Sabato, 27 aprile 2024 - ore 03.25

Staderini (Radicale).No alla legge sul fine vita

| Scritto da Redazione
Staderini (Radicale).No alla legge sul fine vita

Caro direttore,
Ci rubano anche la morte. Accadrà davvero se il testo del disegno di legge contro il testamento
biologico approvato alla Camera passerà anche al Senato, non potremo più decidere
della nostra vita: lo hanno già fatto per noi Udc, Lega, Pdl e una ventina di parlamentari
dell'opposizione, meschine comparse di un film scritto in Vaticano. Dopo che con la
legge 40 sulla fecondazione assistita hanno rubato la vita e la libertà di ricerca scientifica,
questa volta ci rubano anche la morte.

Le Dat (dichiarazioni anticipate di trattamento) saranno valide, infatti, solo se la persona si trova
«in assenza di attività cerebrale cortico-subcorticale ». In pratica quando sei di fatto morto.
Non avranno nemmeno un valore vincolante, perché la decisione finale spetterà al
singolo medico. E comunque alimentazione e idratazione non potranno essere interrotte.

L'ossessione di questi moderni aguzzini è disinnescare le conquiste di libertà che le lotte
di Welby e della famiglia Englaro hanno garantito a tutti gli italiani. Nell'inverno del
2006 il militante Radicale Piergiorgio Welby, costretto dalla distrofia muscolare a vivere immobilizzato
grazie ad un respiratore artificiale, ha combattuto per affermare il suo - e il nostro - diritto costituzionale a interrompere le terapie.

Per aver staccato il ventilatore polmonare e somministrato una sedizione che gli evitasse una morte tra i rantoli, il dottor Mario Riccio subì processi penali e professionali dai quali risultò poi assolto.
Beppino Englaro e la sua famiglia impiegarono invece 17 anni prima che un Tribunale riconoscesse la volontà della figlia Eluana di rinunciare alla nutrizione artificiale qualora fosse stata nella condizione di stato vegetativo.

Contro tutto questo, cioè contro la libertà di autodeterminazione della persona garantita
dall'art. 32 della Costituzione, si è mobilitato quel sistema di potere che chiamo per comodità
Vaticano e che ha in Parlamento i suoi tanti baciapile.

Sono stati 278 i deputati che hanno messo il loro nome su una legge infame.

Sanno benissimo che sarà smantellata dalla Corte Costituzionale, come già siamo
riusciti a fare con la legge 40 grazie all'avvocato Filomena Gallo. Solo che ci vorranno anni,
durante i quali si ripeteranno i drammi umani per migliaia di famiglie e soprattutto i più poveri.

Un esempio? Pensate a una persona affetta da malattia degenerativa che si trovi davanti
alla scelta di farsi impiantare un sondino nasogastrico per nutrirsi: se lo farà non potrà
tornare indietro perché quel sondino non potrà più essere staccato. Ma se tutti i sondaggi
dicono che la maggioranza degli italiani e degli stessi cattolici è favorevole al testamento
biologico, quello vero, allora come hanno potuto lor signori votare il disegno di legge Calabrò?
Semplice, perché sanno che non ne risponderanno davanti agli elettori, come invece
accadrebbe in una democrazia. Certo, c'entra molto il Porcellum che rende tutti nominati
anziché eletti. Ma v'è di più. Perché chi poteva mobilitare le masse non lo ha mai fatto?
Perché i tenutari dell'informazione di regime non hanno mai organizzato un dibattito in
prima serata che potesse coinvolgere milioni di cittadini? Eppure quando ci fu il tentativo
del governo di sequestrare il corpo di Eluana decine di migliaia di persone si riversarono
nelle piazze.

Negli ultimi mesi noi Radicali per cinque volte abbiamo manifestato davanti Montecitorio
in totale solitudine, a parte alcune associazioni laiche e adesioni individuali. Dal Partito
democratico o da altri non si è vista una campagna di alcun tipo, nemmeno un manifesto.

Prima di parlare di referendum, c'è ancora tempo per fermare questa legge impopolare e
dunque tutt'altro che inarrestabile. Per tornare a mobilitare l'opinione pubblica e gli stessi
partiti. I parlamentari contrari al dl Calabrò si rivolgano pubblicamente ai propri segretari, a
partire da Bersani, Di Pietro e Fini, affinché il dibattito conclusivo al Senato sia preceduto
da una grande manifestazione nazionale per la libertà delle scelte di fine vita.

Mario Staderini
segretario dei Radicali Italiani

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