Giovedì, 18 aprile 2024 - ore 08.50

1945-2015 I Negazionisti per eccellenza di Giorgino Carnevali (Cremona)

Tutte le volte che pellegrineremo alle vostre tombe ci ricorderemo del vostro sacrificio e del nostro impegno

| Scritto da Redazione
1945-2015 I Negazionisti per eccellenza di Giorgino Carnevali (Cremona)

Signor direttore, pazienta, va là! Finiva Aprile. Era il 1945, l’Italia diveniva finalmente libera; settanta anni sono trascorsi da quell’accadimento così gioioso, così festoso. Il ruolo assunto dall’antifascismo, dalla Resistenza e dalla lotta di liberazione, benché sostantivi non sinonimi, sono oggi più che mai unanimemente condivisi, universalmente riconosciuti, palesemente inattaccabili. Eppure si insiste in un assurdo dissennato ostracismo. Mi limiterò dunque a definirli ‘negazionisti a prescindere’ taluni inaccettabili comportamenti ideologici solo fini a se stessi. Sostanzialmente quel periodo storico che va dal ’43 al ’45 fu un: ‘…non cedere una spanna, un affermare la libertà contro la dittatura, contro i sistemi di un’epoca, contro un costume di vita, contro le aberranti e allucinanti concezioni del mondo della storia dell’uomo, che sovvertirono i valori supremi dell’esistenza, le basi stesse della civiltà umana e cristiana. Fu la coscienza di tutto un popolo che insorse contro gli intollerabili arbitri dell'oppressore straniero per riaffermare l’inalienabile diritto della persona umana ad una vita libera, sicura e dignitosa, per uscire dalla contaminazione quotidiana della prepotenza, della servitù morale e politica’. I protagonisti furono i tantissimi giovani che offrirono il loro sangue, la loro vita per una giusta causa. Ma altrettanto protagonisti furono anche gli umili: le mamme nel loro silenzioso dolore, i contadini e gli operai nella loro resistenza alle minacce e alle violenze, i preti delle piccole parrocchie di montagna o dei grossi borghi che si misero dalla parte della gente, persone che tutto donarono senza mai chiedere nulla in cambio. Negare quel ‘tratto di Storia’, soprattutto ostinatamente significare come distolte, confutandole ingloriosamente, notizie, accadimenti, fatti documentati e documentali, testimonianze autentiche che ancor oggi appaiono angosciare chi quella Storia la subì in prima persona, mi sembra verosimilmente più che mai un viaggio aberrante nella mentalità di quei negazionisti per eccellenza. Il confronto ad oltranza a questo punto mi pare oltre modo pleonastico, tuttavia ritengo che vigilare sia il comportamento in assoluto più corretto, un impegno puntiglioso e perseverante, poiché: ‘E’quando crediamo che tutto sia finito…che tutto ricomincia!’. Mi lasci chiudere: ‘Tutte le volte che pellegrineremo alle vostre tombe ci ricorderemo del vostro sacrificio e del nostro impegno’.

Giorgino Carnevali (Cremona)

 

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