Mercoledì, 24 aprile 2024 - ore 01.28

Pizzetti. Il PD Cremonese deve osare

| Scritto da Redazione
Pizzetti. Il PD Cremonese deve osare

Lettera-intervento dell'esponente del PD Cremonese.
Poiché, in modo improprio, con la tecnica tartufesca del "si dice", vengo tirato in ballo in una supposta discussione
politica interna al PD che, per come si è sin qui svolta, non mi appartiene né mi appassiona, esprimo il mio pensiero autentico.
Partendo dalla constatazione che non è immaginabile nessuna mia associazione a Torchio. Non per mancanza di rispetto. Per il fatto che la
sua perenne ricerca di posizionamenti "oltristi" non è la mia ricerca. Io nel PD sto con convinzione, senza essere macerato dal dubbio amletico.
Sono Deputato della Repubblica. A questo ruolo mi sono attenuto scrupolosamente.
Oltre che di temi nazionali rilevanti, a partire dal Federalismo, mi sono occupato di tante questioni locali importanti: Paullese,
tribunale, caserme, Po, autostrada, Tamoil, aziende in crisi, scuole, Tencara, treni, viabilità, finanziamenti ai Viaggi della Memoria, invalidi e molto
ancora. Come risulta dalle cronache e dagli atti.
Nel contesto delle Infrastrutture mi sono occupato di Piano Cave provinciale.
Tema trattato con rigore, responsabilità, trasparenza da Andrea Virgilio e Cesare Mainardi. Nell'ambito del
Federalismo Fiscale ho discusso di Bilancio comunale.
Non invadendo di certo campi altrui. Dando anzi una mano, come giustamente richiestomi.
Semplicemente, come tanti altri, cerco di svolgere al meglio il mio impegno nazionale e locale.
Con convinzione e senza partigianeria.
Per far crescere il territorio. E il PD.
Quando sarà il momento, io per primo chiederò che il mio partito esprima un giudizio sul
lavoro svolto.
Nelle sedi e nelle piazze.Mi auguro sia così per tutti.

Da tempo, cioè da quando ho sostenuto Titta Magnoli come Segretario provinciale, non mi occupo di vicende
interne al PD.
Con la sporadica eccezione delle future elezioni amministrative in cui sto cercando di aiutare
a vincere.
Non certo per disinteresse. Anzi. Direi proprio per fiducia e apprezzamento verso il Segretario
e i suoi proponimenti innovativi.
Per far sì che una nuova classe dirigente si formi in autonomia.
Non trattenuta per la coda. Dimostrando il proprio valore.
Così da assicurare che anche in futuro il Centrosinistra cremonese sappia cogliere gli stessi successi raggiunti dagli anni 90 in poi.
Dal tanto vituperato vecchio.
Il quale altro non è che una folta schiera di ottimi amministratori e dirigenti politici che in questi anni hanno profuso
capacità, intelligenza e impegno disinteressato per la comunità cremonese.
Come sempre con l'eccezione che conferma la regola. Nulla e nessuno tarpa le ali al nuovo. Dunque il nuovo s'avanzi. Non reclami.
Proclami! Idee, progetti, culture, iniziativa politica, radicamento nella comunità, costruzione di alleanze.
Per vincere, oltre che per partecipare.
Siamo al giro di boa della tornata amministrativa. Sarebbe utile cominciare. Per essere pronti.
Il giovane gruppo dirigente è nella piena potestà di agire. Lo abbiamo eletto affinché agisca. Lo faccia, nulla e nessuno lo
impedisce.
Il cosiddetto vecchio, sta da tempo, per propria scelta, in
panchina. Pronto a dare una mano se richiesta.Senza proporsi.
N o n per sussiego. Direi per generosità e responsabilità. Per richiamare tutti alla responsabilità. Sottraendo l'alibi
dell'inesistente giogo, tanto caro agl'ipertrofici del rinnovamento. A prescindere.
Quello altrui ovviamente. Il valore di una classe dirigente si vede da quel che fa e da quel che lascia.
Senza un nostalgico girarsi indietro.
Guardando avanti. Il rinnovamento è figlio di nuove idee politico-culturali. Avanti dunque con l'innovazione. Si "scenda
in campo". Si rinnova innovando.
Si costruisce dal basso o dall'alto? Una non discussione se si hanno le idee chiare. Una discussione surreale se non si sa dove
andare Com'è noto, penso che abbiamo perduto le elezioni proprio per difetto d'innovazione ed eccesso di autocompiacimento.
Conservazione è un termine inappropriato.
Richiama più la poltrona che il progetto.

