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Milano.Civica Scuola Primaria.Lo scambio di lettere Assessore e Genitori

| Scritto da Redazione
Milano.Civica Scuola Primaria.Lo scambio di lettere Assessore e Genitori

In data 21 marzo l'Assessore Cappelli ha inviato ai genitori della Scuola Civica di Via San Giusto una lettera per spiegare l'orientamento dell'Amministrazione nei confronti della scuola. In allegato trovate la lettera e la risposta dei genitori.
I genitori della Civica Scuola Primaria
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Per la lettera ai genitori dell'Assessore Cappelli clicca qui

http://www.welfarenetwork.it/images/nuoveimm/allegati2/milano-lettera-assessore-cappelli-21-marzo 2013.pdf

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La lettera dei genitori della Civica Scuola Primaria
all'Assessore Cappelli

Egr. Sig.
Assessore Francesco Cappelli
Ogg: Sua lettera ai genitori della Civica Scuola Primaria di Educazione allo Sport e alla Musica

Egregio Assessore,
Leggendo la Sua lettera la prima cosa che ci colpisce è che Lei sembra voler prendere subito le distanze dalla Civica Scuola Primaria di Educazione allo Sport e alla Musica (che a noi piace chiamare “La S. Giusto”); una scuola che ancora non conosce, ma che definisce, scrivendo ai genitori, “la Vostra scuola”. Perché “vostra”? Sarebbe più giusto che Lei dicesse “nostra” o magari anche “mia”! Questa scuola è prima di tutto del Comune di Milano, Lei rappresenta il Comune ma questa scuola già sembra non appartenerle, sembra già non volersene interessare. È una presa di distanze che ci induce a pensare che non vi sia volontà di approfondire la conoscenza di una scuola alla quale il Comune ha dato tanto, ma dalla quale ha ricevuto ancora di più in termini di immagine e di esempio di buona amministrazione. Perché questo distacco?
Per il principio dell’autonomia scolastica ogni scuola di Milano è diversa dalle altre, ogni scuola a modo suo e per le sue caratteristiche è un unicum, quindi non vediamo nulla di anomalo nel fatto che lo sia anche la S. Giusto. Quanto alla connotazione di “irripetibilità” che Lei le attribuisce, se consideriamo che questa esperienza non è partita da premesse e condizioni eccezionali, bensì si è sviluppata e ha prosperato nel normale tessuto sociale di un quartiere cittadino, davvero non capiamo perché non possa essere ripetuta, qualora ovviamente ve ne fosse la volontà politica.
La realtà scolastica milanese è ricca di una moltitudine di uniche, diversificate e (forse) irripetibili esperienze. Qualche esempio? Casa del Sole, Scuola Montessori, Rinnovata Pizzigoni, San Giusto, Monte Baldo, Manara, et al. Forse Lei intende spazzare via le notevoli differenze che danno tanto valore al nostro patrimonio scolastico? Non crediamo che Lei sia favorevole a un livellamento e a un’omologazione dell’offerta scolastica, sia perché conosciamo il suo importante curriculum, sia perché la diversità è il sale di una società civile e sviluppata.
La scuola di qualità non è un merito da acquisire o da conquistare, è un diritto di ogni bambino, quindi anche dei nostri, e i diritti sono inalienabili. Noi peraltro vogliamo difendere il diritto di tutti i cittadini milanesi di continuare ad usufruire di un’esperienza scolastica di qualità, unica come lo sono tutte le altre.
Siamo inoltre profondamente irritati dal fatto che si voglia ancora nascondere ai cittadini milanesi la realtà della chiusura dietro la parola “trasformazione”. Ad oggi e per i prossimi 6 anni a Milano esiste ed esisterà la Civica Scuola Primaria di Educazione allo Sport e alla Musica, ma tra 6 anni non sarà più così. La scuola Civica Primaria, con una lenta agonia, senza più progettazione e proiezione nel futuro, in 6 anni sarà morta. I bambini, nel frattempo, non avranno frequentato la scuola così come la conoscono oggi, perché avranno vissuto in un ambiente formativo che ogni anno perde 4 delle sue figure di riferimento, e assieme a loro perde la sua capacità e possibilità di proiettarsi nel futuro.
Non sono i muri o l’indirizzo su google maps che consentono di dire che la scuola è la stessa ma trasformata. Il Comune può chiamarla come meglio gli aggrada, ma nei fatti questa è una dismissione.
Ciò detto, proviamo comunque, con notevole sforzo, a credere che la S. Giusto possa essere trasformata e analizziamo gli elementi della trasformazione.
Che cosa si trasformerà?
•Nel giro di 6 anni, nessuna delle insegnanti comunali oggi in organico sarà più nella scuola, il corpo docenti sarà completamente diverso, senza che nel frattempo vi sia stato un passaggio di consegne degli aspetti didattico-educativi caratterizzanti la scuola civica.
•Le docenti statali della succursale, che faranno parte del Collegio Docenti della scuola statale di riferimento, adotteranno verosimilmente il POF di quest’ultima.
•Gli specialisti della Civica, che ora coprogettano con le insegnanti di classe e lavorano su 10 classi, dovranno iniziare a lavorare sulle classi civiche rimanenti nonché sulle statali entranti e sulle altre classi statali del plesso. È evidente che l’offerta formativa degli specialisti non potrà in alcun modo essere la stessa: gli specialisti rimangono quelli, le classi si raddoppiano se non di più, la qualità del servizio si deteriora.

