Il Parlamento ucraino da l'imprimatur alla liberalizzazione del controllo dei gasdotti del Paese con la partecipazione di compagnie europee e nordamericane. La Legge approvata con i voti dell'ex-coalizione 'Scelta Europea' Una Legge la cui approvazione integra l'Ucraina in Europa. Nella giornata di giovedì, 14 Agosto, il Parlamento ucraino ha approvato la Legge sulla riorganizzazione del sistema energetico dell'Ucraina in senso europeo: un provvedimento che armonizza la legislazione di Kyiv sull'energia ai regolamenti della Comunità Energetica Europea, che comprende, oltre ai 28 Paesi dell'Unione Europea, e alla stessa Ucraina, anche Moldova, Serbia, Albania, Macedonia, Montenegro, Bosnia-Erzegovina e Kosovo. Come riportato dal sito ufficiale della Rada, a permettere l'approvazione della Legge, votata in seconda e definitiva lettura, sono stati i voti del Partito di ispirazione social-popolare-democratica Batkivshchyna, a cui appartiene il Premier, Arseniy Yatsenyuk, del moderato UDAR -la forza partitica fondata dal Sindaco di Kyiv, Vitaly Klichko- e gli ultraconservatori di Svoboda. Queste tre forze politiche, dopo la destituzione del regime dell'ex-Presidente Viktor Yanukovych in seguito alla pacifica 'Rivoluzione della Dignità' sul Maydan, hanno dato vita alla coalizione 'Scelta Europea', scioltasi dopo la decisione di UDAR e Svoboda di lasciare da sola Batkivshchyna a sostenere il Governo Yatsenyuk. Tra i favorevoli alla Legge vi sono stati anche deputati indipendenti e quelli del gruppo Sviluppo Economico -composto da transfughi dall'establishment dell'ex-Presidente ucraino, Viktor Yanukovych- mentre, tra le fila dell'opposizione, i filorussi del Partito delle Regioni si sono astenuti, ed i parlamentari comunisti hanno votato contro. Nello specifico, la Legge prevede la cessione alla compagnia Ukrtranshaz del ramo della gestione della rete dei gasdotti ucraini da parte del colosso nazionale energetico Naftohaz, che d'ora in poi si occuperà solo della compravendita del gas. A sua volta, la Ukrtranshaz sarà divisa in due compagnie, che saranno privatizzate anche grazie all'intervento di enti dell'Unione Europea e degli Stati Uniti d'America.
Difatti, sia la Mahystralni Hazoprovody Ukrayiny, che si occuperà della gestione dei gasdotti ucraini, che la Pidzemni Hazovi Skhovishchya, dedicata alla gestione dei centri di stoccaggio, saranno possedute per il 51% dal Governo ucraino, mentre il 49% sarà dato in concessione a compagnie statunitensi ed europee.
L'approvazione della legge è dunque importante non solo perché integra il sistema ucraino con quello europeo, ma sopratutto perché concede la possibilità a compagnie UE di gestire il sistema dei gasdotti da cui, ad oggi, transita più del 90% del gas che l'Europa importa dalla Russia.
Le compagnie UE ed USA che intenderanno compartecipare alla gestione del sistema infrastrutturale energetico ucraino, come previsto da un emendamento al testo già approvato in prima lettura, dovranno tuttavia sottoporre all'avvallo del Parlamento adeguata documentazione in merito alla loro natura azionaria.
Questa misura, fortemente voluta da UDAR e Svoboda, poi accettata anche da Batkivshchyna, consente al Parlamento di controllare, ed evitare, che la gestione del sistema infrastrutturale energetico ucraino non finisca nelle mani di una compagnia energetica russa registrata in UE.
Kyiv vuole evitare il Southstream
A motivare questo timore è infatti il continuo ricatto a cui l'Ucraina è costretta dalla Russia, che intende rilevare il controllo del sistema infrastrutturale energetico ucraino per privare Kyiv della possibilità di riscuotere i diritti sul transito del gas russo attraverso il proprio territorio.
Per eliminare l'Ucraina dal traffico del gas in Europa, la Russia ha anche progettato la realizzazione del Southstream: un gasdotto, concepito fino all'Austria dalla Russia meridionale attraverso il fondale del Mar Nero, Bulgaria, Serbia, Ungheria e Slovenia, che incrementa la dipendenza dell'UE da Mosca.
"L'approvazione della legge è un chiaro segnale di appartenenza all'Europa che oggi l'Ucraina ha dato -ha dichiarato il Premier Yatsenyuk, a margine della votazione- Occorre ora fare fronte comune per la sicurezza energetica dell'Europa, e per evitare la realizzazione del Southstream".
Oltre all'approvazione della riforma del sistema energetico nazionale in senso europeo, l'Ucraina ha ottenuto l'aiuto di Slovacchia, Polonia e Germania a decrementare la dipendenza dal gas della Russia.
La compagnia slovacca Eustream ha dichiarato di avviare la sperimentazione dell'invio di gas russo in Ucraina da ovest, attraverso l'utilizzo in senso invertito, del gasdotto Vojany-Uzhhorod.
In aggiunta, la compagnia tedesca RWE si è detta intenzionata ad incrementare di 8,8 milioni di metri cubi al giorno la quantità di gas che già invia in Ucraina da ovest, attraverso i gasdotti ubicati in territorio polacco.
Matteo Cazzulani, Analista Politico dell'Europa Centro-Orientale, Twitter: @MatteoCazzulani