Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 15.44

Un’UE verde, sana, connessa

| Scritto da Redazione
Un’UE verde, sana, connessa

Attenzione all’ambiente, alla salute e alla digitalizzazione per l’Unione europea del domani, che vuole mettercela tutta per uscire dalla crisi prodotta dal coronavirus con lo spirito incarnato da Carola e Vittoria, le due ragazze che durante la quarantena giocavano a tennis tra i tetti della Liguria. Così la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che oggi ha tenuto il suo primo discorso sullo Stato dell’Unione.

“Non è solo il coraggio e il talento delle ragazze a spiccare. È la lezione che c’è dietro. Sul non permettere che ostacoli ti ostacolino, sul non lasciare che le convenzioni ti trattengano, sul cogliere l’attimo”. Questo l’approccio della sua commissione, ha spiegato von der Leyen in un lungo intervento in cui ha assicurato che il 37% di NextGenerationEU sarà destinato al Green Deal e anticipato che l’anno prossimo sarà organizzato con l’Italia un vertice mondiale sulla salute.

Citato Sakharov e la sua “incrollabile fede nella forza nascosta dello spirito umano”, spirito che, ha detto von der Leyen, “gli europei hanno dimostrato quanto sia forte”, la realtà è che “un virus mille volte più piccolo di un granello di sabbia ha rivelato quanto possa essere delicata la vita”, mettendo a nudo “le tensioni sui nostri sistemi sanitari”, ma anche “la fragilità” degli ecosistemi, mostrando “quanto sia davvero fragile la nostra comunità di valori e quanto velocemente possa essere messa in discussione in tutto il mondo e anche qui nella nostra Unione”.

Le persone “vogliono uscire” da queste condizioni, “pronte ad andare avanti”. Dunque “questo è il momento per l’Europa” affinchè “apra la strada ad una nuova vitalità” attraverso NextGenerationEU.

“È il momento di mettersi al lavoro”, ha aggiunto von der Leyen, citando la Lettera di Intenti inviata stamane al Presidente del Parlamento Ue Sassoli e alla Cancelliera Merkel – a nome della Presidenza tedesca – in cui delinea i piani della Commissione per l’anno a venire.

Nei prossimi 12 mesi l’Unione dovrà concentrarsi sulla sanità, l’ambiente, la digitalizzazione.

“La pandemia – e l’incertezza che ne consegue – non è finita. E la ripresa è ancora nella sua fase iniziale. Quindi la nostra prima priorità è aiutarci a vicenda. Per essere lì per chi ne ha bisogno”, le parole di von der Leyen. “Grazie alla nostra straordinaria economia sociale di mercato, l’Europa può farlo. È soprattutto un’economia umana che ci protegge dai grandi rischi della vita: malattia, sfortuna, disoccupazione o povertà. Offre stabilità e ci aiuta ad assorbire meglio gli urti. Crea opportunità e prosperità promuovendo innovazione, crescita e concorrenza leale”.

Citate le misure dell’Unione per il rimpatrio dei cittadini e l’avvio dei meccanismi di protezione richiesti, von der Leyen ha sostenuto che è necessario “costruire un’Unione europea della sanità più forte”, cominciando dal “rendere il nostro nuovo programma EU4Health a prova di futuro”. L’unione deve “rafforzare la preparazione alle crisi e la gestione delle minacce sanitarie transfrontaliere”. Quindi il primo passo sarà “rafforzare e responsabilizzare l’Agenzia europea per i medicinali e l’ECDC, il nostro centro per la prevenzione e il controllo delle malattie”. Quindi verrà creata “un’agenzia per la ricerca e lo sviluppo avanzati biomedici” e, infine, “discutere la questione delle competenze sanitarie”.

“Poiché questa è una crisi globale, dobbiamo imparare lezioni globali. Per questo motivo, insieme al Presidente del Consiglio Conte e alla Presidenza italiana del G20, convocherò il prossimo anno in Italia un Vertice mondiale sulla salute”, ha annunciato von der Leyen.

“Ciò dimostrerà agli europei che la nostra Unione è qui per proteggere tutti. E questo è esattamente quello che abbiamo fatto quando si tratta di lavoratori”, ha aggiunto citando Sure, il programma attraverso cui “16 paesi riceveranno presto quasi 90 miliardi di euro per sostenere i lavoratori e le aziende” così da “proteggere milioni di posti di lavoro, redditi e aziende in tutta l’Unione”.

Contro gli stipendi da fame e il dumping dei salari che “distrugge la dignità del lavoro”, von der Leyen ha annunciato una proposta giuridica della Commissione per “sostenere gli Stati membri nella creazione di un quadro per i salari minimi”.

Quanto alla stabilità, “la Commissione ha immediatamente attivato la clausola di salvaguardia generale per la prima volta nella nostra storia; abbiamo reso flessibili i nostri fondi europei e le norme sugli aiuti di Stato” autorizzando, tra l’altro, “oltre 3 trilioni di euro a sostegno di imprese e industrie: dai pescatori della Croazia agli agricoltori in Grecia, dalle PMI in Italia ai liberi professionisti in Danimarca”.

