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Arnaldo De Porti: ‘INPS e pensioni, quando se ne parla sento odore di bruciato…’

«Percorso pericoloso in direzione del collasso nel medio-lungo termine»

| Scritto da Redazione
Arnaldo De Porti: ‘INPS e pensioni, quando se ne parla sento odore di bruciato…’

In data 17 luglio 2013, quindi due-tre anni fa, ma lo pensavo già da molto prima, scrivevo su alcuni giornali che l’INPS, a causa di artifici vari per far confluire l’INPDAP e altri minori in un’unica realtà finanziaria, ne avrebbe risentito non poco, non solo facendo andare in rosso il bilancio ma avrebbe anche tracciato un percorso pericoloso in direzione del collasso nel medio-lungo termine. Quando dicevo queste cose sono stato tacciato da terroristica mediatico, ma le ormai quotidiane discussioni in merito alla erogazione delle pensioni future di cui i vari talk show sembrano ogni giorno darne notizia attraverso personaggi di spicco nel contesto previdenziale, personaggi che addirittura litigano fra loro anche nelle cifre, come è successo ieri sera nella trasmissione Di martedì, non depongono certo a favore di un qualche ottimismo.

Lo Stato ormai è debitore verso i cittadini di cifre spaventose e, oserei dire che, quasi spudoratamente, per non pagare se ne infischia persino delle sentenze della corte costituzionale (perequazione pensioni docet); per contro se esso avanza un solo euro, ammazza il cittadino per entrare in possesso di un obolo. Non solo, ma esso applica anche la legge in maniera diversa a seconda delle città (Agenzia delle Entrate, per esempio, sta restituendo soldi indebitamente percepiti da alcuni e ad altri non li restituisce affatto, come posso documentare personalmente…), come se la legge non fosse uguale per tutti.

Insomma, si respira un’aria che fa pensare al peggio: non mi meraviglierei infatti se, improvvisamente (e i nostri governi si sono sempre dimostrati specialisti in questo), qualcuno decidesse, per amor di patria-poltrona, limare tutte le pensioni infischiandosene dei cosiddette diritti acquisiti.

Il governo finge di non sapere che l’Italia, con il debito pubblico che ha, non potrà mai risollevarsi e, malgrado ciò, naviga a vista su improvvisazioni volte a mantenere in piedi più le strutture istituzionali (con il loro sindacabile e privilegiato contenuto umano) che la salute dei cittadini. Ma questa è retorica da gufi, dice qualcuno.

Arnaldo De Porti (Feltre-Belluno)

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