OSSO DELLO STOMACO, DECO LONATESE CON I RAPERONZOLI. Secondo la tradizione, nel giorno della fiera, i contadini delle frazioni venivano in centro a portare nelle osterie il loro salame, per condividerlo in compagnia, con amici e compaesani. È questa un’usanza che Lonato del Garda non vuole dimenticare ed è l’osso dello stomaco il simbolo gastronomico anche della Fiera 2015. Ecco perché alcuni macellai lonatesi (Savoldi Carni, Lonato Carni, Salumificio Primì e Macelleria Mister Gusto) si sono uniti per preparare un osso dello stomaco “gigante”, da guinnes dei primati: 90 kg di genuina bontà. Poiché, però, non esiste una vescica di maiale tanto grande, una signora del paese è stata incaricata di cucirne insieme sette per riempire la grande vescica così ottenuta con impasto e pezzi di sterno del suino. Occorreranno circa otto/nove ore per cuocere l’insaccato gigante e cucinare il risotto da offrire agli ospiti della fiera, domenica mattina alle 11.30.
Nella ricetta lonatese dell’osso dello stomaco, spiega l’esperto gastronomico della Fiera, Marino Damonti, ristoratore e membro della commissione istituita dal sindaco di Lonato per le Deco, «si usa l’osso dello sterno, messo per un giorno intero a marinare “en visiù”, in un mix di vino rosso e sale, pepe, aglio, cannella e noce moscata. Quindi l’osso deve essere tagliato a pezzi con il coltello e insaccato nella vescica del maiale insieme all’impasto di carne, precedentemente preparato, con parti suine magre e grasse, spezie e grappa giovane. L’insaccato viene quindi legato per ottenere otto spicchi, forato e asciugato. Si gusta dopo almeno due ore di cottura in acqua bollente».
Ottimo è l’osso dello stomaco accompagnato da raperonzoli (rampònsoi), conditi con un filo di olio extravergine d’oliva del Garda: vi sorprenderà questa erbetta semplice ma saporita, testimone della cultura e del passato lonatese.
Fonte: Comune di Lonato del Garda