Domenica, 05 maggio 2024 - ore 17.53

Valmaggi: "Bene i fondi, ma i voucher non sostituiscano il potenziamento delle reti"

| Scritto da Redazione
Valmaggi:

VOUCHER PER LE FAMIGLIE FRAGILI, SOSTEGNO ALLE VITTIME DI VIOLENZA E CONTRASTO ALLE LUDOPATIE
Valmaggi: "Bene i fondi, ma i voucher non sostituiscano il potenziamento delle reti"
"Alle donne vittime di violenza non bastano i voucher, serve una rete di assistenza". La vicepresidente del Consiglio regionale, Sara Valmaggi ha commentato così l'atto di indirizzo approvato il 14 maggio dalla giunta regionale a sostegno delle famiglie e dei componenti fragili, che stanzierebbe, tra l'altro, risorse in favore delle vittime di violenza da destinare con il sistema dei voucher, ossia direttamente alle donne. "Ritengo positivo aver recuperato e stanziato risorse in favore delle donne vittime di violenza. Ricordo però che questo non basta. Le donne che subiscono violenza si trovano in uno stato di fragilità tale da avere bisogno di una rete di assistenza e di essere tutelate da situazioni a rischio della vita, non solo di un aiuto economico. La legge contro la violenza sulle donne approvata il giugno scorso, frutto di un lavoro condiviso con le associazioni che operano da anni nel sostegno alle donne e gli enti locali, va in questo senso. Prevede l'istituzione di un tavolo condiviso che stili un piano di interventi e priorità e, a seguire, l'emanazione di bandi per destinare le risorse alle associazioni per l'accoglienza e il sostegno alle donne, ma anche per la prevenzione, la formazione degli operatori coinvolti e delle forze dell'ordine, per percorsi educativi nelle scuole e per la raccolta di dati omogenei necessari ad una corretta interpretazione del fenomeno. Quest'atto si configura solo come un atto di indirizzo che stima sostanzialmente il fabbisogno. La legge regionale richiede un preciso impegno di bilancio e quello che va sottolineato è che stiamo parlando di una legge, la 11 del 2012, che, se applicata, porterebbe non solo a un reale sostegno alle donne vittima di violenza, ma anche alla prevenzioni dei reati". Nella rimodulazione del sistema sociosanitario, così come presentato dal nuovo assessore Maria Cristina Cantù, si prevedono anche interventi per persone anziane non autosufficienti e interventi per persone con grave disabilità attraverso voucher e buoni sociosanitari per auto soddisfacimento dei bisogni di accudimento. Voucher sociosanitari sono previsti poi, anche per l'acquisto di pacchetti di prestazioni presso soggetti accreditati per il contrasto delle ludopatie. Nel fondo regionale a sostegno della famiglia e dei suoi componenti fragili c'è anche questo: la lotta alle ludopatie per cui non esiste, ad oggi, una rete di offerta strutturata tanto che gli utenti al momento si rivolgono ai Sert come qualsiasi altro soggetto affetto da dipendenze. Il Pd, già nella scorsa legislatura aveva presentato un progetto di legge oggi più che mai attuale e lo stesso presidente Maroni ha comunicato la volontà di approvare in tempi brevi una legge sul tema. E il Consiglio ha deciso di cominciare dalle attività commerciali del gioco d'azzardo, infatti nei giorni scorsi sono iniziate le audizioni in commissione Attività produttive, dove i consiglieri hanno convenuto sulla necessità di dare avvio ad uno specifico gruppo di lavoro che si occuperà di portare avanti una proposta di legge che tocchi tutti gli aspetti connessi alla regolamentazione di questa attività, compreso il tema, tanto attuale quanto drammatico, della dipendenza dal gioco d'azzardo patologico.
"Già dalla scorsa legislatura - ha spiegato Enrico Brambilla - abbiamo lavorato sul problema del contrasto alle dipendenze dando vita ad una proposta di legge che oggi può costituire una piattaforma di partenza per un nuovo documento che tenga insieme diversi aspetti. Fondamentale che ci sia il prima possibile una legge nazionale che dia attuazione all'inserimento delle ludopatie nei LEA (livelli essenziali di assistenza) recentemente previsto e che legiferi sugli aspetti di natura urbanistica e commerciale Siamo disponibili dunque a lavorare su un intervento regionale che parta anzitutto dagli aspetti più propriamente sociosanitari del fenomeno e che non corra poi il rischio di essere reso inefficace per invasione di competenze che non sono proprie della Regione".


 

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