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Università: tagli al FFO e calo delle matricole | Michele Orezzi (UdU)

| Scritto da Redazione
Università: tagli al FFO e calo delle matricole | Michele Orezzi (UdU)

Roma - Tutti a commentare il crollo delle immatricolazioni universitarie. Bene.
Guardate questo grafico [LINK AL GRAFICO QUI]: fa notare come ci sia proporzione tra investimento nell'università pubblica e immatricolazioni.

Sottolinea un crollo verticale negli ultimi 2 anni (l'ultimo dei quali non è compreso nell'indagine CUN). 
Perchè? Facile: il buco di bilancio soprattutto post L 133 del 2008 (tagli Gelmini-Tremonti) è stato coperto dagli atenei, in parte, con un aumento delle tasse universitarie (che sono aumentate del 60% degli ultimi 10 anni: terzi in Europa per tasse troppo alte).
 Altro fattore indispensabile per capire il crollo - che però in questo grafico si può solo immaginare-  è l'investimento in borse di studio, solitamente molto simile al crescere o al diminuire dell' FFO. Infatti un Governo aumenta o diminuisce le borse di studio in modo speculare in cui fa aumentare o diminuire l'FFO (taglio iniziale della gelmini: -95% di fondi per il diritto allo studio fino al 2013).
Un'altra cosa non si può notare da questo grafico ma che è essenziale per spiegare il crollo verticale delle immatricolazioni negli ultimi 2 anni: la nota ministeriale numero 17 del settembre 2010, targata ovviamente Ministro Gelmini che proporziona il numero di docenti al numero di studenti. Una provvedimento che, in un sistema ben finanziato avrebbe avuto un senso di salvaguardia della qualità della didattica ma che in un sistema sottofinanziato ha portato a terribili conseguenze. La prima: proliferare di numeri chiusi a partire dall'anno accademico 2011-2012, che ha portato ad avere più del 45% dei corsi italiani a numero chiuso con alcuni atenei completamente a numero chiuso. Il mordere della crisi e lente iniezioni di ideologia quotidiana che ripetono "studiare ormai è una perdita di tempo e ti fa solo diventare un disoccupato maggiormente qualificato" (nonostante i dati di almalaurea dicano esattamente il contrario) hanno fatto il resto.

Piccola nota a margine: l'unico Ministro che aveva previsto un graduale e progressivo aumento di FFO per le università e per i fondi per il diritto allo studio-con un piano pluriennale- è stato Padoa Schioppa. Ecco spiegato il picco alto del 2008, che secondo il suo piano di più anni (ucciso dalla L133) doveva continuare a salire fino a portare l'Università, la ricerca e il diritto allo studio italiani ad una dignità di investimento vicino alla media europea.

Michele Orezzi

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