ha detto nelle sue conclusioni il segretario generale dello Spi Lombardia, Stefano Landini - deve diventare un sistema integrato capace di fornire servizi più flessibili a partire dal domicilio del paziente, prevedendo per esempio momenti della giornata dove la persona anziana possa soggiornare per esempio presso centri diurni , oppure attivando i posti letto per esempio per post acuti, dove sia possibile effettuare cure più complesse fuori però dalle strutture ospedaliere”.

“Tutto questo – ha aggiunto Landini - chiaramente chiama alla rivisitazione dell’attuale sistema sociale, ma soprattutto come abbiamo visto di quello sanitario, riteniamo oggi a maggior ragione visti gli scandali anche recenti che sia necessario un efficentamento della spesa sanitaria che non può tradursi semplicemente come sta facendo la Regione in una riduzione dei posti letto o delle ASL ma che più correttamente dovrebbe trasformarsi in una lotta agli sprechi per esempio attraverso l’appropriatezza della cura , la riduzione dei ticket la definizione con le realtà locali dei piani di cura territoriali”.

“Tutto questo – ha concluso il segretario Spi - permetterebbe di avere sufficienti risorse per ridefinire anche il ruolo delle badanti e produrre anche da noi quei fenomeni virtuosi già visti in Francia e in altri paesi europei”.

Fonte: http://www.rassegna.it/articoli/2013/12/2/107129/limportanza-delle-badanti

2013-12-03

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