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YANUKOVYCH CHIUDE CON L'EUROPA ANCHE SUL GAS

| Scritto da Redazione
YANUKOVYCH CHIUDE CON L'EUROPA ANCHE SUL GAS

Il Presidente ucraino interrompe il progetto di integrazione di Kyiv nel mercato unico energetico europeo dopo che la Russia ha concesso uno sconto sull'oro blu condizionato però a progressive cessioni di sovranità politica. Si rafforza il progetto politico di una Grande Russia che mette a serio repentaglio l'esistenza dell'UE

Una tecnica di corto respiro che costringe l'Ucraina a cedere progressivamente parti di sovranità alla Russia di Putin, e che mette a serio repentaglio la sicurezza energetica e politica dell'Europa. Nella giornata di giovedì, 9 Gennaio, il colosso nazionale energetico ucraino Naftohaz ha dichiarato di avere interrotto l'importazione di gas dall'Unione Europea e di non avere alcuna intenzione di implementare la quantità di oro blu importata dall'Europa, come già pianificato.

Per diversificare le forniture di gas da quelle della Russia, da cui l'Ucraina ha dipeso per il 90% del suo fabbisogno nazionale, e sulle quali Mosca ha applicato un sovrapprezzo politico destabilizzare nel 2009 il Governo 'arancione' filo-europeo di Yulia Tymoshenko, il Presidente ucraino, Viktor Yanukovych, ha avviato periodiche importazioni di oro blu dalla Germania tramite Polonia ed Ungheria.

Sulla base di tale schema, che veicola in Ucraina gas russo proveniente dal fondale del Mar Baltico venduto a Kyiv dalla compagnia tedesca RWE, Yanukovych aveva già pronto anche un accordo con la compagnia energetica slovacca Eustream per trasportare oro blu dal territorio tedesco anche attraverso i gasdotti della Slovacchia.

Come dichiarato dal Ministro dell'Energia ucraino, Eduard Stavitsky, la rinuncia di Yanukovych è dovuta alla concessione da parte della Russia di uno sconto sul prezzo del gas da 400 Dollari per mille metri cubi a 268,5: un decremento che il Presidente russo, Vladimir Putin, ha accordato dopo la rinuncia dell'Ucraina alla firma dell'Accordo di Associazione con l'UE.

Quest'Accordo di Associazione, che avrebbe integrato l'economia ucraina nel mercato unico europeo, era accompagnato dalla realizzazione del mercato energetico unico dell'UE: la messa in comunicazione dei gasdotti dell'UE -più quelli dei Paesi della Comunità Energetica Europea: Ucraina, Serbia, Moldova, Bosnia-Erzegovina, Montenegro ed Albania- per garantire a tutti i Paesi dell'Unione la diversificazione delle forniture.

Il mercato energetico unico UE, che avrebbe permesso all'Ucraina di importare anche  gas liquefatto proveniente da Qatar, Norvegia ed Egitto, gas naturale dall'Azerbaijan, e shale degli Stati Uniti d'America, sarebbe stato per Kyiv una soluzione a lungo temine, necessaria per limitare il monopolio energetico della Russia.

Tuttavia, il Presidente ucraino ha preferito una strategia di corto respiro, ed ha ceduto alla proposta che il suo collega russo ha confezionato per costringere l'Ucraina a cedere progressivamente alla Russia parti di sovranità: infatti, lo sconto sul prezzo del gas deve essere rinegoziato ogni tre mesi e, in caso di mancato accordo, il prezzo del gas che Mosca vende a Kyiv tornerà ai livelli precedenti all'Accordo tra Putin e Yanukovych.

Il vero vincitore della situazione è il Presidente russo, che, con tutta calma, ha ora il tempo di inglobare l'Ucraina nell'Unione Doganale Eurasiatica: progetto di integrazione sovranazionale nello spazio ex-sovietico che, come lo stesso Putin ha dichiarato a più riprese, mira a creare un nuovo Impero Russo che escluda l'UE dalla competizione economica globale.

Oltre che in Ucraina, dimostrazione della politica imperialista di Putin -fatta non più con le Divisioni cosacche o con i Carri dell'Armata Rossa, bensì con la compravendita di gas- è dato dalla Lituania, a cui Mosca ha applicato un prezzo ben superiore allo standard di mercato.

La Lituania resiste alla politica del gas di Mosca

Nella giornata di mercoledì 8 Gennaio, il Governo lituano ha depositato presso l'Arbitrato Internazionale di Stoccolma un ricorso contro la politica tariffaria attuata dal monopolista statale russo del gas Gazprom -controllato dal Cremlino.

Simile provvedimento è stato preso dalla Commissione Europea dopo un'indagine che ha provato che la Russia ha attuato una politica irregolare nell'UE.

Putin ha imposto alti prezzi ai Paesi all'Europa Centro-Orientale -tradizionalmente osteggiati da Mosca- mentre ha concesso l'auto sconti solo a quegli Stati che hanno sostenuto la politica energetica di Mosca, anche se lesiva del rafforzamento dell'UE, come Germania, Francia e Olanda.

Altra dimostrazione dell'uso politico del gas da parte di Putin è la realizzazione del Southstream: gasdotto -progettato da un'accordo tra il Presidente Putin e l'ex-Premier italiano Silvio Berlusconi- permette a Gazprom di veicolare in Europa 63 Miliardi di metri cubi di gas all'anno tramite un'infrastruttura da esso posseduta.

La situazione del Gasdotto Ortodosso -come è nominato il Southstream- è in contrasto con il Terzo Pacchetto Energetico: Legge UE che vieta ad un colosso energetico di controllare in maniera congiunta sia la compravendita del gas che le infrastrutture attraverso le quali essa viene effettuata.


Matteo Cazzulani

Energy deals and Central Eastern Europe politics analyst

m.cazzulani@gazeta.pl

+393493620416

http://matteocazzulani.wordpress.com

http://matteocazzulaniinternational.wordpress.com

2014-01-11

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