Un supporto che deve continuare perché “le nostre economie necessitano di un sostegno politico continuo” così da cogliere appieno le “opportunità” del mercato unico, ma “dobbiamo abbattere le barriere del mercato unico. Dobbiamo ridurre la burocrazia” e ripristinare Schengen”.

Il futuro dell’Unione dovrà essere “verde”: “il Green Deal europeo è il nostro modello per realizzare questa trasformazione”. Al centro di tutto “c’è la nostra missione: diventare il primo continente climaticamente neutro entro il 2050”.

“Dobbiamo cambiare il modo in cui trattiamo la natura, come produciamo e consumiamo, viviamo e lavoriamo, mangiamo e riscaldiamo, viaggiamo e trasportiamo. Quindi affronteremo tutto, dalle sostanze chimiche pericolose alla deforestazione all’inquinamento. Questo è un piano per una vera ripresa. È un piano di investimenti per l’Europa. Ed è qui – ha sottolineato – che NextGenerationEU farà davvero la differenza” visto che “il 37% di NextGenerationEU sarà speso direttamente per gli obiettivi del Green Deal europeo”.

“Voglio che NextGenerationEU dia il via a un’ondata di rinnovamento europeo e renda la nostra Unione leader nell’economia circolare”, ha aggiunto. Ma questo non è solo un progetto ambientale o economico: deve essere un nuovo progetto culturale per l’Europa. Ogni movimento ha il suo aspetto e la sua sensazione. E dobbiamo dare al nostro cambiamento sistemico una propria estetica distinta, per abbinare lo stile alla sostenibilità. Questo è il motivo per cui creeremo un nuovo Bauhaus europeo, uno spazio di co-creazione in cui architetti, artisti, studenti, ingegneri, designer lavorano insieme per realizzare questo obiettivo”.

Oltre che verde, l’Unione dovrà essere sempre più digitale: “immaginate la nostra vita durante la pandemia senza il digitale. Dobbiamo fare di questo il decennio digitale dell’Europa” partendo da tre aree: i dati, l’intelligenza artificiale e le infrastrutture. Per farlo “investiremo il 20% di NextGenerationEU sul digitale”.

Quanto alla sua proiezione nel mondo, l’Europa “sceglie di tendere la mano. La nostra leadership non riguarda la propaganda egoistica. Non si tratta di Europe First”, ha detto von der Leyen citando l’America First di Trump. “Si tratta di essere i primi a rispondere seriamente alla chiamata quando è importante”, ha spiegato ricordando il supporto europeo fornito a diversi paesi durante l’epidemia, Sudan, Afghanistan, Somalia, Venezuela tra gli altri, e assicurando che lo stesso verrà fatto quando sarà pronto un vaccino: “proprio questo mese, l’UE si è unita alla struttura globale COVAX e ha contribuito con 400 milioni di euro per garantire che i vaccini sicuri siano disponibili non solo per coloro che possono permetterseli, ma per tutti coloro che ne hanno bisogno. Il nazionalismo vaccinale mette a rischio vite umane. La cooperazione sui vaccini li salva”.

Citate le crisi in Libia e Siria, i rapporti con la Cina, il rispetto dei diritti umani, Hong Kong e la Bielorussia – “l’Unione europea è dalla parte del popolo bielorusso” – ma anche l’avvelenamento di Navalny e i rapporti con la Turchia, von der Leyen ha confermato che “l’Europa deve approfondire e perfezionare i suoi partenariati con i suoi amici e alleati”, a cominciare “dalla rivitalizzazione della nostra partnership più duratura”, quella con gli Usa. Entro l’anno “saremo pronti a costruire una nuova agenda transatlantica”, senza dimenticare, però, l’Oltremanica.

“Abbiamo bisogno di nuovi inizi con vecchi amici”, ha detto la presidente riferendosi alla Brexit: “ogni giorno che passa le possibilità di un accordo tempestivo iniziano a svanire. I negoziati sono sempre difficili. Ci siamo abituati. E la Commissione ha il negoziatore migliore e più esperto, Michel Barnier, a guidarla. Ma i colloqui non sono proseguiti come avremmo voluto. E questo ci lascia pochissimo tempo. Come sempre, quest’Aula sarà la prima a saperlo e avrà l’ultima parola. Ci sono voluti tre anni per negoziare quell’accordo e ci abbiamo lavorato incessantemente. Riga per riga, parola per parola. E insieme ci siamo riusciti. Il risultato garantisce i diritti dei nostri cittadini, gli interessi finanziari, l’integrità del mercato unico e, soprattutto, l’accordo del Venerdì santo”. A due giorni dal voto “illegale” di Westminster, von der Leyen ha assicurato che sull’Irlanda del Nord “non torneremo mai indietro”.

