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Positivo il contrasto all'evasione fiscale| sen. C.Fontana

| Scritto da Redazione
Positivo il contrasto all'evasione fiscale| sen. C.Fontana

DECRETO SEMPLIFICAZIONI TRIBUTARIE (Decreto legge n. 16/2012)
Intervento in Aula sen.ce Cinzia Fontana - 23 aprile 2012
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Fontana. Ne ha facoltà.
FONTANA (PD). Signora Presidente, colleghi, rappresentanti del Governo, nella fase di discussione del decreto sulla semplificazione fiscale, in prima lettura al Senato, avevamo già avuto modo di apprezzare le misure contenute nel provvedimento, volte in particolare a fare manutenzione di alcune norme per rispondere all'urgenza di una necessaria semplificazione del sistema fiscale e di un ulteriore potenziamento nella lotta all'evasione fiscale. L'obiettivo di promuovere un fisco più certo e, contemporaneamente, più semplice, di alleggerire gli adempimenti formali per cittadini ed imprese può aiutare a recuperare un rapporto di fiducia, di trasparenza e di giustizia. Perché non sta solo nel peso eccessivo del fisco il problema.

Il problema dei sistemi fiscali si annida anche nella loro farraginosità, complessità ed opacità. Vanno nella direzione della semplificazione - solo per citare alcuni titoli - le misure per una migliore accessibilità alla rateazione dei debiti tributari e per una riduzione dei divieti a carico dei contribuenti ammessi a rateazione, le disposizioni per ridurre contenziosi interpretativi, le modifiche e i limiti di pignorabilità.
Sul piano della lotta all'evasione è certamente positivo il ripristino, in nuove forme, dell'elenco clienti-fornitori, l'estensione degli obblighi di istanza preventiva per la compensazione dei crediti IVA e, non da ultimo, visto che è stato uno dei temi che in Commissione, come Gruppo, Senato abbiamo posto diverse volte, la responsabilità solidale tra committenti e subappaltatori.
La conferma, quindi, del rafforzamento di misure e strumenti per garantire l'impegno sistematico nel contrasto all'evasione, vero e principale presidio di civismo e di equità.
Senato e Camera hanno poi lavorato in queste settimane per introdurre misure che superassero alcune storture nell'applicazione dell'IMU. Le soluzioni trovate sono positive, perché rispondono, in parte, ad alcune questioni rimaste aperte nel passaggio dal vecchio al nuovo regime, così come positiva è, io credo, la flessibilità introdotta di poter apportare modifiche in corso d'anno. Certo, lo sappiamo, non è il massimo della chiarezza e le difficoltà operative sono evidenti. Ma il lavoro in progress permetterà di verificare la portata e l'impatto dell'imposta, visto che appunto è sperimentale, e anche (noi auspichiamo) di ritornare sulle anomalie tuttora in essere. Una per tutte: quella dell'assimilazione tra IMU su case affittate a canone concordato e IMU su immobili sfitti, che restano a disposizione del proprietario, oppure tra questi e quelli concessi in uso gratuito ai parenti di primo grado.
Non posso però sottacere quanto sia distorto e fuorviante il livello di allarme, il grado di allarme, riguardo a come vengono poste alcune questioni. Ed è importante fare chiarezza, perché l'operazione verità è anche un'operazione che sta a significare la dignità del ruolo che noi svolgiamo.
Innanzitutto, mi riferisco all'esenzione sulle fondazioni bancarie. Io ritengo sia profondamente sbagliato dare il messaggio che, con questo provvedimento, si siano esentate le fondazioni bancarie. La legge che introdotto l'ICI, la n. 504 del 1992, prevedeva che gli immobili utilizzati dagli enti non commerciali per finalità assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive e culturali e quant'altro avessero appunto una valutazione particolare.
Questo è: le fondazioni bancarie non sono esentate dall'IMU, le banche, come si va in giro falsamente a dire, non sono esentate dal pagamento dell'IMU. Se le fondazioni bancarie svolgono per quell'immobile attività non commerciale, cioè attività di questo tipo, vi è l’esenzione solo su quell’immobile specifico, come per gli altri enti. Dobbiamo, altrimenti, avere il coraggio di venire in Aula e avanzare una proposta di legge di modifica dell'istituzione giuridica delle fondazioni bancarie. Va benissimo qualsiasi discussione, ma dobbiamo affrontarla nella maniera giusta.
Così come ritengo sia profondamente distorto quanto si sta dicendo in questi giorni sulla tassa di scopo. Anche qui, lo voglio dire: la tassa di scopo, introdotta dal Governo Prodi, aveva delle finalità che io ho sempre condiviso, perché andavano proprio nella direzione dell'autonomia dei Comuni. I Comuni l'hanno poco applicata in questi anni, perché i sindaci (e io ho fatto il sindaco) sanno benissimo dove sia il limite alla possibilità di inserire o meno ulteriore tassazione.
Io voglio dire, e lo voglio dire anche al senatore Pittoni della Lega Nord, il quale afferma che si affronta tutto con un aumento delle tasse: io non ho capito su chi pensava impattassero le norme sul federalismo municipale. Perché oggi siamo all’applicazione di quanto voi avete introdotto. Quello che è stato inserito, appunto, in questo decreto, sulla tassa di scopo non è altro che l'articolo 6 (certo, quello prevedeva l'adozione di un regolamento) del decreto legislativo sul federalismo municipale.
Sottolineo questo per fare chiarezza, anche rispetto alle cifre che si stanno diffondendo sull'IMU sulla prima casa. Io non nascondo, perché lo sappiamo e lo vediamo tutti, la difficoltà e la pesantezza del carico fiscale che grava oggi sulle famiglie. Però, voglio riallacciarmi a quella operazione di verità di cui ho parlato in precedenza. Ho sentito autorevoli rappresentanti delle forze sociali, nei giorni scorsi, affermare che, per pagare l'IMU sulla prima casa, servirà un mese di stipendio di un lavoratore oppure un mese di pensione dei pensionati. Ecco, io ritengo che non si possa continuare a invocare responsabilità dalla politica e poi, fuori, davanti all'opinione pubblica (un'opinione pubblica già così immersa in difficoltà, che sono sicuramente vere, perché colpiscono la carne viva delle persone), usare questo tipo di mistificazioni. I dati confermerebbero, invece, che la nuova IMU sulla prima casa, con relative detrazioni, verrà pagata da meno della metà delle famiglie proprietarie della casa di abitazione.
I temi veri, semmai, sono altri due, che abbiamo affrontato in Commissione e su cui dovremmo, come Parlamento e Governo, impegnarci seriamente. Il primo riguarda la rivisitazione delle rendite catastali, perché questo aumento indiscriminato, su una base che era già di per sé iniqua, tra zone, territori, categorie censuarie, rimanda a una ulteriore iniquità.

