Venerdì, 19 aprile 2024 - ore 04.59

Acciaieria Arvedi e territorio DOVERE ISTITUZIONI TUTELARE SALUTE E AMBIENTE

Cremona e Spinadesco non possono accettare una riduzione dei diritti e una minor tutela della salute dei cittadini, soprattutto di quelli residenti vicino agli impianti

| Scritto da Redazione
Acciaieria Arvedi e territorio DOVERE  ISTITUZIONI TUTELARE SALUTE E AMBIENTE

Acciaieria Arvedi e territorio DOVERE DELLE ISTITUZIONI TUTELARE SALUTE E AMBIENTE

Cremona e Spinadesco non possono accettare una riduzione dei diritti e una minor tutela della salute dei cittadini, soprattutto di quelli residenti vicino agli impianti

Il coordinamento Stati generali Clima, Ambiente, Salute della provincia di Cremona ha convocato  una conferenza stampa in presenza per

Giovedì 20 maggio ore 11,30

Pagoda giardini pubblici, piazza Giovanni Paolo II, Cremona

Sul tema Acciaieria Arvedi e territorio DOVERE DELLE ISTITUZIONI TUTELARE SALUTE E AMBIENTE

Introduce Coordinamento Stati generali Clima, Ambiente, Salute di Cremona

Intervengono

Laura Mara, associazione nazionale Medicina Democratica

Damiano Di Simine, responsabile Comitato scientifico Legambiente

Edoardo Bai, associazione nazionale ISDE-Medici per l’Ambiente

La registrazione sarà visibile dalle ore 16 sulla pagina facebook  degli Stati generali Clima,  Ambiente, Salute della provincia di Cremona

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 Acciaieria Arvedi e territorio DOVERE DELLE ISTITUZIONI TUTELARE SALUTE E AMBIENTE

Un gigante produttivo che crea lavoro e ricchezza può risultare così forte e impattante da condizionare pesantemente la vita della Comunità.

Cremona e Spinadesco non possono accettare una riduzione dei diritti e una minor tutela della salute dei cittadini, soprattutto di quelli residenti vicino agli impianti.

L’errore storico di avere permesso la costruzione di un megaimpianto accanto all’abitato esistente può essere corretto o almeno attenuato con controlli più rigorosi, misure efficaci di protezione dei residenti, riduzione di emissioni in atmosfera e di rumori e del loro impatto sul territorio, adozione di modalità meno inquinanti degli stessi processi produttivi tipici di una acciaieria moderna.

Questo impegno è tanto più urgente e doveroso in un’area della Pianura Padana tra le più inquinate d’Europa dove si registrano un numero più alto di patologie gravi e dove Covid-19 ha colpito più duro.

Per la prima volta rendiamo pubblici i dati forniti dall’Istituto Mario Negri di Milano sulla contaminazione di matrici ambientali raccolte da aree ed edifici da un gruppo di cittadini residenti a Spinadesco e Cavatigozzi. Dati che vanno ulteriormente verificati per quanto riguarda l’origine e la distribuzione dell’inquinamento ma che già indicano un rischio serio per la salute.

Per la prima volta su questo tema, accanto alle associazioni ambientaliste della provincia di Cremona, prendono posizione associazioni di livello nazionale come ISDE-Medici per l’Ambiente, Legambiente, Medicina Democratica.

Non solo è possibile, ma bisogna fare di tutto per conciliare diritto al lavoro, diritto alla salute, diritto all’ambiente: una transizione ecologica giusta e sostenibile dovrebbe avere proprio questo come obiettivo principale.

 

 

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