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No taser Pistola elettrica nelle carceri: mettete dei fiori nei vostri cannoni di Carmelo Musumeci

Se è vero che il bene fa ampliare il bene e il male fa aumentare il male, il carcere dovrebbe fare più bene che male.

| Scritto da Redazione
No taser Pistola elettrica nelle carceri: mettete dei fiori nei vostri cannoni di Carmelo Musumeci

No taser Pistola elettrica nelle carceri: mettete dei fiori nei vostri cannoni di Carmelo Musumeci

Se è vero che il bene fa ampliare il bene e il male fa aumentare il male, il carcere dovrebbe fare più bene che male.

La prigione in Italia è un mondo ignoto per tutti coloro che sono liberi e alcune persone ci tengono a non far conoscere l’inferno che hanno creato e che è mal governato. Qui fuori molti non sanno che la maggior parte dei detenuti vive come pezzi di legno accatastati in cantina. Alcuni vegetano. Altri si tagliano nel corpo e nell’anima. La verità è che nella stragrande maggioranza dei casi si vive, come cani ciechi in un canile, con spazi ridotti, una non vita in totale assenza costante d’intimità, d’intrattenimento, di cultura, d’affetto. Purtroppo certe persone più che recuperare il detenuto lo vogliono eliminare, distruggere, coprirlo vivo di sbarre e cemento. Una buona parte dei nostri politici dichiara che la terra è quadrata, che l’ergastolo in Italia non lo sconta nessuno, che le carceri italiane sono alberghi a cinque stelle, che nel nostro paese in carcere vieni talmente educato che quando esci, a parte quelli che nel frattempo si sono impiccati nelle sbarre della loro finestra, non ci ritorni. Alcuni dichiarano persino che un certo tipo di carcere duro serve per difendersi dalla criminalità, anziché ammettere che la producono. E molti ci credono, perché pochi li smentiscono, dato dal carcere arrivano solo notizie e non informazione. Uscire da una cella dopo 27 anni di carcere e sentire certe dichiarazioni: Pensiamo di dare in dotazione le pistole elettrica alla Polizia penitenziaria perché pensiamo che potrebbero essere molto utili per tenere l'ordine nelle carceri, mi fa cadere le braccia e il cuore per terra. Già così com’è il carcere oggi in Italia produce solo tanta recidiva, adesso ci manca che diventi anche un far west.

Ho sempre pensato che la galera rinchiuda molte persone di cui il mondo avrebbe bisogno fuori e lascia liberi certi politici che avrebbero bisogno di conoscere le nostre carceri dal di dentro, per poi fare delle buone leggi. È vero, alcuni politici con le loro dichiarazioni raccolgono voti a valanga, approfittano della buona fede di chi li vota. ma fanno finta di non sapere che quando un prigioniero sconta una pena cattiva e disumana uscirà fuori più criminale di prima. L’ordine nelle carceri non migliorerà mai con la pistola elettrica, ma si potrebbe ottenerlo con più pene alternative, con formazione professionale, lavori di pubblica utilità, scuole, libri, telefonate libere a casa, colloqui affettivi, vale a dire tanto affetto sociale e amore familiare.

Spesso nei cuori dei cattivi si nasconde tanto amore e per farli ritornare sulla retta via basterebbe veramente poco, basterebbe amarli.

Sono fortemente convinto che l’unico trattamento che potrebbe davvero cambiare le persone è quello che prevede di amarle, perché l’amore è la migliore delle medicine per far guarire i cattivi. Peccato che certi politici non conoscano questa medicina.

Dimenticavo, in carcere non ci sono alberi, foglie, erba, in carcere non c’è vita, penso che per iniziare a migliorare la vivibilità dei prigionieri si potrebbe incominciare a mettere dei fiori nelle sbarre delle loro finestre.

Carmelo Musumeci, Settembre 2018

Carmelo Musumeci è nato nel 1955 in Sicilia. Condannato all’ergastolo, è ora in liberazione condizionale presso una Casa Famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da Don Oreste Benzi.

Entrato in carcere nel 1991 con licenza elementare, oggi ha 3 Lauree. Dal 1992 al 1997, mentre è all’Asinara in regime di 41 bis, riprende gli studi e da autodidatta termina le scuole superiori. Nel 2005 consegue la prima Laurea in Scienze Giuridiche, con una tesi in Sociologia del diritto dal titolo “Vivere l’ergastolo”, relatore Prof. Emilio Santoro.

Nel Maggio 2011 si è laureato in Giurisprudenza all’Università di Perugia, con una tesi dal titolo “La ‘pena di morte viva’: ergastolo ostativo e profili di costituzionalità”, con relatore il Prof. Carlo Fiorio, docente di Diritto Processuale Penale, e Stefano Anastasia, ricercatore di Filosofia e Sociologia del Diritto e Presidente onorario dell’Associazione Antigone per la difesa dei diritti dei detenuti.

Il 16 Giugno 2016 si è laureato in Filosofia, con votazione 110 e lode, presso l'Università degli Studi di Padova, discutendo la tesi “Biografie devianti” relatrice Prof.ssa Francesca Vianello.

Promuove da anni una campagna contro il fine pena mai, per l’abolizione dell’ergastolo.

Nel 2007 ha conosciuto don Oreste Benzi e da allora anni condivide il progetto con la Comunità Papa Giovanni XXIII.

Nel sito che porta il suo nome www.carmelomusumeci.com  sono state raccolte oltre 30.000 Firme contro l’ergastolo.

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