Venerdì, 10 maggio 2024 - ore 23.18

Servizio Civile: No alla guerra tra giovani italiani e giovani stranieri, Si al buon senso|Acli

| Scritto da Redazione
Servizio Civile: No alla guerra tra giovani italiani e giovani stranieri, Si al buon senso|Acli

I tempi sono stretti ma (se c'è la buona volontà) una soluzione è ancora possibile.
La vera necessità è quella di rivedere la legge sulla cittadinanza. La situazione paradossale che si è creata oggi rispetto al servizio civile è frutto di questo ritardo della politica. Quando un Paese ha una divario troppo grande tra le norme che la regolano e la realtà di cui è fatta rischia ingovernabilità e paradossi. Nelle piccole come nelle grandi cose.

Con il ricorso di un giovane pakistano accolto da parte del Tribunale di Milano e il ricorso di una ragazza albanese in attesa a Brescia, dopo gli enormi tagli già subiti sono stati bloccati a qualche giorno dalla partenza circa 18.000 giovani che (a scaglioni) dal 1 febbraio sarebbero dovuti partire. E la prospettiva è di rifare tutto da capo. Modificare il bando, riaprirlo, ripresentare le domande, rispostare le persone per le selezioni, ripubblicare le graduatorie, ricontrollarle e, al termine di tutto questo, fare la formazione e partire. Con uno spreco di tempo, energie e risorse che è incalcolabile. Con la probabilità altissima di ulteriori ricorsi da parte dei giovani che in questo modo si vedono negare il loro diritto. Con la situazione incerta di coloro che, in questo stesso bando, hanno avviato le attività in gennaio.

Chiediamo a tutto il Consiglio dei Ministri e al Presidente Monti di assumere ed esprimere la volontà politica di risolvere la situazione e di assegnare al Ministro Riccardi un mandato esplicito alla gestione della situazione con un potere negoziale reale. Per dimostrare che a tutti, ma in primo luogo ai giovani, che non siamo un Paese allo sbando, che la Politica è una cosa seria e che serve a risolvere i problemi in modo comune, che i diritti sono una conquista che accomuna e non che divide. I ragazzi, i partner in loco, i cosidetti "beneficiari" dei progetti in Italia e in giro per il mondo hanno già aspettato abbastanza e ulteriori proroghe provocherebbero sprechi di soldi già impegnati e non sarebbero comprese.

Chiediamo alle Associazioni che hanno patrocinato il ricorso e ai ragazzi stessi di avere l'orizzonte ampio della lotta per la legge sulla cittadinanza e per un Paese migliore e di evitare il rischio di cadere nella trappola della visione della singola battaglia sul singolo diritto. Una battaglia vinta su questo diritto senza una posizione consensuale e ledendo i diritti di tanti altri costerebbe troppo al Paese nello sforzo per un'integrazione migliore e per un'italia più accogliente e unita.

Che entrambe le parti facciano tutto quello che è in loro potere con competenza, tenacia e creatività per arrivare, entro i primi giorni della settimana prossima ad un dialogo diretto finalizzato a:

programmare i passi necessari per il superamento della discriminazione
permettere la partenza dei ragazzi dal 1 febbraio in avanti come previsto


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