In conclusione, una scuola in cui cambiano i docenti, la didattica, il POF, e l’offerta degli specialisti, possiamo dire che è trasformata? No, sarà stata semplicemente soppiantata da una scuola diversa, che nulla ha a che fare con quella originaria.
Un cambiamento dell’intero corpo docente, senza che vi sia stata alcuna condivisione di progettazione e di esperienze, non può lasciare traccia del suo vissuto e delle sue competenze professionali.
Per rassicurarci che le considerazioni di cui sopra non sono frutto della nostra fantasia, gradiremmo ci rispondesse con un progetto ben definito e dettagliato, che delinei tempi, modalità, controlli intermedi e misurabilità dei risultati, e che ci dimostri che le nostre considerazioni sono pessimistiche.
Un accordo generico di apertura di classi statali con l’Ufficio Scolastico Territoriale (del quale peraltro, dopo 6 mesi alla data di oggi, non abbiamo alcun riscontro scritto) non fuga alcuno dei dubbi sopra espressi, ma anzi contribuisce a far sorgere ulteriori perplessità:
1.Con che sicurezza può il Comune affermare che la scuola statale di riferimento aprirà 2 sezioni distaccate in Via San Giusto? Il numero delle sezioni non dipende forse dal numero delle iscrizioni? Venendo meno queste ultime, quali classi potranno mai essere avviate?
2.Se ciò che verrà proposto come offerta scolastica ai genitori per il 2014 non genererà in questi sufficiente fiducia per iscrivere i propri figli, cosa accadrà in Via San Giusto? Non potrebbe essere dismessa la sede, dimostrando che i nostri timori erano fondati e che il Comune nel frattempo avrà dissipato il patrimonio (pubblico) di una realtà scolastica efficace, efficiente e di successo?

Siamo sinceramente sorpresi che, dopo quasi anno che il Comune ragiona sulla dismissione della Scuola Civica, Lei non abbia nella Sua disponibilità tutto ciò che Le serve per verificare gli aspetti didattici, formativi ed educativi della scuola S. Giusto, nonché la documentazione comprovante gli effettivi costi della stessa. I tecnici dell’Amministrazione dovrebbero a questo punto aver già effettuato un’attenta analisi dei costi/benefici di questa operazione, attraverso una valutazione delle singole voci di spesa e di risparmio, nonché delle possibilità di ricollocazione del personale.
Noi chiediamo di poter vedere questi documenti da più di 6 mesi, senza avere ottenuto un riscontro. Che cosa dobbiamo pensare? Che non ci sono? Che queste valutazioni non sono state fatte? O che il loro esito dimostra che non vi è alcun vantaggio economico nel dismettere la Scuola ed è meglio che questo non si sappia? Ci aiuti a uscire dal campo delle ipotesi, ci dica con trasparenza come stanno le cose; non è forse nostro diritto in quanto contribuenti sapere come l’istituzione comunale di Milano amministra per nostro conto le nostre risorse?
Non ci è chiaro come possa essere un elemento decisivo nella Sua valutazione il “verificare l’effettiva diversificazione dell’utenza”. Come è possibile valutare l’utenza? I bambini di una scuola non si valutano e non si scelgono. Fino a prova contraria l’utenza è formata da coloro che desiderano iscriversi ad una scuola (è l’utenza che sceglie una scuola e non viceversa!). Gradiremmo inoltre conoscere il criterio (o i criteri) che applicherà per valutare la “diversificazione” di cui parla: quantità, diversità e peso dei gruppi etnici presenti? Reddito delle famiglie di origine? Altro?
Le Sue affermazioni ci inducono a dedurre che, se ritiene necessario valutare gli utenti, secondo Lei ne esisterebbero di più meritevoli rispetto ad altri. Ci permettiamo quindi di chiederle se ritiene che esistano utenti per cui vale a priori la pena di spendere i soldi della collettività e altri che invece (sempre a priori) non meritano questo sforzo. Se così fosse, vorremmo tornare a ribadirle che i diritti sono inalienabili, non vanno conferiti discrezionalmente a dei non meglio definiti meritevoli.
Noi genitori della Civica Scuola Primaria chiediamo di poterla incontrare quanto prima, perché i punti oscuri di questa situazione sono davvero troppi e non possiamo pensare di attendere altri 3 mesi. Chiediamo altresì che in occasione di questo incontro il Comune sia pronto a sostenere e giustificare con riscontri oggettivi e misurabili la sua decisione di dismettere la scuola civica.

Cordiali saluti
I Genitori della Civica Scuola Primaria
di Educazione allo Sport e alla Musica

Francesca Trevese,Roberto Panzera,Paola Negri,Anna Tonus,Marco Motola,
Milano, 29 marzo 2013

 

 

 

 

 

 

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