Giovedì, 13 febbraio 2025 - ore 16.14

Sconcertanti le motivazioni del Sindaco di Quintano che nega il ricordo di Matteotti

Triste che quella voce che si alzò intrepida in un Parlamento già ridotto a un’aula di manipoli sia oggi accantonata e negata.

| Scritto da Redazione
Sconcertanti le motivazioni del Sindaco di Quintano che nega il ricordo di Matteotti

Gentile direttore, holetto con sincero sconcerto le motivazioni addotte dal sindaco di Quintano al non accoglimento della proposta di una iniziativa per ricordare i 100 anni dell’assassinio di Giacomo Matteotti, richiesta avanzata da Giacomo Priore in consiglio comunale a nome della minoranza.

Il sindaco Elisa Guercilena motiva il suo rifiuto di promuovere iniziative asserendo che «la decisione della maggioranza di non accogliere la richiesta di iniziative per la commemorazione dell’omicidio di Matteotti è stata dettata dal deliberato intento di evitare azioni riconducibili a ideologie contrapposte...». Parole che ci pongono una domanda precisa: quanto è profonda la revisione in atto della memoria del paese? Così come il degradarsi di un tessuto di valori condivisi.

E di conseguenza si rimane nel dubbio: avanza una sempre più vuota conoscenza dei fatti del passato o si sta imponendo una consapevole distorsione della storia utile a confondere e annullare le ragioni dei giusti con le responsabilità degli assassini? Perché Matteotti e chi lo assassinò non sono ‘ideo - l og i e’, ma fatti precisi, chiari, trasparenti; Matteotti il 30 maggio 1924 pronunciò il suo ultimo discorso in Parlamento per denunciare e documentare le violenze, i brogli e le intimidazioni, che il governo di Mussolini (non un ‘id eolog ia’) consenti, organizzò, istruì per mutare un evento elettorale nella sua farsa. Al termine della denuncia di quanto accaduto,

Mussolini dichiarò ai sui stretti accoliti: «Ma quando farete tacere questa voce?». Pochi giorni dopo Matteotti venne rapito e assassinato da un gruppo di sgherri fascisti capeggiati dall’infame Dumini.

Non erano ‘due ideologie contrapposte’ a fare la storia di quei giorni ma fatti precisi, concreti: da una parte Matteotti a rivendicare il diritto a libere elezioni, a uno Stato democratico difensore dei cittadini da ogni sopruso e da ogni attentato alla libertà; dall’altro lato, i realizzatori, non di ideologie, ma del fatto di costruire uno Stato totalitario negatore di ogni libertà di espressione, di ogni libertà di libere elezioni, di ogni libertà di non essere assassinati per le proprie idee.

Allora, le argomentazioni del sindaco di Quintano sono segno dei tempi e sono, a nostra opinione, segni infausti, segni del venir meno di una coscienza civile comune, quella per cui quando si propose di commemorare Aldo Moro, assassinato dalle Brigate Rosse, anche se Moro era democristiano noi comunisti aderimmo convintamente. A conferma della comune condivisione di valori di fondo, a partire dal rifiuto della violenza. Non si disse «non aderiamo, non commemoriamo perché erano in campo due ideologie contrapposte». Giacomo Matteotti pagò con la vita la sua testimonianza di libertà e a strappargli la vita furono i negatori di ogni voce libera.

Triste che quella voce che si alzò intrepida in un Parlamento già ridotto a un’aula di manipoli sia oggi accantonata e negata.

Iose Giovanni Dioli,  Enrico Vola Casaletto Vaprio

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