Domenica, 28 aprile 2024 - ore 06.42

Roberto Galletti al vaglio della direzione cittadina del PD Cremona.Eletta la segreteria

Nella sua relazione interviene anche sulle nomine: mancava una visione, perché non c’è stato modo di costruirla.

| Scritto da Redazione
Roberto Galletti al vaglio della direzione cittadina del PD Cremona.Eletta la segreteria

Roberto Galletti, neo segretario del PD nella città di Cremona affronta la prima direzione con una articolata relazione. La sua relazione è stata preceduta da un intervento di Don Antonio Pezzetti, direttore della Caritas di Cremona, che ha relazionato sulla situazione dell’immigrazione in città.

Al termine dalla riunione è stata eletta la segreteria cittadina così composta:

Roberto Galletti – segretario

Luigi Lipara

Giuseppe Tadioli

Santo Canale

Lia A Beccara

Francesca Baldini

Eleonora Sessa

 

Bella sua relazione Galletti fra l’altro dice: ‘ Come facciamo a difendere chi è vulnerabile, fragile, povero, ultimo,  se non condividiamo una VISIONE COMUNE? se non tracciamo una DIREZIONE INSIEME?

E come facciamo ad occuparci del bene comune, se siamo principalmente impegnati a farci la guerra in casa, appigliandoci a questo o a quel passaggio regolamentare, ognuna e ognuno aggrappato al suo fortino? E’ con questo spirito che ho invitato don Pezzetti ad intervenire e a parlarci di una situazione come quella dei migranti richiedenti asilo. Dovremmo fare attenzione a come la Destra, in Europa così come in Italia, stia tessendo pericolose alleanze tra le espressioni più populiste e xenofobe, contaminando sempre di più gli strati popolari e, in particolare, gli abitanti delle periferie.

Dovremmo fare di più! Si pensi ai progetti di cosiddetta “innovazione sociale” che promuovono il welfare comunitario; agli esperimenti di rigenerazione urbana; alle iniziative di economia sociale; oppure si considerino talune policy aziendali, attuate in imprese mediograndi, orientate alla promozione del benessere organizzativo; le misure di welfare aziendale

Perché parlare di ORGANIZZAZIONE, ramificata e capillare, è qualcosa di novecentesco e, di conseguenza, qualcosa di vecchio? Gli approfondimenti sulle sorti della città, che si tratti di edilizia scolastica, piuttosto che di strade, di infrastrutture, di casa e quant’altro, per quanto ci riguarda, non possono essere delegati alla buona volontà di “Comitati addetti ai lavori”. Analogamente, i Comitati di quartiere non sono gli unici interlocutori e portavoce dei bisogni e delle aspettative della cittadinanza. Sono una persona relativamente giovane, operaio nel sociale, con una famiglia che, a fronte della costante precarizzazione dei progetti di vita, tiene alla qualità del tempo, della vita e delle relazioni. Pertanto, faccio appello al buon senso di tutte e di tutti, invitando a dare il giusto peso e la giusta dimensione alle battaglie interne, per non perdere le forze necessarie a cogliere e ad affrontare le sfide che ci attendono fuori. Da quando sono stato eletto, due settimane fa, mi sono occupato unicamente di nomine e di segreteria.

Rispetto alle nomine vorrei proporvi un paio di elementi di riflessione con l’auspicio di dare un contributo sereno all’analisi di quanto accaduto in questo breve periodo. Francamente, ho l’impressione di essere stato investito da aspettative e attese che non potevo certamente soddisfare per almeno due ragioni, al netto dei miei limiti.

1) Veniamo tutte e tutti da un percorso congressuale di cui siamo reduci. È stato un percorso inaspettatamente aspro, che credo ci abbia provato e abbia messo a nudo una situazione interna logora e sfilacciata, più di quanto mi aspettassi. Il percorso congressuale ha assorbito molte energie, forse in quantità sovrabbondante rispetto alla causa e alla posta in gioco. In passato mi è parso di avvertire meno enfasi e passione per la segreteria cittadina. Se ciò ha comunque favorito una buona partecipazione al voto del 16 novembre; sicuramente non ci ha consentito di affrontare la questione delle nomine con serenità, con il tempo necessario, la dovuta lucidità e lungimiranza. E se appena prima, o a latere, del percorso congressuale si è tentato di innescare qualche processo in tal senso, io per primo non ho avuto modo di prendervi parte.

2) Una volta eletto, mi sono ritrovato a confrontarmi con candidature di vario tipo e su queste – sull’esistente – ci siamo mossi e abbiamo dialogato con la coalizione, con la Giunta ed il Sindaco. La situazione che si è venuta a creare – ed introduco il secondo elemento di riflessione – ci ha costretto a ragionare in modo serrato, a tratti quasi i barazzante, su dei nomi, perdendo di vista, anzi, mancando del tutto, un progetto complessivo/un indirizzo di ampio respiro sulle partecipate. Mancava una visione, perché non c’è stato modo di costruirla’.

In allegato l’intera relazione di Roberto Galletti

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