Sabato, 20 aprile 2024 - ore 11.51

Una bussola strategica europea per la sicurezza e la difesa

Lo scorso 21 marzo il Consiglio dell’Unione europea ha approvato il documento di livello strategico denominato

| Scritto da Redazione
Una bussola strategica europea per la sicurezza e la difesa

Con il ritorno della guerra in Europa determinato dall’aggressione ingiustificata della Russia ai danni dell’Ucraina, la sicurezza dell’UE è messa alla prova. L’Europa vive un’epoca di competizione strategica e di complesse minacce alla sicurezza senza precedenti, caratterizzata dal repentino aumento delle minacce ibride, sia in termini di frequenza che di impatto. In tale contesto, l’unione di intenti ed una strategia comune esplicitata soprattutto attraverso il soft power, potrebbero rappresentare la chiave di volta. D’altronde, persino la situazione pandemica, in corso di normalizzazione, ci fa riflettere su quanto i vaccini, gli standard tecnologici e la capacità di gestire il complesso spettro delle crisi, rappresentano, oggi più che mai, strumenti di competizione politica.

Fino a pochi mesi orsono, i più illustri politologi e gli istituti di analisi internazionali, si erano, seppur con estrema moderazione, sbilanciati in pochissimi pronostici sul futuro. Tuttavia, tra tutte, era in voga la certezza che l’attuale secolo avesse determinato la fine della centralità europea nella geopolitica internazionale. Invece, i recenti atteggiamenti assertivi degli attori statuali in cerca di potere e prestigio – Russia prima tra tutti – sembrerebbero essere incentrati proprio sul cuore del continente europeo.

Il documento in analisi condanna senza mezzi termini l’aggressione ai danni dell’Ucraina, ed oggi, non solo lo spazio in senso fisico, ma anche altre contese quali l’accesso all’alto mare, lo spazio extra-atmosferico e la dimensione digitale, sono analizzati nella “Bussola Strategica” come problematiche aperte ed attualissime, che mettono a repentaglio la sicurezza europea.

Il mondo che abbiamo davanti

Per redigere la “Bussola Strategica”, nel 2020, l’UE ha condotto una prima analisi delle minacce e delle sfide emergenti, convenendo sulla necessità di ritornare ad una politica di potenza in un mondo multipolare conteso. L’UE è una convinta sostenitrice del multipolarismo efficace basato su regole condivise, per fronteggiare il mondo che abbiamo davanti. Oggi l’Unione è difatti circondata da aree di instabilità diffusa, sia sul fianco est caratterizzato da un mix di pericolose aggressioni armate, guerre d’alto ordine secondo il concetto Clausewitziano, che appaiono quasi anacronistiche al giorno d’oggi, sia sul fianco sud, il mare nostrum, oggi oggetto di dispute sulle aree di giurisdizione degli stati rivieraschi e di potenziali turbolenze nell’area del mediterraneo orientale.

Inoltre, non è ancora possibile dar per scontata la stabilità dei Balcani occidentali, pertanto è fondamentale che l’UE sostenga la sovranità, l’unità e l’integrità territoriale della Bosnia-Erzegovina e che si faccia promotrice del dialogo Pristina-Belgrado.

L’attenzione è attualmente concentrata sul fronte ucraino, ma anche la Moldavia e la Georgia subiscono minacce, in modo più o meno esplicito, contro le rispettive integrità territoriali. Per non parlare dell’“effetto domino” generato dalla crisi libica, che ha poi destabilizzato tutta la regione Middle East-North Africa (MENA), culminando con il conflitto in Siria.

Minacce e sfide emergenti

Oltre ai conflitti sopra citati, a livello globale emergono nuove sfide e minacce trans-nazionali che, seppur non strettamente connesse con la dimensione militare, si riverberano direttamente sulla sicurezza dell’UE. Prima tra tutte, il terrorismo e l’estremismo violento, che hanno sempre trovato in Europa terreno fertile, sia per la propaganda di ideologie, che per l’esecuzione di attentati diretti, incoraggiati o ispirati dall’estero. La proliferazione delle armi di distruzione di massa è una minaccia tutt’altro che superata, soprattutto alla luce dei recenti programmi nucleari della Repubblica di Corea, dell’Iran e delle prospettive di nuclearizzazione dei paesi sotto l’influenza della Federazione Russa. In generale, la soglia di accesso alle armi si è enormemente abbassata, portando ad una graduale corsa agli armamenti o “weaponarizzazione”. In merito, purtroppo, in Europa manca un’architettura di controllo degli armamenti, un gap che incide direttamente sulla nostra stabilità e sicurezza. Proprio per tale motivo, la “Bussola Strategica” sostiene apertamente sia l’Agenzia internazionale per l’energia atomica che l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche.

