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Peppone ,Don Camillo e i partiti politici| G. Carnevali

Cittadini di Brescello, la giunta d’intesa tra PCI e PSI protesta vivamente contro l’iniziativa presa da alcuni produttori di filmare le fantasiose e calunniose vicende tratte da un libello di Guareschi

| Scritto da Redazione
Peppone ,Don Camillo e i partiti politici| G. Carnevali Peppone ,Don Camillo e i partiti politici| G. Carnevali Peppone ,Don Camillo e i partiti politici| G. Carnevali

A questo punto le “cose” (i racconti) finiscono per davvero, Gianni Carlo, si chiude la terza ed ultima puntata della saga immortale di quei due amici-nemici, Peppone e don Camillo. Tu stesso, conoscendomi quale “fine certosino bastevole di audace ricerca”, non potrai negarmi l’ascolto di codeste mie ricerche (appunto!), giusto per zittire certi “ragli d’asino” che in politica (di qualsiasi colorazione politica!) si sprecano assai, oggi come allora, “ragli” sempre pronti a dare battaglia. Salvo rimangiarsi tutto il giorno dopo. Ho rimediato una quasi inedita lettera i cui contenuti, in un certo senso, ne danno la appropriata conferma. Titolo della lettera: IL CUORE PRIMA DELLA POLITICA.

Eccoti accontentato: “Caro Guareschi, dal Vostro punto di vista, avete ragione di considerarmi un “pescato” (un semplice “caro” Vi pare però un’esca bastevole per pescare un prete?); ma più che per me, me ne duole per “don Camillo”, la creatura Vostra più vera e amabile, la quale rischia di venire rinnegata dalle Vostre elevazioni politiche sul Cristo e l’Anticristo. “Peppone” non è forse l’Anticristo del Vostro incantevole mondo piccolo”? Eppure “don Camillo” non solo gli parla, ma tratta con lui e mostra perfino di stimarlo, come nel caso ultimo di “Gigino”. E dal “ponte”, così audacemente lanciato e spesso anche ben riuscito, ne vengono fuori perfino dei “compromessi”, assai poco lodevoli, se li misuro col Vostro metro di uomo di parte, umani invece e utilissimi, se li misuro sul Vostro cuore. Di don Mazzolari potete farne il conto che volete, cioè nessun conto; ma “don Camillo”, la Vostra creatura più cara, non potete buttarla via a cuor leggero per comodità polemica. Come penso non rifiutereste di baciare a quel qualsiasi medico – indiano o russo o mongolo – che salvasse dalla morte uno dei Vostri figlioli. Il gioco politico, caro Guareschi, gioca a volte brutti scherzi, anche agli uomini migliori. Guardiamocene insieme.

E’ il più bell’augurio che posso fare a me e a Voi per il 1951. Con amichevole devozione, vostro sac. Primo Mazzolari (Bozzolo, 4 gennaio 1951)”. Ce lo vedi tu, Gianni Carlo, un “qualche” ammonimento del sacerdote nei confronti del Giovannino scrittore affinchè non si faccia trascinare troppo da quella sua verve polemica nel giudicare gli avversari politici? Io si, eccome! Eppure pensa, amico mio, che quel Guareschi riuscì persino a scagliarsi contro il suo partito che lo aveva criticato non poco per quelle sue opere, sbottando così: “Ma perché criticare la mia opera? Io sono riuscito a rendere simpatico persino un comunista!”. Che tempi, che lotte, che “credo politico” allora permeavano le loro come le nostre coscienze!

