Martedì, 19 marzo 2024 - ore 09.37

Museo di Predappio: un progetto elaborato senza la partecipazione del territorio.

Museo di Predappio: un progetto elaborato senza la partecipazione del territorio. Riteniamo sia stato un errore non coinvolgere nella progettazione e realizzazione del cosiddetto “museo sul fascismo” le realtà associative, culturali e sociali, del territorio forlivese e romagnolo.

| Scritto da Redazione
Museo di Predappio: un progetto elaborato senza la partecipazione del territorio.

Come noto, l’Ex Casa del Fascio e dell’Ospitalità di Predappio è oggetto  di un piano di recupero e rifunzionalizzazione che, secondo il progetto  iniziale, dovrebbe portare alla realizzazione di un Centro di  documentazione e ricerca sulla storia del Novecento e, nell’ambito di  esso, di una Esposizione permanente relativa alla storia d’Italia nel  ventennio fascista con attenzione alla dimensione europea.

In realtà, le risorse fino ad ora raccolte permettono di mettere in  cantiere solo la seconda parte del progetto, ovvero quella  espositiva/museale. Della realizzazione del Centro di documentazione e  ricerca non vi è, al momento, alcuna certezza.

Nel corso del 2016, il progetto scientifico e museografico dell’Esposizione  permanente è stato commissionato dal Comune di Predappio all’Istituto per  la Storia e le Memorie del Novecento Parri Emilia-Romagna di Bologna. Sono  stati nominati un comitato scientifico e un gruppo di lavoro, dove non  hanno voce, in nessun modo, le realtà associative, culturali e sociali,  del territorio forlivese e romagnolo.

La consegna del progetto esecutivo è avvenuta nei primi mesi del 2017 e il  progetto stesso è stato presentato in conferenza stampa a Roma in queste  ultime settimane.

 La realizzazione dell’Esposizione permanente dovrebbe iniziare nei prossimi mesi ed aprire al pubblico nel gennaio 2020.

Rileviamo che l’intera operazione è stata portata avanti con una impronta d irigista da un pugno di persone, senza che si aprisse un confronto  costruttivo con il territorio, sull’impostazione e i contenuti del “museo”  e sul contesto, particolarmente delicato, in cui esso sorgerà.

Pochi giorni fa, il 28 ottobre, circa 2.000 fascisti, la maggior parte in  camicia nera, hanno sfilato per Predappio, riempiendo poi tutti i  ristoranti della vallata. Appare grave la noncuranza con cui  amministratori e progettisti continuano ad affrontare il problema del  contesto in cui il “museo” nascerà.

In queste condizioni, il progetto di centro di documentazione, anziché  essere una risorsa per lo sviluppo culturale e sociale del Forlivese e  della Romagna, una opportunità di crescita per studenti e ricercatori  italiani e stranieri, rischia di essere un clamoroso autogoal servito su  un piatto d’argento a un turismo di nostalgici e di “curiosi”.

Le realtà associative e culturali firmatarie di questo comunicato  avrebbero potuto e voluto dare suggerimenti e indicazioni, porre in  evidenza criticità e contraddizioni, se ci fosse stato un confronto  democratico e plurale.

Ma così non è stato, e non abbiamo quindi  intenzione di farci carico, o avallare con il silenzio, una condotta che  non ci convince e che troviamo pericolosa.

Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea di  Forlì-Cesena; Fondazione Alfred Lewin, Forlì; Associazione Mazziniana  Italiana, Forlì; ANPI, Forlì-Cesena; CGIL Forlì; UDU; Associazione Luciano Lama.

1676 visite

Articoli correlati

Petizioni online
Sondaggi online