LA SUA FURBIZIA, DIALETTICAMENTE POPULISTA, E’ BERLUSCONISMO AUTENTICO !
Al popolo, magari di statura intellettuale precaria, fa piacere sentire quanto dice Matteo Renzi perché, le sue parole ad effetto, incarnano due sensazioni. La prima, perché dette parole sono dette a quel modo, e cioè con furbesca arte fiorentina che non trovano ostacoli all’ingresso nei padiglioni auricolari di coloro che non le sanno dire bene come invece sa fare lui (e fra questi mi ci metto anch’io), la seconda invece interpreta il sapore di uno sfogo represso che gli Italiani custodiscono nel loro “io” ma che, non essendo essi parte attiva nella politica, vorrebbero poter dire anche loro a quel modo ma non hanno titolo e capacità per farlo, non accorgendosene, e qui casca l’asino, che le parole, belle o brutte che siano, si lasciano dire, condite da quell’illusionismo dialettico che fa parte dei…medium, i quali, alla fin fine, come li definisce Wikipedia su Google, si identificano con la nomea di ciarlatani, di illusionisti, a cui non si può non affibbiare poi, a seguito delle loro ingannevoli performances, l’epiteto grave di truffatori.
Ciò, sicuramente non riguarda Renzi, ma se la sua campagna elettorale poggia solo su belle parole nonché su tre-quattro esigenze politiche che richiedono tutti (legge elettorale, bene dell’Italia, senato delle regioni, e cambio della politica) allora la sua appetibile dialettica assume il nome di demagogia alla Berlusconi, realtà che si differenzia da Renzi solo perché l’uomo di Arcore volava alto (Ponte sullo Stretto, Tav, Mose, autostrada Reggio Calabria e qualcuno (Brunetta) voleva anche la…translagunare a Venezia ed altre…
Per volare alto, Renzi invece intende dire “fregare il posto a Enrico Letta. Almeno a mio giudizio.
A costo di ripetermi, io penso che Cuperlo abbia idee più con i piedi per terra quando parla di perequazione della ricchezza, se vuoi anche con qualche patrimoniale. Infatti, i ricchi di oggi sono diventati tali solo e soltanto perché hanno approfittato della debolezza degli altri, raddoppiando con il cambio dell’euro i loro patrimoni a danno delle fasce a reddito fisso (impiegati, operai, pensionati) i quali, a loro volta, sono stati costretti ad intascare le stesse ed identiche entrate fisse che improvvisamente sono diventate la metà ( 1 euro = 1000 lire anziché 2000). Ecco perché una piccola patrimoniale potrebbe trovare una qualche giusta giustificazione di natura perequativa.
Renzi non parla mai di queste cose, Cuperlo invece tocca spesso questi ragionamenti in chiave sociale (di Civati, in pratica fuori gara, non parlo se non per dire che è persona seria ed onesta come tanti altri), per cui c’è da aspettarsi, sulla base di quanto ho detto, che il Sindaco di Firenze finisca per rompere l’equilibrio del Pd mettendo “l’un contro l’altro armati”, dando campo libero a quel berlusconismo che ha tenuto immobile per 20 anni il paese, danneggiandolo in modo grave ed irrimediabile, realtà che potrebbe verificarsi con il sindaco di Firenze se questi non andrà al sodo dei problemi, senza emulare il mondo dei…medium.
Spero di no, ma nell’arco di due-tre settimane, ne vedremo delle belle a questo proposito, non esclusa la tenuta del governo. Perché Alfano è più furbo di Renzi. E fors’anche di Letta.
ARNALDO DE PORTI
2013-12-03