In ultimo il ricorso alle nuove forme di guerra come elemento di destabilizzazione: guerre ibride, attacchi cyber, disinformazione, ingerenza nei processi elettorali, coercizione economica e strumentalizzazione dei flussi migratori irregolari. Tutte problematiche di rilievo, che hanno conseguenze dirette sulla stabilità e sulla capacità di esprimere una governance efficace.

Alla luce delle analisi proposte, la “Bussola Strategica” converge sulla necessità di raddoppiare gli sforzi per attuare un approccio integrato alla sicurezza, ai conflitti e alle crisi, riprendendo il concetto strategico che l’Alto Rappresentante Federica Mogherini aveva emanato con la “European Union Global Strategy 2016”. L’ambizione espressa nel 2016 diviene ancora più urgente alla luce delle sfide odierne e l’UE deve assumersi, con rapidità, maggiori responsabilità per la propria sicurezza, agendo nel vicinato ed oltre.

Gli obiettivi della bussola strategica

Il documento fissa in modo chiaro gli obiettivi da raggiungere affinché l’UE sia più assertiva nella sicurezza e difesa, capace di azioni efficaci, di garantire sicurezza e resilienza nella gestione di crisi. Tra tutti, il più ambizioso è quello di raggiungere, entro il 2025, la capacità di dispiegare in modo rapido una forza modulare di 5000 militari in ambiente non permissivo, la capacità di pianificazione e condotta di due operazioni su piccola scala oppure una operazione su media scala.

Entro il 2025 prevede capacità unica di analisi dell’intelligence attraverso una stretta collaborazione delle agenzie informative dei Paesi membri, per facilitare lo scambio di informazioni, comprese le informazioni classificate.

Entro il 2022 si prefigge lo scopo di sviluppare un pacchetto di strumenti contro le minacce ibride per garantire misure preventive, di cooperazione, di stabilizzazione, solidarietà ed assistenza reciproca, come risposta coordinata alle campagne ibride che interessano i Paesi dell’UE. A ciò si affiancherà un pacchetto di strumenti di diplomazia informatica, in particolare valutando eventuali misure di risposta tese a garantire cyber-resilienza.

Entro la fine del 2023 l’UE adotterà una strategia spaziale per la sicurezza e la difesa, e rafforzerà i meccanismi di incremento della consapevolezza situazionale (situational awareness) che sono requisiti imprescindibili per garantire sicurezza in tutti i classici domini fisici (terrestre, aereo e marittimo) al fine di promuovere l’inter-operabilità degli assetti militari di tutti i Paesi membri. L’UE s’impegna a colmare le carenze individuate e realizzare le cd. capacità critiche, ovvero abilitandi strategici in tutti i settori della difesa e sicurezza.

Conclusioni

Non sempre una situazione di crisi determina evoluzioni negative; una crisi racchiude in sé un aspetto di rischio ed una potenziale opportunità. La fine dell’egemonia unipolare USA che aveva caratterizzato gli anni post-guerra fredda, unitamente alla precedente amministrazione Trump che aveva più volte minacciato, anche in modo esplicito, di venire meno agli obblighi derivanti dal trattato NATO, hanno fatto sorgere una nuova consapevolezza dell’UE, e sicuramente nuove necessità.

L’attuale quadro geopolitico, ha accelerato l’esigenza di sicurezza e difesa comune, determinando da un lato rischi potenziali sul fianco sud dell’Europa e reali sul confine orientale, dall’altro la possibilità che l’UE, nata con finalità economiche e culturali, possa oggi concretizzarsi in un attore con efficace e credibile capacità politico-militare. Perché ciò avvenga, è necessario sfruttare gli strumenti economici che sono già insiti nei trattati costitutivi dell’UE, sulla scia di questo nuovo rilancio di coesione, verso un’Europa più sicura, più unita e più difesa.

(Marco Cassetta, Geopolitica.info cc by)

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