Sabato, 27 aprile 2024 - ore 12.16

Redistribuzione dei migranti

Fico al vertice UE: no a meccanismo permanente di redistribuzione dei migranti

| Scritto da Redazione
Redistribuzione dei migranti Redistribuzione dei migranti

Al vertice del Consiglio europeo di Bruxelles ieri si è discusso di nuovo di migranti. L’incontro ha visto alcuni momenti caldi, tra i quali una baruffa tra i paesi del Gruppo V4 (Slovacchia, Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia) e gli altri Stati dell’Unione su un meccanismo permanente di distribuzione dei migranti tra i paesi membri dell’UE.  Il premier Robert Fico, che dirigeva la delegazione slovacca, ha detto a Tasr che «Dato che non eravamo d’accordo con le quote obbligatorie, la Slovacchia respinge anche, in linea di principio, il meccanismo permanente». La proposta di un meccanismo permanente, che non era stata inclusa nei documenti preparatori del vertice, è uscita da diversi paesi solo pochi giorni prima della partenza per Bruxelles.

Si è trattato di un momento «molto sgradevole», ha detto Fico, «proprio come successe per le quote obbligatorie». Ma noi del V4 «siamo riusciti a bloccare l’iniziativa» dopo un «duro scambio di opinioni». Anche se un piccolo Stato, ha sottolineato Fico, abbiamo il diritto di esprimere il nostro parere a voce alta, ha sottolineato il capo del governo.

Fico ha detto che la Slovacchia ha offerto una ventina di persone per integrare il personale di Frontex – l’Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea – e altre dieci nel 2016. Inoltre, il paese è coinvolto nel pattugliamento congiunto del confine ungherese-serbo insieme agli altri membri del Gruppo di Visegrad, e ha stanziato 21 milioni di euro per fronteggiare l’immigrazione. Tre milioni di euro andranno a un fondo fiduciario UE per la Siria, mezzo milione a un fondo fiduciario per l’Africa, 300mila euro al Programma alimentare mondiale, e lo stesso importo al Fondo immigrati e rifugiati del Consiglio d’Europa.

Al vertice di Bruxelles ieri è stato approvato anche un piano d’azione congiunto con la Turchia per limitare i flussi migratori verso l’Europa. Il presidente della Commissione UE Jean-Claude Juncker ha detto di essere pronto a un rapido negoziato per semplificare il processo di visto dalla Turchia, e che sarà fissato nei prossimi giorni l’importo del contributo finanziario che Ankara otterrà dall’UE, che secondo Merkel sarà intorno ai 3 miliardi di euro. La Turchia mantiene oggi quasi tre milioni di profughi siriani, che potenzialmente potrebbero voler spostarsi in Europa. Per evitarlo, è necessaria una azione congiunta con Ankara per fornire i campi profughi di infrastrutture, scuole, assistenza sanitaria.

La Slovacchia ha aderito su base volontaria all’iniziativa di redistribuzione di 40.000 richiedenti asilo in UE, accettando di ospitare 100 profughi, ma ha respinto le quote obbligatorie per 120.000 rifugiati che sono state approvate a maggioranza qualificata da un Consiglio dei ministri dell’Interno della UE. Insieme a Bratislava, hanno votato no anche la Repubblica Ceca, l’Ungheria e la Romania. Ma al contrario degli altri paesi, la Slovacchia intende andare fino in fondo alla questione, promettendo di presentare una querela contro le modalità della decisione (a maggioranza tra ministri dell’Interno e non all’unanimità in un Consiglio dei capi di stato e primi ministri), rifiutandosi di implementare tale decisione nella legislazione nazionale. La querela, ha detto Fico anche ieri a Bruxelles, sarà presentata entro il termine ultimo del 18 dicembre. Già in queste settimane un rappresentante legale della Slovacchia ha iniziato la redazione del ricorso da depositare alla Corte europea di giustizia. «Non abbiamo ragioni di cambiare idea», è la posizione del primo ministro slovacco. Il ricorso, ha specificato, sarà contro il sistema delle quote obbligatorie, e non contro i migranti o per evitare la solidarietà con chi fugge dal proprio paese per ragioni umanitarie.

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