Mercoledì, 22 gennaio 2025 - ore 08.22

PD Lombardia Newsletter # 53 - Fare ancora, fare meglio, fare di più

In una data come quella che ricorre oggi, è impossibile non iniziare con un pensiero a Piazza Fontana e alle sue vittime.

| Scritto da Redazione
PD Lombardia Newsletter # 53 - Fare ancora, fare meglio, fare di più
 

Carissime democratiche, carissimi democratici, in una data come quella che ricorre oggi, è impossibile non iniziare con un pensiero a Piazza Fontana e alle sue vittime. Il carico di dolore di quel giorno dovrebbe essere più che sufficiente a far sentire a tutti quel dovere di “fare memoria” che una Licia Pinelli ad esempio, recentemente scomparsa, ha testimoniato con la sua intera vita, ma a questo è necessario aggiungere che il peso della strage neofascista del 12 dicembre 1969 diede il “la” al decennio più buio della nostra storia recente e a quella strategia della tensione che ha mostrato, decenni prima delle “fake news”, la necessità di tenere l’occhio fisso nella ricerca della verità e nella difesa della Costituzione repubblicana e antifascista. 

 
 

Una cosa positiva da registrare è che in Lombardia qualche novità sta emergendo. Non sul fronte della maggioranza trentennale di destra e Lega che, come d’abitudine, ignora oggi i pasticci scatenati appena ieri, come dimostra il rapido insabbiamento delle dichiarazioni di un Feltri e di un La Russa, evidentemente troppo imbarazzanti. No, la novità arriva dai dati ufficiali, impietosi al punto da costringere persino una Giunta refrattaria a ogni autocritica come quella a guida Fontana a dover ammettere che il disastro di Trenord è colpa... di Trenord. 

Grazie al lavoro dei nostri Consiglieri Simone Negri ed Emilio Del Bono, la Regione ha dovuto ammettere che ben il 77% di tutte le soppressioni di treni registrate nel 2024 è imputabile a Trenord, una percentuale che peraltro, in questi anni, mai è scesa al di sotto del 75%. Ma non avevano spergiurato che era “colpa delle infrastrutture”? E invece, guarda un po’ il caso, la colpa è proprio dell’incapacità gestionale, della manutenzione insufficiente dei convogli, dei guasti continui, del numero inadeguato dei mezzi, dei lavoratori lasciati soli davanti a inciviltà e aggressioni. Ecco la vera causa del disagio dei pendolari lombardi, non la fantomatica “infrastruttura” né l’imponderabile “RFI” su cui a lungo Fontana e i suoi hanno dirottato critiche e proteste intanto che rinnovavano a Trenord (per ulteriori dieci anni!) il contratto di gestione del servizio ferroviario regionale.

 

Non che sulla sanità le cose vadano meglio: so che aumentano quotidianamente le segnalazioni che ci vengono fatte sui disservizi e i disagi per chi ha bisogno di una visita specialistica o di cure (se anche tu hai o hai avuto un problema segnalalo compilando il semplice modulo che trovi qui) perché la scelta chiarissima di Regione Lombardia - depotenziare il servizio pubblico così da fare in modo che ci si rivolga al privato - si traduce in realtà in una frase semplice, feroce, banale: “Per curarti paga, e se non puoi pagare aspetta e tanti auguri”. Anche per questo la nostra tanto decantata sanità regionale, a lungo presentata come “eccellenza lombarda” si posiziona in realtà (fonte non il PD, ma il Ministero della Salute) a metà della classifica delle Regioni italiane, con buona pace dei tanti, seri, encomiabili lavoratori e professionisti del settore, “cornuti e mazziati”.

In ogni modo, a breve il Consiglio regionale discuterà la proposta di legge di iniziativa popolare per una nuova sanità che abbiamo scritto e che è stata firmata in poche settimane da oltre 100mila cittadine e cittadine della Lombardia: tireremo fuori le unghie, è una promessa. 

Le tireremo fuori come stiamo facendo anche sui temi con cui ho iniziato il mio racconto settimanale, dal trasporto su ferro a quello su gomma: il successo della mobilitazione dello scorso giovedì non ci ha tanto sorpreso per la risposta positiva che ha avuto (la pazienza dei lombardi è molta ma non è infinita) quanto ci ha incoraggiato, confermandoci di essere sulla strada giusta: un’esortazione a fare ancora, a fare meglio, a fare di più.

 

Intanto in Commissione Bilancio alla Camera si è aperta la discussione sulla “manovra” del Governo Meloni, proprio mentre l’ISTAT ha dovuto richiamare alla realtà destra e Lega dopo mesi di annunci roboanti e trionfali: dimezzate le previsioni di crescita, certificata la mancanza di prospettive di sviluppo per un’Italia in cui non ci sono investimenti, i tassi calano, il tessuto economico si indebolisce sempre più. È la malferma salute economica del nostro Paese a smentire “il Presidente” Meloni, la realtà con i suoi impietosi dati ufficiali.

Da parte nostra, anche grazie a una maggioranza litigiosissima, possiamo registrare il sollievo per il passo indietro che il Governo ha dovuto fare su due temi riguardo i quali avevamo espresso enorme preoccupazione: la Web-Tax non toccherà più le piccole e medie imprese, come inizialmente previsto, ma sarà applicata alle sole grandi imprese digitali, e nel contempo la destra ha dovuto fare inversione di marcia anche sul turnover al 75% per gli Enti Locali, misura che come avevamo ampiamente previsto avrebbe messo a rischio servizi essenziali per i cittadini. 

Questo riguardo le cose certe, poi se stiamo alle “voci” sembrerebbe stiano per esserci ulteriori marce indietro: che sarà messo 1 miliardo di euro sul fondo automotive e che potrebbero essere ripristinati i fondi tanto per la morosità incolpevole quanto per il sostegno affitti: sarebbe un gran bene e sarebbero peraltro tutte nostre vittorie, frutto della tenacia del PD e delle opposizioni, ma fintantoché resteranno “voci” è meglio non darle per scontate e stare a vedere. Del resto, questa legge di Bilancio è e rimane iniqua e insufficiente, dato che lascia lì a mezz’aria, irrisolte, le politiche della sanità, le politiche abitative, le politiche del lavoro con il salario minimo e le politiche della mobilità con il trasporto pubblico locale. 

Con il nostro lavoro e con i nostri emendamenti chiederemo al Governo anzitutto di avere il coraggio per un indispensabile cambio di passo: al centro devono esserci una visione strategica e investimenti reali per la crescita. È il nostro impegno per costruire una manovra economica che sia in grado di rispondere alle emergenze del Paese e dia a chi è in difficoltà risposte concrete.

 

Chiudo con due appuntamenti, quello di domani, ven. 13/12, dalle 9.30, presso la Sala Ghilardotti di Palazzo Pirelli (ingresso da Via F. Filzi 22) su “Il futuro delle Università e del diritto allo studio” e un altro sul tema “Voto sulle norme urbanistiche: un confronto” che terremo in conference-call mar. 17/12 alle 18.00: per partecipare andare a questo link (password 483819 e meeting id 82211515540).

 

Un caro saluto, Silvia Roggiani Segretaria regionale PD lombardo

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