Sabato, 20 aprile 2024 - ore 03.23

Oxfam-Emergency: senza un vaccino per tutti, fine pandemia mai

Oxfam-Emergency: senza un vaccino per tutti, fine pandemia mai

| Scritto da Redazione
Oxfam-Emergency: senza un vaccino per tutti, fine pandemia mai

Il rifiuto delle aziende farmaceutiche di condividere scienza e tecnologia e la mancanza di azione da parte dei Paesi ricchi, per garantire l'accesso ai vaccini a livello globale, hanno generato le condizioni ideali per la diffusione di nuove varianti come Omicron. È quanto denunciano Oxfam e Emergency, membri della People’s Vaccine Alliance (PVA), ad un anno dalla somministrazione della prima dose del vaccino Pfizer/BioNTech nel Regno Unito.

Da allora molta strada è stata fatta e sono state vaccinate oltre tre miliardi di persone. Tuttavia, mentre paesi come Italia, Regno Unito e Canada hanno acquistato dosi sufficienti per vaccinare completamente la loro intera popolazione, in Africa sub-sahariana con l’attuale quantità di dosi disponibili è possibile vaccinare solo 1 persona su 8.

Il tutto, mentre nel Regno Unito ha ricevuto la terza dose un numero di persone quasi uguale al totale completamente vaccinato in tutti i Paesi a basso reddito; in l’Italia quasi la metà (oltre 8 milioni e mezzo di persone). Per fare un esempio, nel nostro Paese hanno già ricevuto la cosiddetta dose “booster”, un numero di persone quasi 9 volte superiore ai cittadini totalmente vaccinati in un paese come l’Uganda.

Di fronte a questo scenario, Oxfam ed Emergency lanciano un appello urgente alle aziende farmaceutiche e ai paesi ricchi affinchè “cambino rotta prima che sia troppo tardi”.

Il cambiamento di rotta auspicato dalle due organizzazioni prevede, in primo luogo, l’approvazione immediata della sospensione alle norme sulla proprietà intellettuale per porre fine al controllo monopolistico delle aziende farmaceutiche su vaccini, test e trattamenti COVID-19. L'Organizzazione mondiale del commercio (OMS) deve riunirsi urgentemente e discutere la proposta di sospensione per ottenere finalmente un accordo tra gli stati membri.

Necessario anche il riconoscimento di tutti i vaccini come beni pubblici globali, comprese le nuove versioni che potranno essere progettate per combattere la variante Omicron; e, infine, occorre la condivisione di “ricette” e know-how con i produttori di tutto il mondo tramite l'Organizzazione Mondiale della Sanità.

"La variante Omicron si è sviluppata perché non siamo riusciti a condurre una vera campagna di vaccinazione globale”, le parole di Sara Albiani, policy advisor sulla salute globale di Oxfam Italia, e Rossella Miccio, presidente di EMERGENCY. “È un campanello d'allarme che non si può più non ascoltare, la vendita dei vaccini ha portato enormi profitti alle aziende farmaceutiche, ma finché miliardi di persone continueranno a non essere immunizzate il virus continuerà a mutare”.

Lo scorso marzo la PVA ha condotto un sondaggio tra 77 epidemiologi di alcune delle principali istituzioni accademiche del mondo, da cui era emerso chiaramente come senza una vera campagna di vaccinazione globale, fosse altissimo il rischio che si sviluppassero nuove mutazioni del virus, che avrebbero reso sempre meno efficaci gli attuali vaccini.

“Di fronte alla minaccia rappresentata dalla nuova variante Omicron, è chiaro che non possiamo pensare nemmeno lontanamente di uscire dalla pandemia solo con le dosi booster, lasciando buona parte del mondo in via di sviluppo indietro”, continuano Albiani e Miccio. “Se non vacciniamo il più rapidamente possibile tutti i Paesi, ci troveremo di fronte a ondate di nuove varianti. Pfizer, Moderna, BioNTech e gli altri produttori devono cambiare rotta prima che sia troppo tardi”.

“Qual è il senso di sviluppare nuovi vaccini in 100 giorni – si chiedono continuano Albiani e Miccio – se poi questi sono venduti in quantità limitate ai migliori offerenti, magari a prezzi più alti degli attuali e lasciando ancora una volta le nazioni povere in fondo alla fila? Non possiamo correggere gli errori degli ultimi 21 mesi, ma abbiamo bisogno che i Paesi ricchi affrontino la pandemia in modo diverso, imponendo alle aziende farmaceutiche di condividere la loro tecnologia e le loro competenze con i produttori qualificati in tutto il mondo, in modo da poter vaccinare chiunque e porre finalmente fine a questa pandemia”.

In una dichiarazione inviata nei giorni scorsi ai negoziatori dell’Unione Europea e agli stati membri, la People’s Vaccine Alliance, assieme ad altre 170 associazioni, ONG e sindacati, ha criticato l’opposizione dell’Unione Europea alla sospensione temporanea delle regole riguardanti la proprietà intellettuale.

“La posizione dell’UE è una minaccia per tutti noi”, denunciano Albiani e Miccio. “Durante l’ultima settimana la Norvegia si è unita agli oltre 100 Paesi che sostengono la sospensione dei brevetti. Nel frattempo però, il presidente Emmanuel Macron ha ritirato l’adesione iniziale della Francia, una decisione assurda quanto pericolosa data l’emersione di una nuova variante. Mentre dal canto suo l’Italia continua a nicchiare, senza assumere una posizione netta sulla questione nonostante il Parlamento italiano, così come quello europeo, a più riprese abbia chiesto al Governo di sostenere la sospensione dei brevetti”. (aise) 

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