Giovedì, 28 marzo 2024 - ore 22.20

Un euro forte e globale per l’autonomia strategica dell’UE

Un euro forte e globale per l’autonomia strategica dell’UE

| Scritto da Redazione
Un euro forte e globale per l’autonomia strategica dell’UE

Fin dalla nascita il progetto dell’euro non ha avuto esclusivamente finalità di integrazione e semplificazione tra gli Stati membri, ma anche velleità di grandezza. L’euro è, infatti, a oggi la seconda valuta più utilizzata al mondo dopo il dollaro e, attraverso scelte e azioni adeguate, potrebbe in futuro realmente divenire uno strumento fondamentale per un ruolo più autonomo ed efficace dell’Unione Europea a livello globale. Come nel caso della politica industriale comunitaria, la Commissione geopolitica di Ursula Von Der Leyen ha deciso di lavorare per un deciso consolidamento, consapevole che dal punto di vista economico-finanziario un euro forte e globale è l’altro tassello cruciale per il compimento pieno del concetto di autonomia strategica dell’UE. 

Dal 1945 il dollaro è la valuta globale per eccellenza: la maggior parte delle transazioni commerciali nel mondo avvengono in dollari, gli strumenti finanziari internazionali più importanti sono costruiti in dollari e persino gli indicatori economici più considerati sono espressi in dollari. Questa supremazia non è soltanto motivo di orgoglio fine a sé stesso per gli Stati Uniti, ma è un indispensabile strumento di forza che viene utilizzato sapientemente per ottenere benefici economici e per supportare i propri scopi politici. Sebbene negli ultimi anni alcuni economisti abbiano sollevato il sospetto che questa impareggiabile condizione di superiorità del dollaro sia per alcuni versi un fardello, i vantaggi per gli Stati Uniti sono stati senza dubbio numerosi e considerevoli; in particolare, difficilmente Washington riuscirebbe a mantenere un ruolo di influenza globale tanto importante senza un dollaro così forte e diffuso. Così, nel suo progetto di affermazione come attore globale chiave l’Unione Europea non poteva lasciare indietro la questione della valuta. L’euro è nato fin dal principio accerchiato da speranze su un suo possibile ruolo nell’influenza internazionale di Bruxelles e oggi sembra essere a un buon punto in questo percorso.

A oggi, infatti, i dati presentano una situazione in cui il dollaro è ancora  la principale valuta a livello globale, ma l’euro, pur essendo una moneta giovane, si è già affermato come valuta affidabile e internazionalmente diffusa: al novembre 2020 il 38% dei pagamenti a livello mondiale è avvenuto in euro e il 20% della disponibilità globale di riserve di valuta estera è detenuto in euro. L’UE è consapevole che l’euro ricopre un ruolo cruciale nel suo perseguimento di un’autonomia strategica che rafforzi la posizione globale di Bruxelles. Detenere una moneta unica di insignificante portata internazionale sarebbe un segno più di debolezza che di forza e indipendenza. A fronte di questo scenario, la Commissione diretta da Ursula Von Der Leyen sembra avere le idee chiare e nel gennaio 2021 ha pubblicato un piano con azioni precise per fortificare l’euro. Internamente i dissidi sicuramente esistono, ma, a differenza di molte altre tematiche europee, il rafforzamento dell’euro sembra godere di un importante consenso. Le priorità sono principalmente due: consolidare la stabilità dell’euro e aumentarne la diffusione a livello globale.

