SIAMO SICURI CHE IL MOSE IN FUNZIONE AVREBBE EVITATO l’ALLAGAMENTO DI VENEZIA ?
Sono stato da sempre molto scettico sul potenziale funzionamento delle dighe mobili, alias il Mose di Venezia, tant’è che, anni fa, pubblicate sia dal Gazzettino che da altri quotidiani, forse esagerando provocatoriamente, ho scritto su “lettere” che, nel caso di alte maree imprevedibili (e quella di ieri lo è stata a tutti gli effetti: dal 1872 ad oggi ce ne sono state sei di queste proporzioni, di cui una, la più recente, quella del 1966 per arrivare a quella di ieri-oggi, non tanto più bassa rispetto a quella del ’66), non sarei tanto ottimista per poter ipotizzare che ci possano essere antidoti efficaci al 100 % per salvare la città, come il progetto Mose intenderebbe far credere.
Penso anzi che, nel caso di un’alta marea più sostenuta rispetto alle precedenti, le dighe mobili potrebbero sortire un effetto…VAJONT, nel senso che un improvviso rilascio delle acque per malfunzionamento delle dighe, inonderebbe in pochi secondi la città lagunare, non solo, ma causerebbe danni irreparabili sia in termini di cose che di persone; e ciò a causa dell’impatto violento ed istantaneo che l’acqua potrebbe avere nei confronti appunto di cose e persone, sortendo un effetto Vajont, evento calamitoso che, come tutti ricorderanno, a causa del distacco di un pezzo del Monte Toc, precipitato nella diga, ha inondato in pochi secondi Longarone causando circa 2000 morti e danni incommensurabili tali da far ridisegnare l’intero paese.
Io la butto lì, esattamente come aveva fatto Tina Merlin prima della disgrazia del Vajont.
ARNALDO DE PORTI
Feltre-Belluno