Prima di soffermarsi sull’immigrazione, von der Leyen cita anche “i nostri vicini più stretti”, i Balcani occidentali, i rapporti con il Giappone e la designazione di aree marittime protette in Antartide.

Sul tema migranti “la prossima settimana la Commissione presenterà il suo nuovo patto: adotteremo un approccio umano e umano. Salvare vite in mare non è un optional. E quei paesi che adempiono ai loro doveri legali e morali o sono più esposti di altri, devono poter contare sulla solidarietà di tutta la nostra Unione europea”. E ancora: “garantiremo un collegamento più stretto tra asilo e rimpatrio. Dobbiamo fare una chiara distinzione tra coloro che hanno il diritto di restare e coloro che non lo hanno. Agiremo per combattere i trafficanti, rafforzare le frontiere esterne, approfondire i partenariati esterni e creare percorsi legali. E faremo in modo che le persone che hanno il diritto di rimanere siano integrate e fatte sentire benvenute. Hanno un futuro da costruire e capacità, energia e talento”.

Le immagini del campo di Moria “sono un doloroso promemoria della necessità che l’Europa si unisca. Dobbiamo ricostruire la fiducia tra di noi e andare avanti insieme. Questa fiducia è al centro della nostra Unione e del modo in cui facciamo le cose insieme”.

Unita, l’Unione, deve esserlo anche contro ogni razzismo: “è il momento di cambiare. Per costruire un’Unione veramente antirazzista, che va dalla condanna all’azione. La Commissione sta proponendo un piano d’azione per iniziare a farlo. In questo contesto, proporremo di estendere l’elenco dei crimini dell’UE a tutte le forme di crimini ispirati dall’odio e di incitamento all’odio, a causa della razza, della religione, del genere o della sessualità. L’odio è odio e nessuno dovrebbe sopportarlo. Rafforzeremo le nostre leggi sull’uguaglianza razziale dove ci sono lacune. Useremo il nostro budget per affrontare la discriminazione in settori come l’occupazione, l’alloggio o l’assistenza sanitaria. Diventeremo più severi sull’applicazione quando l’implementazione sarà in ritardo. Perché in questa Unione la lotta al razzismo non sarà mai un optional”. Non solo: “miglioreremo l’istruzione e la conoscenza sulle cause storiche e culturali del razzismo” e “affronteremo i pregiudizi inconsci che esistono nelle persone, nelle istituzioni e persino negli algoritmi”. Presto “nomineremo il primo coordinatore antirazzismo della Commissione per mantenere questo tema in cima alla nostra agenda e per lavorare direttamente con le persone, la società civile e le istituzioni”.

L’Ue dell’uguaglianza passa necessariamente dal genere: “le zone contro i diritti LGBTQI sono inumane e non hanno posto nella nostra Unione”. La Commissione “presenterà presto una strategia per rafforzare i diritti LGBTQI. In questo contesto, spingerò anche per il riconoscimento reciproco delle relazioni familiari nell’UE. Se sei genitore in un paese, sei genitore in ogni paese”.

“Questo è il mondo in cui vogliamo vivere. In cui siamo uniti nella diversità e nelle avversità. Il mondo in cui lavoriamo insieme per superare le nostre differenze e sostenerci a vicenda quando i tempi sono duri. Costruendo oggi un mondo più sano, più forte e più rispettoso in cui vogliamo che i nostri figli vivano domani”.

“Ma mentre cerchiamo di insegnare ai nostri figli la vita, i nostri figli sono impegnati a insegnarci che cos’è la vita. L’anno scorso ci ha mostrato quanto sia vero questo. Potremmo parlare dei milioni di giovani che chiedono il cambiamento per un pianeta migliore. O delle centinaia di migliaia di bellissimi arcobaleni di solidarietà affissi alle finestre dell’Europa dai nostri figli. Ma – ha detto von der Leyen – c’è un’immagine che mi è rimasta impressa negli ultimi sei mesi difficili. Un’immagine che cattura il mondo attraverso gli occhi dei nostri figli. È l’immagine di Carola e Vittoria. Le due ragazze che giocano a tennis tra i tetti della Liguria, Italia. Non è solo il coraggio e il talento delle ragazze a spiccare. È la lezione che c’è dietro. Sul non permettere che ostacoli ti ostacolino, sul non lasciare che le convenzioni ti trattengano, sul cogliere l’attimo. Questo è ciò che Carola, Vittoria e tutti i giovani d’Europa ci insegnano sulla vita ogni giorno. È ciò di cui si occupa la prossima generazione europea. Questa è NextGenerationEU”.

“Il futuro sarà ciò che creeremo. L’Europa sarà ciò che vogliamo che sia. Quindi smettiamola di parlarne. E mettiamoci al lavoro. Rendiamola forte. E – ha concluso – costruiamo il mondo in cui vogliamo vivere. Lunga vita all’Europa!”

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