Da allora, i tibetani in tutto il mondo ricordano il 10 marzo come la giornata dell’Insurrezione nazionale tibetana. Ancora oggi, dopo 57 anni, la situazione in Tibet rimane gravissima. I tibetani, ogni giorno, lottano in modo nonviolento per conservare la propria identità e la propria dignità contro la repressione e la violenza senza fine del regime coloniale cinese. Le notizie che ci giungono dall’interno del Tibet raccontano storie di distruzione dell’ambiente naturale, di soppressione della lingua e della cultura tibetana, di discriminazione e arresti arbitrari, di torture e condanne a morte senza processi.
Oggi, in Tibet sono migliaia i prigionieri politici e dal febbraio 2009, nel Paese delle Nevi, si sono immolati con il fuoco 147 tibetani di cui 126 sono morti. Questa forma di protesta politica non ha precedenti nella storia tibetana (e con questi numeri nella storia dell’umanità). Tutti i tibetani all’interno del Tibet chiedono il ritorno di Sua Santità il Dalai Lama e la libertà per il popolo tibetano.
La Comunità Tibetana in Italia, l’Associazione Italia-Tibet assieme a tutti gli amici, gruppi e associazioni sostenitori della Causa Tibetana, ricorda in questa occasione i 147 martiri tibetani che si sono immolati per la libertà del loro Paese e invitano tutti a mostrare concretamente la propria solidarietà e il proprio sostegno al popolo tibetano impegnato in una drammatica lotta per la propria sopravvivenza.
Auspico che anche quest'anno, come piccolo ma significativo atto simbolico, la bandiera tibetana venga esposta in piazza Stradivari all'ingresso degli uffici comunali.
Sergio Ravelli (Cremona)