Mercoledì, 08 maggio 2024 - ore 02.17

Politiche sociali. Presidio fisso del Comune presso il Tribunale di Milano

Attivato servizio di ascolto e assistenza per persone sottoposte a giudizio con rito direttissimo

| Scritto da Redazione
Politiche sociali. Presidio fisso del Comune presso il Tribunale di Milano

Con la firma del protocollo di intesa tra l’Assessorato alle Politiche sociali del Comune e il Tribunale di Milano è ufficialmente avviato a Palazzo di Giustizia un presidio sociale fisso, già testato in forma sperimentale, per fornire ascolto, sostegno e informazione alle persone sottoposte a giudizio con rito

direttissimo. Tra le funzioni aggiuntive del servizio anche la possibilità di fornire, a cittadini e avvocati, informazioni relative svolgimento di Lavori di pubblica utilità (LPU) che saranno effettuati in una delle ventiquattro postazioni attive all’interno dei servizi del Comune. Il presidio fisso ha la durata di due anni e sarà rinnovabile per lo stesso periodo di tempo. Oggi a Palazzo Marino l’assessore alle Politiche sociali e Cultura della Salute, Pierfrancesco Majorino e il Presidente del Tribunale di Milano, Livia Pomodoro hanno firmato il Protocollo. “Questo presidio – ha detto l’assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino – non solo rappresenta un servizio di ascolto e di presa in carico, con la possibilità di iniziare percorsi di reinserimento sociale e lavorativo, ma è il modello di come le istituzioni si avvicinino sempre di più ai bisogni della persona, in termini di presenza e accessibilità. I numeri prodotti dalla sperimentazione, svolta grazie ad operatori sociali presenti all’interno del Palazzo di Giustizia, sono postivi ed esemplificativi della necessità di un presidio di questo tipo che in un anno ha intercettato più di 2.700 persone. Si tratta di colloqui di conoscenza e incontri di approfondimento per tracciare percorsi personalizzati. Molte di queste persone alla fine sono state prese in carico dal nostro Centro di Mediazione al Lavoro, ritrovando la via giusta per uscire dalla condizione che le ha portate a delinquere. È un messaggio di positiva inclusione sociale che attraverso il presidio in Tribunale contiamo di dare”. “Il presidio sociale del Comune presso il Palazzo di Giustizia – spiega la Presidente del Tribunale di Milano, Livia Pomodoro – è attivo nel Dipartimento udienze direttissime dove ogni anno passa circa il 60 per cento delle attività giudiziarie penali. Si tratta di casi portati con celerità all’attenzione del giudice e che si risolvono con una sentenza di primo grado. Riguardano reati che non esigono istruttoria complessa, compiuti talora da persone che hanno bisogno che qualcuno si prenda cura di loro. Il servizio offerto dal presidio realizzato con il Comune di Milano va proprio in questa direzione. Non si tratta di percorsi di pura assistenza, ma di sostegno che, offrendo la possibilità di ottenere un riscatto personale e sociale, riescono a portare molte persone a non commettere più reati, fatto che già abbiamo sperimentato con lo strumento dell’affidamento ai Lavori di pubblica utilità. Questa è la strada giusta da seguire per avvicinare l’istituzione Tribunale alle persone". “Come presidente della Sottocommissione Carceri – commenta Alessandro Giungi – e anche a seguito del sopralluogo effettuato un mese fa presso il presidio che era ancora in fase sperimentale, avendo constatato l’efficienza e l’efficacia del servizio, non posso che esprimere la soddisfazione per l’accordo raggiunto tra il Comune e il Tribunale di Milano che rende il presidio un punto fisso almeno per i prossimi quattro anni”. Il presidio fisso nasce dopo un periodo di sperimentazione di dodici mesi che ha permesso agli operatori sociali della cooperativa sociale A&I, che lavorano per conto del Comune, di intercettare 2.714 persone con cui hanno effettuato un breve colloquio di conoscenza. Settantasei di queste hanno dichiarato di essere residenti nel Comune di Milano, 354 di essere tossicodipendenti. Complessivamente sono state 112 le persone rientranti nel target specifico del presidio che hanno chiesto di avviare un percorso di supporto. Sono state infine effettuate 43 consulenze orientative a favore di soggetti che non possono accedere ad una vera e propria presa in carico poiché non residenti nel Comune di Milano o stranieri senza permesso di soggiorno.  Riguardo alle persone raggiunte dal servizio si tratta nella maggioranza di uomini (89% dei casi), di età compresa tra i 18 e 35 anni (59%), cittadini italiani (83%). Di tutti i colloqui effettuati il 32% non ha avuto seguito perché i soggetti sono state sottoposti a provvedimento di custodia cautelare detentiva. In tutti gli altri casi gli incontri sono stati più di uno e la maggioranza delle persone è stata segnalata ai servizi specialistici del territorio tra cui il Centro di mediazione al lavoro del Comune di Milano. I colloqui hanno infatti messo in evidenza, tra i bisogni rilevati dalle persone ascoltate, proprio quelli relativi all’area formazione e lavoro, seguiti dall’area abitazione e sanitaria (in particolare relativa a fragilità psichica).

Modalità del presidio fisso. 

Il servizio è già oggi attivo con due assistenti sociali, presso la Sezione Direttissime del Tribunale di Milano, dal lunedì al sabato, dalle 9.00 alle 15.00. Il personale effettua un breve colloquio con tutti gli arrestati del giorno per poter individuare i cittadini, residenti a Milano, che richiedano l'attivazione di un percorso di orientamento ai servizi territoriali. Sono garantiti due tipi di intervento: attivazione di progetti individuali e prese in carico, per i cittadini italiani e gli stranieri con regolare permesso di soggiorno, residenti nel Comune di Milano che non hanno problemi di tossicodipendenza attiva; azioni di consulenza per tutti gli altri cittadini cui viene garantito comunque un servizio di segretariato, consulenza e orientamento. Il primo intervento ha durata variabile, inizia il giorno dell’arresto e si protrae fino alla presa in carico da parte dei servizi territoriali Le azioni di consulenza si esauriscono il giorno stesso del giudizio per direttissima.

Fonte: Comune Milano

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