Quindi, non entro nel merito del tema, che era già stato affrontato dal senatore Stradiotto, e quindi condivido le sue considerazioni, ma è un tema che dovremo affrontare e che è stato inserito nella legge di delega fiscale.
L'altro tema, anche questo molto importante, riguarda il rischio di un gettito sovrastimato dell'IMU della prima casa (ne abbiamo parlato anche oggi in Commissione), con una ricaduta negativa sui fondi di riequilibrio da destinare ai Comuni e, soprattutto, con il rischio che, questo sì, possa determinare la scelta dei Comuni di aumentare l'IMU sulle seconde case, e quindi di aumentare il 7,6 per mille, in questo caso con un impatto negativo soprattutto per quanto riguarda le attività produttive. Credo che il tema dell'introduzione anticipata dell'IMU riapra appunto il tema della rivisitazione di tutto il sistema della finanza comunale e richiama quanto ha ricordato il collega Barbolini, e che non riprendo, cioè il tema del coinvolgimento pieno dei Comuni nell'azione di governo. Solo così, attraverso un'azione sicuramente congiunta, possono essere affrontati il tema della finanza locale e, in prosieguo, il tema della rivisitazione di tutto ciò che è stato discusso in passato in ordine al federalismo.

Un riferimento ulteriore lo faccio al tema del gioco, che sicuramente tratterà in modo molto più competente il senatore Lauro. Come Gruppo, abbiamo presentato un ordine del giorno, proprio per sottolineare questa attenuazione, sicuramente questo passo indietro che alla Camera si è verificato. In quest'Aula abbiamo approvato mozioni, ordini del giorno all'unanimità, per sottolineare l'idea di affrontare il tema dei giochi in un modo innanzitutto organico. Più volte abbiamo detto che era necessario non intervenire continuamente, a spizzichi e bocconi, facendo un passo avanti e due passi indietro; credo sia ora venuto il momento di intervenire, e anch'io voglio evidenziare tale questione, anche se lo hanno già fatto altri colleghi, come i senatori Fleres, Barbolini e altri.

Un'ultima considerazione. Non possiamo nascondere che oggi abbiamo ancora più responsabilità di ieri. Se ieri abbiamo dovuto affrontare ed approvare manovre di emergenza, certo dure e pesanti, per mettere in sicurezza i conti del Paese, oggi il disagio sociale crescente ci impone di offrire al Paese la speranza di una via di uscita. Dobbiamo ascoltarlo, quel disagio, non per cavalcare demagogicamente il malessere, ma per coglierne le ragioni di fondo e delineare una cornice di futuro, alimentando il terreno delle politiche per la crescita, per il lavoro, l'equità e l'innovazione. Sulla base di tale parametro dovremo misurare la discussione che da domani affronteremo con il Documento di economia e finanza, con il piano nazionale delle riforme, con la legge delega fiscale, i contenuti della spending review.
Non siamo fuori dalla crisi. I mesi in corso sono tuttora particolarmente difficili e sappiamo che questo Paese non ce la farà, se sarà ulteriormente fiaccato. In tanti, troppi, casi quel disagio si sta trasformando in disperazione, in drammi, e in questo clima alla politica, ai partiti, a noi vengono addebitate responsabilità enormi. Per questo, serve prima di tutto un grande rigore morale e civico, serve - lo dico a noi, ma anche al Governo - la mitezza delle parole, l'esempio di scelte rigorose e la pratica di comportamenti conseguenti. (Applausi dal Gruppo PD. Congratulazioni).

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