Il Centrosinistra cremonese ha sempre osato. Rompendo schemi. Liberando energie. Anticipando dinamiche nazionali. Mettendosi in discussione.
Non abbiamo mai fatto "pranzi di gala" ma battaglie vere.
Che, per la prima volta, hanno disarticolato nella nostra comunità, un consolidato sistema di potere. Non demonizzo affatto "i poteri forti". Anzi,
li rispetto. Molto. Vorrei solo che la Politica fosse almeno altrettanto forte. Di più, dovendo assicurare il bene comune. Per essere autonoma.
Trattando quanto meno alla pari. Non ridotta allo stato di dipendenza o, peggio, sudditanza.
Quando il Centrosinistra ha smesso di osare, smarrendo la capacità di leggere i fermenti della comunità, perdendo
la visione progettuale, rifiutando una efficace politica di alleanze, ha perduto.
Sono andati in ombra i tanti meriti e si sono evidenziati oltremisura i difetti.
Consentendo la ricostituzione delle logiche antiche nella commistione tra pubblico e privato.
Chi straparla dell'inesistente inciucio di ieri, è un cretino che non vede l'inciucio di oggi.
L'affermazione "il buon governo non basta" ricorda qualcosa a qualcuno?
È innegabile che c'è nel PD chi aveva intuito i processi e chi no. Tutti hanno la medesima dignità politica ed
eguale valore morale e intellettuale, ma ben diversa responsabilità circa l'esito elettorale. Leggo che dobbiamo
porre attenzione al "centro". Molto bene. Peccato che due anni fa, quando quell'attenzione era sulla soglia
dell'alleanza, si sia buttato tutto a mare.
In nome di quale politica? Di quale progetto? La continuità discontinua?
Purtroppo, con mio disappunto, avendo molto insistito in proposito, non si è mai voluto discutere sulle ragioni
della sconfitta. Parlo di Politica, di analisi sociale, di sintonia con le pulsioni della comunità. Poi ci sono le
persone. Ma dopo. Come conseguen conseguenza, non come premessa.

Ciò detto, o si riparte da lì o si volta pagina. Sono disponibile in ogni modo ma responsabilmente propongo di
voltare con decisione pagina. Io sono pronto da tempo. Ciascuno di noi rifletta, con sincerità, sui propri errori e
concorra a costruire il futuro. È utile l'apporto di tutti, anteponendo la comune appartenenza alle legittime recriminazioni.
Discutendo di Politica nella comunità. Il libero confronto è il sale del PD. Il rancore e la sterile contrapposizione
sono veleno.
Come i fatti accertano, con lapalissiana evidenza, nel Centrosinistra cremonese innovazione e discontinuità vengono da lontano e spero vadano
lontano. Non sono un prodotto, adulterato, del tempo dei rottamatori. Bensì di quando la Politica non era affabulazione.
Era dura e le classi dirigenti non temevano di fare il contropelo alla cosiddetta società civile, pur di affermare
l'interesse generale. Termovalorizzatore docet, con tanto di referendum contro.
Ma anche assetto urbano, multiutilities, realizzazione delle discariche, autostrada, nuovi insediamenti industriali.
Con tanto di vaste contrarietà organizzate.
Abbiamo fatto valere quelle che abbiamo ritenuto buone ragioni di governo della comunità e del territorio.
Con convinzione. Con determinazione.
Con dignità. Senza spocchiosa superiorità ideologica. E abbiamo vinto. In battaglia non a tavolino.
La Politica come visione. Il Governo come realizzazione di un progetto.
Aperto. Capace di coinvolgere e generare consenso. Altro che storie.
Poi, com'è pure normale, vi è stato affievolimento. Per questo dovevamo innovare e rinnovare.
Per vincere e continuare il buongoverno.
Ripartiamo da li.
Un partito di lotta e di governo appunto. Non un partito ruffiano. Di potere certo, perché senza potere
non si governa. Un potere a servizio del cambiamento. Che si è affermato per autorevolezza e consenso. Non si è
imposto per decreto o supponenza.
Mostrando sempre la faccia. Tirando avanti chi tirava indietro. Abbiamo governato vent'anni, in terra non naturalmente
amica, grazie ad una vasta classe dirigente di gran valore. Con un bilancio ampiamente positivo per la comunità


