Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 13.50

RIFONDAZIONE: LEGA DEI TICINESI E UDC DI NUOVOALL’ATTACCO DEI FRONTALIERI

Questa volta il motivo del contendere è il numero dei frontalieri in Ticino, arrivato a quasi quota 75’000 nel secondo trimestre del 2021.

| Scritto da Redazione
RIFONDAZIONE: LEGA DEI TICINESI E UDC DI NUOVOALL’ATTACCO DEI FRONTALIERI

RIFONDAZIONE: LEGA DEI TICINESI E UDC DI NUOVO, VERGOGNOSAMENTE, ALL’ATTACCO DEI FRONTALIERI

Ormai ogni scusa è buona, ma adesso hanno veramente stancato: la Lega dei Ticinesi e l’UDC non perdono occasione per lanciare una carica nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori frontalieri. Questa volta il motivo del contendere è il numero dei frontalieri in Ticino, arrivato a quasi quota 75’000 nel secondo trimestre del 2021.

Un attacco più diretto e più sfacciato quello di Quadri della Lega, che nel solito sproloquio domenicale parla di “invasione” (termine che dovrebbe essere molto caro ai sovranisti nostrani, che però non alzano un dito per far sentire la loro voce e difendere i nostri connazionali); uno più subdolo, ma non per questo meno grave, quello di Chiesa dell’UDC che, partendo dalla mancata calendarizzazione nel Parlamento italiano del nuovo accordo fiscale sui frontalieri (accordo che noi abbiamo sempre fortemente osteggiato), arriva a parlare addirittura di “inondazione”.

Ma di cosa parlano esattamente i due esponenti ticinesi? Nel Cantone Ticino il tasso di disoccupazione nel mese di ottobre è appena del 2,7% (e il tasso riguardante i soli cittadini svizzeri è ancora più basso), corrispondente a circa 4’500 persone; in Lombardia il tasso è più del doppio.

Quindi, di quali grave colpe si macchierebbero i frontalieri? L’aumento, inoltre, riguarda per gran parte il settore dei servizi, che ha potuto riprendere quasi a pieno regime dopo le restrizioni a causa della pandemia e che ha portato ricchezza e benessere in Ticino.

La realtà è che, senza il contributo determinante delle lavoratrici e dei lavoratori provenienti dall’Italia, molti settori in Ticino non potrebbero funzionare, con gravi danni per l’economia cantonale; anche nel settore della sanità e della cura delle persone è fondamentale la presenza dei frontalieri, come ha dimostrato la pandemia da covid.

Non per niente, lo stesso Quadri nel 2020 in piena emergenza pandemica, nonostante avesse definito gli italiani “impestati” aveva proposto di chiudere le frontiere ma di lasciarle aperte solo per i lavoratori della sanità.

Il frontalierato, in buona sostanza, è vantaggioso sia per l’Italia sia per la Svizzera e le lavoratrici e i lavoratori frontalieri sono abbastanza stanchi di subire queste offensive immotivate, nel silenzio quasi totale delle altre forze politiche italiane.

Cristiano Negrini,Segreteria provinciale Prc/SE- Federazione Provinciale Como e lavoratore frontaliere.

  • Ufficio stampa Partito della Rifondazione Comunista Lombardia
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