Giovedì, 12 dicembre 2024 - ore 15.57

Pianeta migranti. Un istituto tecnico di Lucca accoglie i richiedenti asilo.

In provincia di Lucca, una ventina di studenti dell’Istituto Tecnologico “E. Ferrari” partecipano, come volontari, ai corsi di italiano per gli otto ragazzi richiedenti asilo, provenienti dal Mali, dal Ghana e dal Niger ospitati in paese dal Comune. L’esperienza è stata presentata al Festival Internazionale del Volontariato a Lucca.

| Scritto da Redazione
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A Borgo a Mozzano, 7mila abitanti in provincia di Lucca, una ventina di studenti dell’istituto Tecnologico “E. Ferrari” partecipano, come volontari, ai corsi di italiano per gli otto ragazzi richiedenti asilo ospitati in paese, provenienti dal Mali, dal Ghana e dal Niger. Tutti i martedì e giovedì pomeriggio si ritrovano insieme: c’è un’insegnante e ci sono loro, i ragazzi, che danno supporto nella conversazione. Parlano a ruota libera ed è difficile che restino su argomenti superficiali come il tempo o i cibi: scoprono che sogni, paure, desideri a diciott’anni si somigliano più di quanto si possa pensare. La scuola riconosce dei crediti ai ragazzi impegnati nel percorso di integrazione dei richiedenti asilo. Il progetto - unico in Italia - e considerato un’eccellenza, è stato presentato al Festival Internazionale del Volontariato.

I ragazzi ospitati sono molto giovani, hanno fra i 18 e i 25 anni, sono arrivati a settembre nell’ambito di un progetto che per Borgo a Mozzano era la prima accoglienza e l’amministrazione ha dimostrato immediatamente una grande volontà di partecipazione e di coinvolgimento della cittadinanza.

Un primo modo è stato l’affiancare i ragazzi stranieri agli operai del Comune nella pulizia e nella manutenzione ordinaria del verde.

La scuola è entrata in gioco subito, per una felice intuizione della dirigenza. I ragazzi sono praticamente coetanei e distano 300 metri gli uni dagli altri sicché la curiosità reciproca era palpabile. La scuola ha proposto alcuni incontri per presentare gli otto richiedenti asilo agli studenti, incontri molto utili per superare le eventuali paure e diffidenze. Poi è nato il coinvolgimento nel corso di italiano e una serie di interventi sulla discriminazioni e la non violenza. L’esperienza ha dimostrato che  il pregiudizio verso il diverso si basa sulla non conoscenza e che, superato questo ostacolo, è possibile praticare l’accoglienza. Così, in paese sono stati accolti altri sei ragazzi che ripeteranno un percorso simile.

All’orizzonte c’è la volontà dell’amministrazione di costruire percorsi di lavoro, prima con il bando Giovani, poi puntando sul recupero della vocazione rurale del territorio. “Se l’immigrazione in città è un problema, nei paesi più piccoli può essere una grande opportunità” , spiega il sindaco Patrizio Andreuccetti. “Abbiamo tante aree rurali abbandonate e giovani locali che hanno dimenticato queste professioni, mentre questi ragazzi spesso hanno competenze utili. Ci piacerebbe costituire una cooperativa di giovani locali e richiedenti asilo per tornare a valorizzare i prodotti del bosco, oggi dimenticati”.

 

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