Ovviamente anche con errori commessi e da approfondire. Ad esempio nella gestione dell'APIC.
Facciamone ora crescere una nuova. Di valore non minore. Abbandonando un chiacchiericcio che assomiglia all'ululato
alla luna e rende più cupo il buio della notte.
Dunque confrontiamoci sulle idee. Non sulle caricature.

La discontinuità è innovazione o è ripudio del passato? Nel primo caso cresceremo insieme, nel secondo ci dissolveremo separatamente.

Il cambiamento è consecuzione tra anagrafe, capacità di lettura dei fenomeni, interpretazione dei processi, proposta politica. Per mettere in campo
un progetto.
Tra Bersani e Renzi, ad esempio, scelgo il primo ogni ora del giorno e  della notte. Scelgo idee e sostanza.
Non furbizia e chiacchiera. Pur essendo le seconde assai più telegeniche delle prime. In questo si, sono vecchio.
Vecchissimo.
Non credo che la dialettica tra riformismo e massimalismo sia cosa del passato.
Laddove gruppi dirigenti non immersi nelle comunità e scollegati dai portatori d'interessi, compensano l'autoreferenzialità
con l'alterità, determinano solo impotenza politica che non genera alcun cambiamento. Si è già visto.
Purtroppo sin qui la discussione è stata prevalentemente autodistruttiva. Il gruppo dirigente del PD cremonese
ha tutte le potenzialità per evitare un simile rischio mortale. Per continuare ad essere una risorsa nella e della
comunità. Per essere architrave dell'alternativa a un centrodestra che impoverisce
il territorio.
Purché la discussione sia vera e non surreale. Purché cessino le geremiadi e si passi all'azione propositiva. In un'ideale
staffetta tra innovatori.
Sulla base degli autorevoli indirizzi che il Segretario vorrà dare. A partire dalla scrittura del Libro Bianco preannunciato.
Per essere un partito di governo temporaneamente all'opposizione.
Com'è stato da altri detto. Non il contrario.
In questa direzione, per quel tanto o poco che vale, il mio sostegno, al Segretario in primis, è stato, è e sarà incondizionato.
Personalmente ho molta fiducia, anche perché vedo che il PD, pur con fatica, è sempre meno somma di ex e
sempre più spirito del tempo nuovo.
Luciano Pizzetti
Parlamentare Cremonese del PD

Post scriptum -
Non voglio di certo sfuggire alla polemica, che non sempre viene da pulpiti coerenti, sulla
proposta di legge a prima firma Ugo Sposetti, sulla moralizzazione della Politica e dei partiti.
Rivendico con convinzione e determinazione l'averla sottoscritta con altri colleghi. Il cuore è rappresentato dal
nesso profondo tra primarie, trasparenza, finanziamento, partecipazione, questione morale, soggettività giuridica.
Una proposta che ben sappiamo mai diverrà legge, affossata dai populismi di destra e di sinistra. Serve a gettare
un sasso democratico nello stagno dell'antipolitica. Per dire che partiti riformati, portatori di progetto e non
dispensatori di prebende, liberi dai condizionamenti dei gruppi economico- finanziari, operanti in un sistema
elettorale di eletti e non di nominati, sottoposti al rigore delle norme giuridiche, sono pilastri della democrazia.
L'alternativa è il populismo, di cui il berlusconismo rappresenta la variante nazionale.
Anche in questo sarò vecchissimo.
Ma straordinariamente figlio di una democrazia moderna. Non vendo l'anima per un applauso. Non cambio
una convinzione per una preferenza.
Se richiesto, andrò in tutti i circoli ad illustrare il cogente valore democratico e moralizzatore di questa proposta. Un
partito che si nutre di antipolitica è inutile al Paese e a se medesimo.

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