Venerdì, 03 maggio 2024 - ore 18.18

Alle Corde dell’Anima momenti altissimi, con Haim Baharier e lo Gnu Quartet

Haim Baharier e lo Gnu Quartet all'Autitorium Arvedi, per un'ora intensa e preziosa di musica e di filosofia.

| Scritto da Redazione
Alle Corde dell’Anima momenti altissimi, con Haim Baharier e lo Gnu Quartet


Un’ora come quella vissuta stamattina non capiterà spesso, agli spettatori dell’Auditorium Giovanni Arvedi di Cremona. Un tempo perfetto, sospeso, lontano dalla banalità del quotidiano e tuttavia in esso immerso, profondamente, come in un incredibile sogno ad occhi aperti, da condividere con centinaia di persone in una tarda mattinata di sole di primavera inoltrata. 

È stata un’ora ricca di rara poesia, con le parole batiscafiche di  Haim Baharier e le note perfette dello Gnu Quartet, in prepotente emersione dagli strati più intimi della coscienza, dalle aree più remote, segrete e misteriose dell’anima. Enigmatiche, più che misteriose, mi correggerebbe di certo Baharier. Perché il mistero sa di voyeurismo e di dogmi religiosi, mentre l’enigma ti sfida e ti accompagna per tutta la vita, come "una festa dell’intelligenza".

Una lectio magistralis di filosofia, di etica, di religione e di chissà cos’altro, più che la presentazione di un libro: “La valigia quasi vuota” (Ed. Garzanti), che viaggia nel tempo all’esplorazione della figura enigmatica di Monsieur Chouchani, un clochard geniale e pressoché onnisciente, molto noto nella Parigi degli anni ‘50 e poi svanito nel nulla.

Una figura colossale, quella di Haim Baharier, ma al tempo stesso terrena, empatica, carismatica nella sua genuinità. Nato a Parigi sessantasette anni fa, da genitori ebrei di origine polacca, entrambi passati per la terribile esperienza del campo di sterminio di Auschwitz, Baharier è stato allievo di Emmanuel Lévinas, uno tra i più importanti filosofi del Novecento, e di Léon Askenazi, cui si deve la rinascita del pensiero ebraico in Francia.

Figura affascinante ed eclettica, Baharier  è matematico e psicoanalista, commerciante di preziosi e consulente aziendale. Da molti anni tiene lezioni di ermeneutica ed esegesi biblica. Ed è scrittore, come lui non sembra amare definirsi. Quello presentato a Cremona è il suo terzo lavoro, dopo “La Genesi spiegata da mia figlia” e “Il tacchino pensante”.

Piccoli grandi libri che riflettono le sue potenti basi cabalistiche e la sua capacità di spiegare il genere umano e la vita intera una parola dopo l’altra, senza fretta, senza la pretesa di venderti altro che il coraggio di pensare e la forza di parlare.

Un grande incontro, quello di oggi alle Corde dell’Anima, di portata universale, altissimo, difficile se non impossibile da dimenticare. La figura enigmatica di Monsieur Chouchani, è di certo uno di quei rarissimi “Godot” di cui il genere umano ha “bisogno come di un miraggio”, per dirla con Giorgio Gaber. Un messia da aspettare e da cercare dentro ciascuno di noi e nelle persone che abbiamo attorno.

Un messia prossimo, vicino, che entra in casa senza chiedere permesso e che si siede a tavola con un operaio, reduce di Auschwitz, parlando dei massimi sistemi con insospettabile maestria e con la dignità propria dell’essere umano, che non ha bisogno di un Nobel, per poter affrontare temi altissimi, se ha l’umiltà di farlo guardando dal basso "verso la sommità della collina", così bassa e lieve da risultare inespugnabile a chiunque ne sottovaluti la dignità e la forza.

La storia e il messaggio di Monsieur Chouchani non parlano soltanto ai reduci ebrei, a chi si è salvato dall’olocausto, ma all’intera umanità, che dopo quella tragedia, dopo le due grandi guerre e dopo gli orrori ha dovuto riscoprirsi degna di un titolo così importante e del nome stesso di esseri umani.

Di quell’essere umano che è incarnazione di un’ingiustizia, come sostiene Baharier. Nei racconti del padre su Auschwitz, il ricordo più doloroso è rappresentato dalla mancanza di spazio, prima ancora che dalla mancanza di cibo e dalle violenze subite, che per troppi hanno significato la morte. Ma quell’ingiustizia può riscattarsi attraverso la claudicanza e la precarietà, che lascia spazio agli altri anziché privarli.

Il creatore disse alla luna: vai e rimpiccolisciti… senza diminuirti!” per lasciare spazio, per accogliere gli altri, donandogli il bene più prezioso che ci sia: quello spazio vuoto che c’è nella valigia del clochard, nella sua esistenza discreta, nel suo Essere Umano che per niente al mondo potrebbe sottomettersi all’avere, al possesso come simbolo di uno stato o di una classe, che non sia quella del genere umano.

E’ questo l’enigma di Monsieur Chouchani e della sua valigia quasi vuota. Un grande che si fa piccolo, un moderno messia che si fa clochard, pur sapendo moltissime cose in quasi tutti i settori dello scibile,  pur parlando in tutte le lingue del mondo e con grandi personaggi del calibro di Emmanuel Lévinas, che disse di lui: «Io non so cosa sappia, ma di una cosa sono certo: tutto quello che io so, lui lo sa

Parla diretto e senza giri di parole, Baharier. Moderno Socrate, sa che le domande si dividono in due categorie: quelle buone, cui è impossibile rispondere e quelle cattive, che non meritano risposta. L’Auditorium di Cremona ha scoperto stamattina una terza opzione, rappresentata dalla musica penetrante dello Gnu Quartet, cui saggiamente lo stesso Baharier ha lasciato il campo, quando le parole non bastavano più e ci volevano i numeri, espressi in musica, declinati in melodia.

In questo elogio della genuinità, nessuna scelta avrebbe potuto rivelarsi più felice, perché i quattro strumentisti genovesi hanno fatto vibrare i pensieri dell’intellettuale francese e li hanno scolpiti sulla pietra dell’animo di un pubblico incredulo, affascinato da tanta magia tutta insieme.

Una straordinaria "messa laica", quella andata in scena stamattina a Cremona, in questa perla di Auditorium che dovrà sforzarsi non poco, per replicare un’ora così perfetta. Chapeau, Monsieur Baharier e grazie. In un’epoca di venditori di parole vuote e di piazzisti di illusioni, avere la fortuna di captare un segnale così forte, così pulito e così netto è un dono e un’occasione inestimabile.

Grazie, Haim Baharier: questa mattina lei ha davvero messo le nostre anime alle corde.

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