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Lnews Lombardia Sanità: minori in difficoltà e famiglie affidatarie nei provvedimenti approvati in Commissione

Milano, 5 febbraio 2020 - Minori in difficoltà e famiglie affidatarie sono i temi oggetto di due distinti documenti su cui la Commissione consiliare Sanità, presieduta da Emanuele Monti (Lega), ha espresso oggi a maggioranza parere favorevole

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Lnews Lombardia  Sanità: minori in difficoltà e famiglie affidatarie nei provvedimenti approvati in Commissione

Lnews Lombardia  Sanità: minori in difficoltà e famiglie affidatarie nei provvedimenti approvati in Commissione

Milano, 5 febbraio 2020 - Minori in difficoltà e famiglie affidatarie sono i temi oggetto di due distinti documenti su cui la Commissione consiliare Sanità, presieduta da Emanuele Monti (Lega), ha espresso oggi a maggioranza parere favorevole.

Il primo provvedimento, illustrato da Federico Romani (FI), riguarda l’Evoluzione della rete di unità d’offerta per i minori in difficoltà. In particolare, il documento prevede l’istituzione di una nuova unità d’offerta a carattere diurno, denominata Servizio Educativo Diurno. Tale servizio si articola in due tipologie: Comunità educativa diurna e Centro diurno educativo, rivolta a bambini e ragazzi a rischio di esclusione sociale che necessitano di supporto educativo diurno per poter vivere nel proprio contesto familiare e sociale.

La logica che ha ispirato il provvedimento nasce dalla necessità di erogare sempre di più risposte personalizzate, incrementando la flessibilità delle unità d’offerta, soprattutto in riferimento agli Alloggi per l’autonomia e alle Comunità educative che ospitano adolescenti, in particolare 17enni e giovani adulti.

Per quanto riguarda la nuova unità di offerta, il Servizio educativo diurno, in collaborazione con i servizi sociali territoriali, intende rispondere non solo al bisogno, ma anche al diritto del minore a vivere presso la propria famiglia d’origine. Diritto alla protezione, alla tutela e all’accompagnamento alla crescita da parte di figure di riferimento stabili sono le finalità principali. Misure che tendono anche a individuare e contenere i fattori di rischio che portano a comportamenti anti-sociali, all’insuccesso scolastico, all’emarginazione. A tale unità di offerta si fa riferimento anche in fase di reinserimento presso il proprio nucleo familiare di minori provenienti da esperienze di accoglienza in comunità o di affido etero familiare, promuovendo percorsi di giustizia riparativa anche legati alla messa alla prova (MAP) e di inserimento sociale educativo.  

Il secondo documento, illustrato da Gigliola Spelzini (Lega) istituisce la rete delle famiglie affidatarie, come sollecitato da una mozione approvata dal Consiglio e che ha impegnato la Giunta regionale a riconoscere, nell’ambito dell’affido dei minori, le reti di famiglie sostenute da una equipe professionale. Da una ricognizione effettuata dalle ATS e dalle Reti/Associazioni del Terzo settore a supporto dei servizi per l’affido è emersa la presenza di circa 50 reti familiari e associazioni che possono garantire équipe professionali.

Il provvedimento declina nello specifico i requisiti soggettivi, oggettivi e strutturali nonché le azioni professionali di sostegno alle famiglie affidatarie realizzate dall’equipe multidisciplinari, permettendo il loro riconoscimento all’interno della rete regionale dei servizi.

I due documenti tornano ora all’esame della Giunta regionale per l’attuazione definitiva.

La Commissione consiliare Sanità ha quindi proseguito nella discussione del provvedimento  per gli asili nido, all’interno del gruppo di lavoro coordinato da Alessandra Cappellari (Lega).

I requisiti e le problematiche degli operatori socio sanitari (OSS) e degli ausiliari socio assistenziali (ASA), e il Piano socio sanitario integrato sono invece, stati al cento di alcune audizioni.

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