«L’emendamento a prima firma Parente sulla Dis-Coll non ha subito alcuna bocciatura da parte del Governo, ma è stato ritirato in attesa di verificare tutte le necessarie coperture, atte a garantire la continuità nell’erogazione della prestazione». Lo chiarisce Luciano Pizzetti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, dopo che questa mattina si era diffusa la notizia che non fosse più possibile per i collaboratori ricevere l’indennità di disoccupazione Dis-Coll istituita in via sperimentale nel 2015 dal Governo Renzi con il Jobs act per gli eventi verificatesi nel 2015 e prorogata per il 2016.
«La questione della tutela dei lavoratori coordinati e continuativi è all’attenzione del Governo in via prioritaria - precisa Pizzetti - con l’impegno di trovare una soluzione all’interno del Milleproroghe, da rendere poi strutturale attraverso altri provvedimenti già all’esame del Parlamento».
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Che cos’è Dis-Coll
La misura varata nel 205 prevedeva che fosse corrisposta mensilmente per la metà dei mesi di contribuzione presenti nel periodo compreso tra il 1° gennaio dell’anno solare precedente l’evento di cessazione del rapporto di collaborazione e l’evento stesso (con almeno tre mesi di contribuzione accreditata) fino a un massimo di sei mesi. La fruizione dell’indennità Dis-coll non dava diritto alla contribuzione figurativa. La misura della prestazione era pari al 75% del reddito medio mensile se inferiore all’importo di 1.195 euro. In ogni caso l’importo dell’indennità non poteva superare la misura massima mensile di 1.300 euro per l’anno 2015, rivalutato annualmente.