Eppure la troupe che avrebbe poi girato quelle pellicole nel paese di Brescello, inizialmente venne accolta benevolmente dal sindaco e dalla giunta comunale di Brescello stesso con un manifesto così esplicativo: “Cittadini di Brescello.…bla…bla…facciamo appello al senso di cortesia e di buona volontà innata nella nostra popolazione e accogliamo questi lavoratori italiani e stranieri che verranno tra noi. Sia riservata loro la migliore accoglienza ed ogni possibile collaborazione (7 settembre 1951)”. Ahimè, durò davvero poco quell’idillio, poiché successivamente per il tramite di un abile “dietro front”!!!...venne affisso in paese un manifesto firmato dalla Giunta d’intesa fra PCI e PSI che riporto fedelmente, omettendo naturalmente qualche inutile sbrodolata: “Cittadini di Brescello, la giunta d’intesa tra PCI e PSI protesta vivamente contro l’iniziativa  presa da alcuni produttori di filmare le fantasiose e calunniose vicende tratte da un libello di Guareschi…bla…bla…bla…Il film è un contributo alla vergognosa campagna di odio e di divisione che i nemici del popolo italiano  hanno condotto e conducono contro l’Emilia”. In parole povere si crea un clima di tensione tra la troupe e la giunta di sinistra di Brescello.

La centrale comunista di Reggio Emilia si è seccata che a Brescello si girassero gli esterni dei film su i Peppone e i don Camillo e ha cercato di boicottare le riprese, spiegando ai compagni che era peccato mortale partecipare alle ‘indegne  riprese’ anche solo come comparse. Addirittura sul giornale ‘Candido’  n.. 40 del 1951 compare “La federazione comunista di Reggio Emilia condanna il deviazionismo di Peppone e scomunica il don Camillo e il Cristo”. Ma le cose, amico mio Gianni Carlo, mica possono finire così, ehnno!?! Senti su la reazione dell’opposto schieramento politico. A questa campagna contro il don Camillo di Guareschi fa subito da contrappunto il manifesta della DC che si oppone fermamente alla tensione creata dalla decisione della Giunta, così: “Brescellesi, la sezione della DC di Brescello insorge, energicamente protestando, contro l’inconsulto manifesto sottoscritto dalla Giunta che offende vigliaccamente insigni artisti e uomini che coi loro scritti e col loro lavoro onorano l’Italia. Chi è vero brescellese non può che esprimere il proprio disprezzo verso coloro che hanno oltraggiato questi illustri ospiti che, onorando Brescello con la loro presenza, lo hanno innalzato agli onori delle cronache nazionali ed internazionali ed hanno portato lavoro e benessere. La sezione della DC rivolge un appello a tutti i cittadini, affinchè continui quella collaborazione che fino ad oggi hanno dato, dimostrando comprensione e civile ospitalità. In questi giorni Peppone e don Camillo ci hanno uniti fraternamente, continuiamo su questa strada, al di sopra dei partiti, per Brescello”. (la ‘cellula’ di Brescello promotrice di una crociata contro il film di Guareschi, in ‘Il Giornale dell’Emilia’ – 21 settembre 1951).  Tutto sommato anche questo fu un “segno dei tempi”. Sono trascorsi tantissimi anni da quel lontano “ciak” del 1951, e la gente del piccolo paese della Bassa reggiana, una volta abituata a far da guida a molti strani turisti curiosi di visitare il set dei Peppone e don Camillo,  ora s’è un poco persa, si sono un poco perse anche le emozioni di quelle pellicole.

Certo, il tempo sbiadisce un poco “colori e ricordi”, ma quei memorabili personaggi di Peppone e don Camillo difficilmente invecchieranno nelle memorie di chi li ha ammirati ed apprezzati. E quant’anche Peppone travestito da prete, dopo aver risolto la faccenda dei baffi, riuscisse ad entrare in America, soprattutto don Camillo travestito da compagno riuscisse nell’impresa di entrare in Russia……! Ueila, Gianni Carlo, una domanda…ti pongo…mi pongo: esistono ancora le “barriere” tra America e Russia? “Il sole risplende: non ha altra scelta, nulla di nuovo”. (Samuel Beckett). Fine, amico mio, finalmente ci abbiamo messo nome FINE. Dovrei averci cacciato dentro “tutto”, ma non ci giurerei. Pazienza, ma la prossima volta….altro che Peppone e don Camillo! E grazie, va là, per avermi sopportato.

Giorgino  Carnevali (Cremona)

(Ultima parte: per la prima e seconda parte vedi correlati)

Peppone e Don Camillo, una finzione che diventa realtà | G.Carnevali (2° parte)

In compagnia di Peppone e Don Camillo a Brescello sugli argini del PO ( Ciak si gira) | G. Carnevali (1° parte)

 

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