Lunedì, 23 giugno 2025 - ore 20.42

Pianeta Migranti. Perché votare Sì ai referendum sul lavoro fa bene a tutti

L’8 e 9 giugno abbiamo un’occasione preziosa. Possiamo scegliere che tipo di lavoro vogliamo in questo Paese.

| Scritto da Redazione
Pianeta Migranti. Perché votare Sì ai referendum sul lavoro fa bene a tutti

Pianeta Migranti. Perché votare Sì ai referendum sul lavoro fa bene a tutti

L’8 e 9 giugno abbiamo un’occasione preziosa. Possiamo scegliere che tipo di lavoro vogliamo in questo Paese.

 Due referendum ci chiamano a dire la nostra su diritti fondamentali di chi lavora.

Il primo punta a cancellare una norma ingiusta, quella che oggi rende quasi impossibile essere reintegrati dopo un licenziamento senza motivo.

Il secondo vuole rimettere dei paletti all’uso selvaggio dei contratti a termine: oggi si può assumere una persona “a tempo” senza nemmeno spiegare perché.

Forse qualcuno pensa che siano questioni per addetti ai lavori, per precari, per migranti.

Ma non è così.

Questi referendum riguardano tutti noi.

Perché quando si toglie un diritto a qualcuno, si apre la porta per toglierlo a tutti.

E quando il lavoro è precario, anche la vita diventa fragile, incerta.

I più colpiti? I lavoratori migranti.

Quelli che ogni giorno mandano avanti i campi, i cantieri, i magazzini.

Lavorano duro, vengono pagati meno, trattati peggio. Spesso sono ricattabili, senza tutele e senza cittadinanza.

Accettare che qualcuno lavori senza diritti significa mettere a rischio i diritti di tutti.

Pensiamoci bene:

Se puoi essere licenziato senza motivo, che libertà hai davvero sul posto di lavoro?

Puoi parlare? Puoi rifiutarti di fare straordinari non pagati? Puoi dire no a condizioni pericolose?

E se le aziende possono assumerti senza una ragione chiara, con contratti a scadenza, cosa succede?

Succede che non puoi fare progetti. Non ti compri una casa, non metti su famiglia, non accendi un mutuo, magari nemmeno una bici a rate.

La precarietà personale diventa precarietà collettiva.

Colpisce l’economia, la sanità, le pensioni. E soprattutto, il nostro senso di fiducia nel futuro.

Votare Sì ai referendum non è un favore a una categoria.

È un atto di giustizia. È un investimento sul futuro di tutti.

Per i giovani che sognano un lavoro stabile.

Per chi già lavora e vuole più sicurezza.

Per chi è in pensione e spera in un futuro migliore per figli e nipoti.

Per chi, come tanti migranti, lavora da anni accanto a noi ma viene ancora trattato come un estraneo.

L’8 e 9 giugno votare Sì è un gesto concreto.

Di responsabilità, ma anche di speranza.

È dire insieme:

“Ci meritiamo di meglio. E possiamo costruirlo. Insieme.”

 

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