Condivido con tutti i concittadini lo sgomento e la rabbia suscitata dalla lettura di dettaglio che tratteggia un universo di orribili abusi incredibilmente protratto nello spazio e nel tempo.
Colpiscono la crudezza dei fatti riportati e la violenza insita in atti abominevoli.
Colpiscono anche il numero dei minori abusati e, forse ancora di più, il lungo tempo in cui don Inzoli ha perpetrato i suoi crimini oltre alla quantità di persone che, molto probabilmente, erano a conoscenza di ciò che, per tanti anni, è avvenuto.
La densità del fenomeno è data anche dalla varietà dei luoghi dove gli abusi si sono consumati: la parrocchia, i campi scuola e le case vacanze, la scuola, la o le comunità per minori ...
E’ facile comprendere, leggendo le motivazioni della sentenza, che probabilmente esisteva un sistema di coperture omertose che ha consentito all’orco di continuare ad essere tale.
Sapere che attraverso il mio esposto, depositato nel giugno del 2014, sono partite le indagini che hanno portato alla sentenza che condanna Inzoli e leggere che già dal 2001 i vertici della Diocesi cremasca erano informati dei fatti, desta una in tutti noi non solo una profonda tristezza ma anche grande sconcerto e immensa rabbia: si poteva e si doveva fermare con largo anticipo e non è stato fatto.
Tutto ciò è gravissimo.
On. Franco Bordo Deputato della Repubblica Italiana per Sinistra Italiana