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Allarme Cgil Dimissioni: la nuova ‘incognita’ dei consulenti del lavoro

La Cgil di Bergamo mette in guardia sulle novità introdotte in materia che "minacciano la garanzia di tutela per i lavoratori"

| Scritto da Redazione
 Allarme Cgil  Dimissioni: la nuova ‘incognita’ dei consulenti del lavoro

Dall’8 ottobre sono parzialmente cambiate le modalità di invio della comunicazione di dimissioni da un posto di lavoro, della loro revoca e delle soluzioni consensuali (cioè quelle concordate in sede di vertenza sindacale): se in precedenza potevano essere inviate solo per via telematica collegandosi al portale del Governo (Cliclavoro) con la possibilità di avvalersi dell’assistenza delle organizzazioni sindacali, dei patronati, di alcuni enti bilaterali e delle Direzioni provinciali del lavoro, ora possono essere inviate anche tramite i consulenti del lavoro.

Di questa novità si è discusso oggi, 17 ottobre, in Cgil a Bergamo: "A nostro avviso così si minaccia la garanzia di tutela dei lavoratori” ha spiegato Orazio Amboni della Cgil di Bergamo. “I consulenti, infatti, non sono un soggetto terzo ma operano per conto dei datori di lavoro. Affidare a loro la verifica dell’autenticità della volontà del lavoratore di dimettersi può mettere a rischio la libertà di quando e se dare le dimissioni. Capita talvolta, soprattutto alle lavoratrici donne, di essere costrette a sottoscrivere dimissioni in bianco addirittura prima dell’assunzione, per permettere ai datori di lavoro di ‘liberarsi’ più facilmente del proprio dipendente".

"La modifica, peraltro - sostiene la Cgil di Bergamo - contraddice la stessa legge delega che si prefiggeva di introdurre ‘modalità semplificate per garantire data certa nonché l’autenticità della manifestazione di volontà  della lavoratrice o del lavoratore in  relazione  alle  dimissioni  o  alla risoluzione consensuale del rapporto di lavoro’”.

La Cgil di Bergamo ricorda inoltre che a fronte di inadempienze gravi del datore di lavoro (come la mancata retribuzione o le molestie) le dimissioni possono essere date per “giusta causa” senza perdere la possibilità di accedere alla Naspi, cioè alla Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego, ovvero l’ammortizzatore sociale introdotto nel 2015 in sostituzione dell’indennità di disoccupazione.

“La fase delle dimissioni è delicata: come sindacato ci capita di intercettare, magari ricontrollando contratti, conteggi di pagamenti di retribuzione e contributi, situazioni che meritano tutela e vertenza nei confronti dei datori di lavoro” conclude Amboni.

Ecco perché il sindacato consiglia ai lavoratori, qualora venisse loro proposto dal datore di lavoro di rivolgersi al consulente aziendale per dimettersi o revocare le dimissioni, di farsi comunque assistere dai funzionari nelle sedi sindacali di categoria o presso l’Ufficio Vertenze Cgil.

Fonte : rassegna sindacale

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