Signor direttore, le invio questa mia ‘lettera aperta’ al signor Beppe Grillo.
‘Caro Beppe, sono una pensionata che ti ha dato il voto con entusiasmo e fiducia, perché tu ti sei impegnato a cambiare questa situazione in cui si trova l’Italia e gli italiani, ma tu, ora, invece di affrettarti a «fare subito» qualcosa che consenta la governabilità del Paese, continui solo a inveire e insultare gli avversari politici; capisco che nessuno merita grande fiducia, ma tu non ci puoi lasciare in questa situazione altri sei mesi, prospettando inoltre scenari apocalittici su quello che ci aspetta da un governo alleato su altri fronti che non sia il tuo, ma tu rifiuti sdegnosamente ogni minimo accordo, perché non ti è bastato vincere, volevi stravincere? Vuoi farne solo una vittoria personale? Ma stai attento perché il rischio è che potrai essere tu abbandonato prontamente da chi ti ha votato se tu non farai niente, se non una opposizione «dura». Certo il tuo programma in linea politica è buono, ma non basta, perché qui ci sono cose molto urgenti da affrontare, e se non partecipi tu e lo lasci fare agli altri, sarà un grosso tradimento per chi ti ha votato.
Ricorda che qui stiamo affondando nella miseria, e tu ci «prometti» che tra sei mesi non ci saranno più soldi né per le pensioni né per gli stipendi? Invece, al contrario, di fare in modo che ci siano aumenti, anche modesti, specie delle pensioni da fame che stiamo percependo, e soprattutto, controllo sulle tariffe (sei stato bravo, a suo tempo, a denunciare Parmalat e compari, e tutti gli altri che rubavano) e ora, telefono, luce, acqua, gas che continuano ad aumentare? E i prezzi anche degli alimentari, che ora non si mangia manco più?
Caro Grillo, qui siamo alla «canna del gas», fai qualcosa o finirà come la Grecia; metti da parte un filo d’orgoglio e pensa a dare un contributo per governare, se ci deludi anche tu, cosa ci resta? Per ora ho ancora qualche speranza, so che sei una persona intelligente e di cuore, quindi ti saluto con affetto e con tanti auguri di«fare» e «fare bene»’.
Walkiria Mainardi
(Cremona)
