Giovedì, 25 aprile 2024 - ore 21.02

Pizzetti (PD) Costi della politica. Cammino a testa alta, senza dover abbassare lo sguardo.

| Scritto da Redazione
Pizzetti (PD) Costi della politica. Cammino a testa alta, senza dover abbassare lo sguardo.

Caro Direttore,quando ho deciso di trasmettere, tramite il giornale e per questo Ti ringrazio, il senso dell’impegno parlamentare -descrivendo attività, compenso, proposte concrete di riforma- ben sapevo di mettere le mani nel vespaio dell’antipolitica. Suscitando ogni tipo di reazione, soprattutto in un tempo di crisi in cui la politica ha perso dignità e autorevolezza. Consapevole di correre quel rischio di  incomprensione che genera rigetto, ho ritenuto necessario farlo.

Senza ipocrisie. Perché credo nella Buona Politica e mi sforzo di praticarla.
 Quella che non si nasconde, mostrando invece volto e intenzioni. Quella che non scappa dalle responsabilità ma se ne fa carico. Quella che non pensa che il problema sia sempre un altro. Quella che non cerca solo consenso ma sa avanzare anche proposte impopolari, equamente spalmate, per riformare seriamente il sistema Italia. Quella che riafferma le vive ragioni di una democrazia parlamentare e non populista. Quella che pensa di lavorare non per interessi particolari ma per il Bene Comune, nel rispetto delle differenze e dei valori di ciascuno. Quella che non accetta il “tanto sono tutti uguali”.
Se pensassi diversamente, sarei stato coperto, nascosto nel mucchio in attesa che la bufera cali d’intensità, nel più classico gattopardismo italico.

E invece no, è proprio quando il vento contrario spira con violenza che si deve remare con più forza e convinzione per affermare le ragioni della Buona Politica. Non riguarda solo me, ma i tanti che sono impegnati in un compito socio-politico. Lo so che non tutti fanno il proprio dovere. Forse che nella cosiddetta società civile questo avviene? La verità vera è che il Parlamento è lo specchio della società. I privilegi degli eletti sono più lo sbiadito ricordo della prima Repubblica che non la fotografia della Seconda. I mali della Seconda sono altri: lo scadere diffuso della moralità, la sempre maggior propensione all’affermazione dell’io anziché del noi, Istituzioni sempre più logorate dalle mancate riforme che da opportunità si trasformano in intralcio, Partiti sempre meno partecipati e sempre più autoreferenziali che degenerano nel correntismo personalizzato. Potrei continuare. Insomma, una politica che ha smarrito la propria funzione, anche in forza di un mondo che si è fatto globale e confuso.

Questi temi ho inteso porre, ma la trasparenza era la premessa della credibilità. Perciò penso sia sbagliata la critica, espressa anche da molti amici, che non era questo il momento opportuno. Magari non era opportuno per me date alcune prevedibili reazioni, per la Politica in cui credo invece si.
Se alcuni detrattori veementi fossero andati oltre il titolo giornalisticamente provocatorio dato al mio scritto, si sarebbero accorti che le considerazioni sull’indennità realmente percepita erano l’esatto opposto di quanto attribuitomi dagli stessi. Io non mi “lagno”! Farmi dire che “mi sento un povero diavolo” è semplicemente miserabile. Nel descrivere la condizione reale in cui lavora un Parlamentare, e nessun altro mai lo ha fatto, ho scritto che quanto si percepisce “è molto”. In media con il percepito di tanti che hanno uguali o minori responsabilità. Molto meno di tante caste vere, verso cui non si alza un refolo d’indignazione. So bene che moltissime persone stanno parecchio peggio e l’ho scritto in modo chiaro. Per questo mi batto affinché chi ha di più dia di più, anche con le proposte che ho formulato nella lettera. Vengo da una famiglia di origini contadine e poi di lavoro autonomo, nella mia attività lavorativa, come capita purtroppo a tanti, sono stato mesi senza stipendio perché i soldi per pagarlo non c’erano.
Dunque, non mi posso lagnare perché so di cosa parlo, conosco il significato del denaro, conosco la dignità di chi ha meno. Sarebbe immorale farlo. Ho chiaro il senso del limite e del valore di cose e persone. Ho la consapevolezza di essere in una condizione attuale di chi ha più di altri, per questo debbo battermi con determinazione e convinzione per affermare le straordinarie ragioni  e i valori che mi hanno mosso alla passione politica e che, con virtù e con fortuna per dirla col Macchiavelli, mi hanno portato fino in Parlamento. Debbo battermi per una Politica migliore, premessa di un Paese migliore. Io e tanti altri come me o diversi da me.

