Passaggio del testimone da oggi nella protesta delle scuole. Dopo tre settimane di sciopero a oltranza nelle scuole di ogni ordine e grado, cosa che ha coinvolto migliaia di insegnanti e costretto numerose scuole a chiudere i battenti, da oggi 15 febbraio tocca alle università, dove un certo numero di professori prendono l’iniziativa di interrompere il loro lavoro e proseguire lo sciopero iniziato dagli altri docenti. Gli iscritti all’ISU (Iniziativa degli Insegnanti Slovacchi), infatti, hanno deciso la scorsa settimana di sospendere a partire da oggi la loro protesta iniziata il 25 gennaio.
Il 15 febbraio è il giorno di inizio del semestre estivo nella maggior parte delle università. Finora ci sarebbero professori di 14 università in tutto il paese (sulle 35 totali) che hanno annunciato di volersi unire allo sciopero. Tra gli atenei coinvolti vi sono anche l’Università di Economia di Bratislava, l’Università di Presov, l’Università di Agronomia di Nitra e l’Università Comenius di Bratislava.
Per organizzare la protesta è stata creata la Iniziativa Docenti Universitari (IVU), secondo la quale in alcune università sarebbero 50 i docenti che hanno firmato per lo sciopero, mentre in altre sono trenta o anche solo una decina. La maggiore partecipazione alla protesta dovrebbe vedersi all’Università Comenius di Bratislava, la più grande della Slovacchia.
Le richieste dell’IVU sono più o meno come quelle portate avanti dall’ISU: incrementi salariali per tutti gli insegnamenti e gli altri dipendenti e un aumento dei bilanci dei ministeri dell’Istruzione e degli Interni nell’ordine di centinaia di milioni di euro per aiutare le singole università a modernizzarsi.
Il ministro dell’Istruzione Juraj Draxler ha fatto sapere oggi con una nota che considera lo sciopero dei docenti universitari iniziato oggi come un gesto simbolico da parte di singoli individui. Draxler si è allineato con la Conferenza Slovacca dei Rettori (CRS), che ha dichiarato in precedenza che le attività dell’IVU sono una iniziativa personale dei docenti stessi.
Il ministro ha informato che il suo dicastero è ancora alle prese con la preparazione di un documento in collaborazione con professionisti del settore istruzione per affrontare la questione della formazione continua degli insegnanti e sulle possibili alternative per il finanziamento delle scuole.
Sui numeri degli insegnanti in protesta non ci sono troppe conferme. Le università, dice la nota del ministro, sono istituzioni autonome e con un proprio autogoverno, e non hanno l’obbligo di riferire il numero di insegnanti coinvolti nello sciopero.
Fonte: Buongiorno Slovacchia