Si tratta della somma occorrente a Berlusconi per pareggiare le condizioni fallimentari di due sue aziende quotate in borsa, verso le quali ha inventato di tutto da presidente del consiglio, ma adesso, senza lo scranno legislativo, nell’occhio del ciclone.
Le due aziende sono Mediaset e Mondadori le cui condizioni odierne sono le seguenti:
MEDIASET chiusura odierna alle h. 17,30 1,72 che rappresenta il minimo degli ultimi 12 mesi.
Massimo degli ultimi 12 mesi 4,55 con una perdita netta del - 62%
MONDADORI chiusura odierna alle h. 17,30 1,09 minimo degli ultimi 12 mesi.
Massimo degli ultimi 12 mesi 2,88 con una perdita netta del -62%
Sarebbe ottimistico parlare di situazione disastrosa
La perdita in valore delle due aziende, secondo un calcolo per difetto, ammonta e supera i 5 miliardi di € ..
Ovviamente Berlusconi corre ai ripari, ma a suo modo.
Mediaset esige le frequenze TV a titolo gratuito, in modo da scrivere nel proprio bilancio in attivo il valore venale di tali frequenze, che si aggira intorno a tre miliardi; pareggiando il bilancio, con piccoli margini di utile, elargirà un piccolo dividendo come esca ai futuri risparmiatori.
Mondadori punta tutto sul gioco d’azzardo on line, avendo ottenuto dal precedente governo Berlusconi la licenza di operare in tale mercato che amministra un giro d’affari di 80 miliardi di euro, con margini di utili stratosferici, ma a danno dell’intera nazione. Il montante annuale di tale “affare” , infatti, viene sottratto al circuito monetario virtuoso dei consumi idonei a migliorare la qualità della vita; circuito nel quale lo Stato percepisce l’IVA oltre che l’IRPEF, mentre dal gioco d’azzardo percepisce una miseria, in quanto l’80% delle vincite illusorie, sono di basso importo e non vengono nemmeno incassate ma ri-giocate in perdita, mentre le medesime vincite vengono detratte dal montante finanziario scavalcando l’aspetto fiscale.
Il totale delle perdite del cavaliere ammonta a 84 euro per ogni italiano (5 miliardi diviso 60 milioni di abitanti), neonati e malati terminali compresi, ma non ha più i poteri per sottrarre agli italiani la somma necessaria, per cui, sempre nella filosofia di spalmare le perdite ai grandi numeri , ecco spuntare la finanza creativa che non produce nulla ma sottrae risorse al popolo italiano, in misura uguale per tutti, secondo i comandamenti liberisti tanto cari al cavaliere.
Con le manovre impostate, se non dovessero essere ridimensionate, non solo pareggerà i bilanci fallimentari, ma incrementerà, sia pure momentaneamente, il valore di mercato delle aziende, in modo di poterle vendere ai piccoli risparmiatori; insisto nel dire momentaneamente, perché non si può succhiare denaro dal mercato a tempo indeterminato, in quanto ad un certo punto finisce, ma per allora il cavaliere sarebbe già da tempo ad Antigua.
Rosario Amico Roxas