Per far sì che il Signor Grandi possa trovare parole normali e convincenti nel raccontare la Politica a suo figlio, anche come una sorta di moderna riabilitazione civica.
Per far sì che il Signor Allegri si convinca che un politico non dice naturalmente bugie, visto che i dati che ho citato sono esattamente quelli riportati sul sito ufficiale della Camera e nei resoconti dell’Ufficio per le Competenze dei Parlamentari.

Per far sì che il Signor Davò consideri che i Parlamentari che lavorano sono la grande maggioranza e potremmo lavorare molto meglio se anziché portare tutti gli argomenti in Aula, suscitando il sacrosanto sdegno degli studenti in visita di fronte al “casino”, si sviluppasse la gran parte dell’attività legislativa nelle Commissioni, composte da persone competenti per materia e distanti dal teatrino.
Per far comprendere ai tanti Signori Scandolara che se un secondo e una mezza minerale li pago 11 euro, come avviene per i pranzi di lavoro, non sto mangiando a tradimento in un ristorante di lusso.
Non mi sono mai firmato Onorevole ma sempre Deputato perché nutro l’idea di prestare temporaneamente un servizio non di occupare una carica e credo che la Politica, per tornare ad essere utile al Paese, debba riformare innanzitutto sé stessa, le Istituzioni, i Partiti.  Debba tornare a dare l’esempio per mobilitare coscienze, suscitare speranze, offrire risposte. In modo che tanti cittadini smettano di pensare che le indennità percepite dai Parlamentari, dai Consiglieri Regionali, siano soldi rubati alla comunità.
Una Politica nuovamente credibile, titolata ad affermare con responsabilità ed equità cose impopolari in tempi difficili, con la crisi che morde e il debito pubblico che deve scendere. Se la spesa pubblica va ridotta non riducendo i diritti, alcune cose occorrerà farle. Anche da noi. Per esempio, in una Provincia così piccola, che si è per ora salvata in zona cesarini, due Tribunali non ce li possiamo permettere, due Aziende ospedaliere non ce le possiamo permettere, trasferire le prestazioni dell’ex INAM da viale Trento e Trieste in via Dante, a 150 metri di distanza e con più servizi pubblici, non è un attentato sociale. L’importante è che i cittadini non subiscano danni dalla razionalizzazione della spesa.

In realtà, più che l’amarezza per giudizi che ritengo faciloni, in alcuni tratti proprio qualunquisti, mi colpisce che nessuno di chi li ha espressi abbia valutato le considerevoli proposte di cambiamento avanzate nello scritto che ha suscitato tanta discussione. Tanto meno il lavoro intenso svolto in questi anni da me, da Cinzia Fontana, da chi ci ha preceduti e da molti altri. Il prodotto della politica malata è l’antipolitica che se ne frega del merito alimentando una sorta di colpa a prescindere. Spero davvero che togliendo di mezzo questa legge elettorale porcata e ripristinando i collegi uninominali si possa concorrere a superare almeno questo handicap.

Infine, ringrazio le tante persone che in molti modi mi hanno testimoniato apprezzamento e stima. Ringrazio sinceramente anche quelle che mi hanno criticato, seppur a volte con un moralismo peloso che nulla ha a che fare col mio pensiero, col rigore dei miei comportamenti e del modo con cui cerco di svolgere pro tempore la funzione pubblica. Anche queste critiche sono comunque importanti perché rendono ancor più nitida la montagna impervia che la Politica deve scalare per riguadagnare il rispetto perduto. Ho la consapevolezza che le testimonianze individuali sono solo gocce nel mare. Eppure mi ostino a pensare che servano. Anche per continuare a camminare a testa alta, senza dover abbassare lo sguardo.
Luciano Pizzetti

Lettera di Luciano Pizzetti inviata al giornale "La Provincia" pubblicata in data 22 agosto 2011

La redazione di www.welfarecremona.it ringrazia il deputato Pizzetti per l'autorizzazione alla ripubblicazione sul notro sito.

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