Sul punto della stabilizzazione della moneta unica le prime azioni da intraprendere sono quasi definibili classiche poiché spesso invocate: la Commissione scrive, infatti, che è necessario lavorare su una maggiore integrazione economica, che significa soprattutto unione bancaria, e su una ancora maggiore crescita del mercato unico. Da un lato, l’integrazione economica è necessaria per affrontare in modo più efficace future crisi simili a quella recente dei debiti sovrani dimostrando così al mondo la solidità dell’UE e indirettamente dell’euro; dall’altro lato, la crescita del mercato europeo, già il mercato unico più grande al mondo, non sarebbe altro che un punto a favore per l’affidabilità dell’euro, valuta capace di gestire un tale flusso di transazioni. Dopo aver invocato queste azioni, è interessante notare come la Commissione ponga un’enfasi importante sul Next Generation EU, il piano varato per aiutare gli Stati membri a recuperare dalla crisi dovuta alla pandemia. Nel documento viene sottolineata la facilità con cui la Commissione ha allocato i primi miliardi di debito per finanziare il piano, chiara dimostrazione del fatto che gli investitori percepiscono l’UE e l’euro come elementi solidi all’interno del mercato. L’Unione ritiene che il NGEU, oltre a svolgere la sua funzione di aiuto dopo la crisi, possa essere anche un elemento che consolidi il ruolo economico internazionale di Bruxelles. La Commissione è speranzosa e convinta che nel dramma della crisi l’UE sia riuscita a produrre uno strumento che rafforza agli occhi del mondo la stabilità delle sue istituzioni e l’affidabilità della sua moneta.

Per quanto riguarda la volontà di aumentare la circolazione dell’euro a livello internazionale, l’obiettivo della Commissione è chiaro: espandere l’economia dell’eurozona e il suo raggio di commercio. In questo campo, oltre alla classica idea di aumentare semplicemente il volume del commercio e degli investimenti in Paesi terzi, la Commissione lega la spinta della diffusione dell’euro alla necessità dello sviluppo sostenibile. Per raggiungere gli obiettivi prefissati nei vari piani di green new deal delle istituzioni europee e negli stessi pieni di ripresa e resilienza dei Paesi membri nell’ambito del NGEU, gli investimenti nel campo dello sviluppo sostenibile che l’UE muoverà saranno considerevoli. Pertanto, la Commissione è intenzionata a creare nuovi strumenti finanziari in euro che incentivino gli investimenti in energia pulita. La speranza è che Bruxelles possa guidare la penetrazione nel mercato di green bonds costruiti in euro e pianificati per affrontare la lotta al cambiamento climatico. La riuscita di un’operazione di questo tipo sarebbe un vero successo per Bruxelles: al consolidamento e alla diffusione dell’euro si unirebbe la promozione dello sviluppo sostenibile, valore cardine dell’UE negli ultimi anni.

Nel documento ufficiale la Commissione propone molte altre azioni che coinvolgono anche ulteriori campi, come per esempio il ruolo dell’euro nel digitale, ma ogni proposta ha lo scopo chiaro di rafforzare la moneta in termini di stabilità e diffusione globale. Questa intenzione è così forte, poiché si comprende la necessità di una valuta dal ruolo significativo per affermarsi a livello internazionale e costruire una più completa autonomia strategica. Rispetto al raggiungimento di quest’ultima, un euro forte si rivela indispensabile, poiché soddisfa entrambi i cardini della dottrina: maggiore indipendenza, ma allo stesso tempo un ruolo più di peso a livello multilaterale. Una valuta più stabile e credibile, scrive la stessa Commissione, aiuterebbe infatti sia l’Unione stessa a sopravvivere in caso di crisi di valute estere riducendo l’indipendenza da queste ultime sia l’intero sistema monetario internazionale fornendo diversificazione nell’architettura globale delle valute e maggiore scelta agli operatori di mercato. L’efficacia dell’autonomia strategica dell’UE dipende, dunque, in maniera consistente dal successo globale dell’euro.

In conclusione, per una volta le istituzioni europee sembrano avere le idee chiare verso un tema e i dissapori interni appaiono contenibili e risolvibili. Ovviamente il documento non è perfetto, ad esempio non si considera minimamente la concorrenza della Cina con la sua valuta, e soprattutto il passaggio dalle parole ai fatti non è mai scontato; tuttavia, almeno dal punto di vista del come trattare la propria moneta unica la strada per il raggiungimento di una piena autonomia strategica europea e per l’affermazione di Bruxelles come attore chiave a livello globale sembra essere ben tracciata.

(Giulio Petrillo, Geopolitica.info cc by nc)

 

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