Sabato, 04 maggio 2024 - ore 03.57

Obama a Varsavia ridà fiducia all'Europa

I giorni degli imperi e delle aree di influenza sono finiti -ha dichiarato Obama- la Polonia non sarà mai più sola

| Scritto da Redazione
Obama a Varsavia ridà fiducia all'Europa

Il Presidente degli Stati Uniti d'America promette un miliardo di Dollari per rafforzare la presenza a turni di forze militari NATO a difesa dei confini dell'Europa Centrale, minacciata dalle provocazioni militari di stampo imperialista della Russia di Putin. Oltre alla difesa, gli USA hanno invitato l'Unione Europea anche ad accelerare la creazione di una Zona di Libero scambio transatlantica

Parole così forti, tanto inaspettate quanto gradite alle orecchie dei polacchi, dei popoli dell'Europa centrale, e di chi si batte per il sostegno della democrazia nel Mondo, non si erano mai udite dalle labbra del Presidente degli Stati Uniti d'America, Barack Obama, che, a Varsavia, nella giornata di mercoledì, 4 Giugno, ha rafforzato l'impegno statunitense per la sicurezza e la difesa dell'Europa.

A conclusione della due giorni polacca, organizzata in occasione del 25 anniversario delle Elezioni del Giugno 1989 -che, con la vittoria di di Solidarnosc, hanno portato all'inizio della fine del regime sovietico- il Presidente USA ha apprezzato il contributo che, sopratutto la Polonia, ha saputo dare allo sviluppo della Democrazia e della Libertà: una presa di posizione importante, che ha rafforzato l'alleanza tra gli USA e il Paese che più di tutti sente oggi minacciata la propria sicurezza nazionale in seguito all'aggressione militare della Russia all'Ucraina.

"I giorni degli imperi e delle aree di influenza sono finiti -ha dichiarato Obama- la Polonia non sarà mai più sola, e con essa anche l'Estonia, la Lettonia, la Lituania e la Romania. Non sono parole al vento, ma un impegno concreto. Noi non minacciamo nessuno, ma intendiamo garantire la sicurezza nazionale di Paesi nostri amici".

Il discorso di Obama in Piazza del Castello a Varsavia, pronunciato in maniera impeccabile, con l'accento e l'intonazione posta sulle parole giuste, è stato anticipato da una giornata di incontri con i Capi di Stato dei Paesi dell'Europa Centrale, a cui il Presidente USA ha promesso lo stanziamento da parte del Congresso di un miliardo di Dollari per garantire una presenza più consistente dei reparti di difesa statunitensi a tutela dei confini orientali dell'Unione Europea.

"Allargheremo l'ambito delle nostre esercitazioni e dell'addestramento con i nostri alleati -ha dichiarato Obama durante l'incontro con i Presidenti di Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e Romania- aumenteremo la presenza del personale militare statunitense, dell'aviazione USA e della flotta, che stazioneranno a rotazione in Europa Centrale. Rafforzeremo poi la nostra collaborazione con i nostri amici di Ucraina, Moldova e Georgia, da cui proviene una richiesta di tutela della loro sicurezza".

Infine, degno di nota è stato il colloquio con il Premier polacco, Donald Tusk, al quale Obama ha sottolineato come l'accelerazione delle trattative per il varo della Zona di Libero Scambio USA-UE possa favorire l'avvio delle esportazioni in Europa di gas shale: una fonte di energia necessaria per decrementare la dipendenza dell'UE dalle importazioni di gas di Russia ed Algeria.

Sicurezza ed energia

La duegiorni di Obama a Varsavia è servita per restituire fiducia, speranza e consapevolezza della presenza degli USA nel Mondo in sostegno della democrazia, della pace, della libertà e del progresso.

A Varsavia, Obama ha dato l'ennesima prova di essere pienamente inserito nel solco dell'Internazionalismo Liberale: dottrina, elaborata da Woodrow Wilson, e attuata da Presidenti statunitensi del calibro di Franklin Delano Roosevelt, Harry Truman, John Fitzgerald Kennedy, Lindon Johnson, Ronald Reagan e Bill Clinton, che prevede il pieno coinvolgimento degli USA nello sviluppo delle democrazia e della libertà nel Mondo come mezzo per garantire la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e, più in generale, della civiltà occidentale.

Obama, infatti, con la sua presenza accanto ai Capi di Stato dei Paesi dell'Europa Orientale, ha lanciato un chiaro segnale alla Russia di Putin circa l'inopportunità di mettere a repentaglio l'integrità territoriale di Stati sovrani, indipendenti e democratici, come Ucraina, Georgia e i Paesi UE dell'Europa Centro-Orientale.

In particolare, il Presidente USA ha voluto restituire slancio e forza politica alla NATO, a cui spetta il delicato compito di garantire la sicurezza dei confini orientali dell'UE dalle continue provocazioni che gli aerei militari russi, nel pieno silenzio dei media italiani, stanno compiendo con una certa regolarità sui cieli di Estonia, Lettonia, Svezia, Finlandia e persino Gran Bretagna.

In secondo luogo, Obama ha voluto lanciare un salvagente all'UE, che senza gli USA si è dimostrata incapace di potere adottare, in tempi brevi, una politica chiara e risoluta in sostegno della propria sicurezza territoriale ed energetica dinnanzi all'aggressività militare di stampo imperialistico della Russia di Putin.

Degno di nota è stato l'invito fatto al Premier Tusk a procedere con le trattative per la zona di libero scambio USA-UE: una procedura che è stata interrotta per via dell'opposizione di alcuni Paesi tradizionalmente filorussi come la Francia.

Per attuare quanto promesso, Obama deve tuttavia affrontare alcuni scogli. In primis, l'ostilità del Congresso a concedere uscite di bilancio destinate all'estero.

Inoltre, da combattere resta il forte anti-americanismo, ben radicato sopratutto nei Paesi dell'Europa Occidentale, fomentato sopratutto dai forti legami economici ed energetici che legano in particolare Francia, Italia, Germania e Belgio alla Russia di Putin.

Prova della pericolosità dell'antiamericanismo dell'Europa Occidentale è stata la decisione di Obama di non infrangere l'accordo con cui la NATO, in cambio dell'integrazione dei Paesi dell'Europa Centrale, ha promesso alla Russia nel 1999 di non posizionare reparti armati dell'Alleanza Atlantica in Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Paesi Baltici e Romania.

A chiedere il superamento di una clausola che limita le possibilità di difesa dell'Europa Centrale da parte della NATO sono stati, tra gli altri, il Presidente della Polonia, Bronislaw Komorowski, e il Ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski.

Matteo Cazzulani

Analista di Politica dell'Europa Centro-Orientale

Twitter: @MatteoCazzulani

 

 

 

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