Giovedì, 28 marzo 2024 - ore 15.44

Artisti italiani per Expo: intervista a Pierluigi De Lutti

Ultima della rubrica per scoprire protagonisti dell'arte italiana nel mondo

| Scritto da Redazione
Artisti italiani per Expo: intervista a Pierluigi De Lutti

Con l'intervista al maestro Pierluigi De Lutti, siamo giunti alla conclusione della rubrica culturale "Artisti per Expo ", realizzata con l'obiettivo di valorizzare e promuovere l'arte italiana nel mondo in occasione dell'Esposizione Universale milanese.

Pierluigi De Lutti nasce a Monfalcone in provincia di Gorizia nel 1959. Inizia la sua carriera artistica frequentando l'atelier del maestro Giuseppe Zigania, amico e collaboratore storico di Pasolini e la Galleria Nuovo Spazio di Luciano Chinese. All'inizio degli anni '90 incomincia ad esporre in America, a Los Angeles e a New York. Le sue opere astratte-informali sono molto apprezzate oltreoceano, tanto che il prestigioso MoMa di New York, dopo aver selezionato un'opera "Doppia Ferita 2001", inserisce nella libreria del museo il suo catalogo "Spiritualismo".  “Spiritualismo" perchè, prendendo spunto dalle teorie di Freud e Lacan, la pittura di De Lutti si traduce in una forza energetica che fa uscire il nostro "Io", l'altro "Io", quello del nostro inconscio, verso gli spazi infiniti e sconfinati della mente. Vincitore di diversi prestigiosi premi, da alcuni anni collabora con le Gallerie d'Arte Orlertv. Secondo molti autorevoli critici d'arte, viene oggi considerato uno dei nuovi maestri dell'Espressionismo Astratto italiano.

1) Maestro De Lutti ci parli della sua carriera artistica...

La mia carriera incomincia trenta anni fa quando conosco il maestro Giuseppe Zigania, che è stato insieme a Renato Guttuso il promotore del "Fronte Nuovo delle Armi". Mi ricordo ancora il giorno che ci siamo conosciuti con il maestro Zigania. Era novembre e nella sua casa c'era un forte odore di trementina e già questo ti faceva capire di essere in un altro mondo, avvolto da un'aurea speciale, quella dell'artista. Da lì incomincia la mia carriera pittorica. Orler arriva molti anni dopo quando consacro il mio stile pittorico, passando da un figurativo abbastanza realistico all'informale e nasce una grande collaborazione con questa galleria, che per anni vende i miei quadri attraverso le televisioni ed importanti mostre. Poi non ero più in grado di eseguire un numero così elevato di quadri per soddisfare il mercato e ho preferito un pò staccarmi e affrontare una nuova avventura da solo. Incomincio a prendere contatti con diverse gallerie americane e quando si chiude una porta si apre una finestra ed è successo così per me. Partecipo ed organizzo mostre a New York e in vari musei americani. Nasce un feeling particolare con l'America, diciamo che mi sento molto più artista adesso di prima. La serie "Doppia Ferita 2001" nasce dal fatto che mi trovavo a New York l' Undici Settembre del 2001 e mi colpì profondamente il fatto che c'erano stati oltre 3000 incolpevoli vittime, tra cui 400 pompieri accorsi ad aiutare gli altri. Quando tornai in Italia, un mio amico che stava andando in pensione e chiudeva la sua falegnameria mi lasciò una serie di legnami, dicendomi di inventarmi qualche cosa. Pensai allora di fermare il "momento-attimo" di un evento che ha cambiato il mondo, ho fatto il giornalista attraverso l'arte, ma non potevo immaginare il successo che poi ho avuto con le mie opere d'arte realizzate per non dimenticare mai quella immane strage d'innocenti.

2) Quali sono le differenze tra l'Italia e l'America nel modo di "Vivere l'Arte" ?

Io paragono l'arte in Italia ad una città impazzita senza semafori, qui dipingono tutti dal messo comunale all'imbianchino. L'arte è una necessità, non si può fare l'ingegnere e fare arte. La mancanza di questa necessità non permette una profondità dell'opera d'arte. In America c'è un sistema completamente diverso, c'è l'obbligo della professionalità, uno può dipingere se si mette in regola. Inoltre l'America ha un grande vantaggio rispetto a noi: In Italia per diventare un "grandissimo" bisogna mettersi a disposizione dello Stato, invece negli Stati Uniti ci si mette a disposizione del fruitore, cioè del collezionista. In America comprano un quadro perchè piace, punto. Qui in Italia è completamente diverso, fanno tutti i mercanti, comprano un quadro solo se sono sicuri che in prospettiva acquista valore. Dal punto di vista etico e della dignità a me non piace questa situazione. Tanti artisti italiani si appoggiano a queste gallerie che non fanno altro che mercanteggiare i tuoi quadri per "far soldi". In Italia è sempre stato così, è un mercanteggiare continuo, su tutto. In America l'artista si confronta solamente con la gente, che giudica le tue opere. Mi piacerebbe pensare che chi compra un mio quadro lo fa perchè prova un sentimento e non perchè pensa di guadagnarci.

3) La sua lirica pittorica è stata più volte avvicinata ad Emilio Vedova, è corretto l'accostamento?

La ringrazio per la domanda perchè ci tengo molto a spiegare questa cosa. Ho avuto questioni con la Fondazione Emilio Vedova, ma i miei quadri sono completamenti diversi dai suoi. Il grande maestro veneto era un espressionista astratto che cercava attraverso la tela di chiudere sempre il quadro, mentre i miei dipinti sono astratti spazialisti e tendono ad uscire dalla tela. Inoltre messi vicino si nota che le tele del grande maestro veneto sono gestuali e quasi sempre in bianco e nero. Invece le mie opere sono ricche di colore, calcolate in via di costruzione, non gestuali ma tridimensionali. Per esempio la mia ultima serie "Spirit in the grass" dedicata al Canada, dove ho vissuto per lungo tempo, parla solo di spiritualità mentre Vedova parlava di fatti concreti come la guerra in Spagna, la dittatura, l'antifascismo. Io, prendendo spunto dai grandi maestri del Rinascimento, in particolar modo da Piero della Francesca, cerco sempre la prospettiva attraverso il colore.

4 ) Expo 2015 è arrivato alle battute finali, qual è il suo giudizio sull'Esposizione Universale?

Credo che tutti gli eventi dove si mette l'arte e, in questo caso, il cibo come arte al centro del nostro interesse siano molto costruttivi. Tutto quello che è arte, evento che porta gente, momenti d'incontro e di coinvolgimento, novità che fanno pensare, è positivo. Sono molto contento che Bastianich, uno dei promotori di Masterchef, abbia comprato diversi miei quadri e li abbia esposti nei suoi ristoranti. Questo connubio arte e cibo oggi piace molto ed è la strada da seguire.

a cura di Christian Flammia

Al termine di questa che per noi è stata un'avvincente avventura, citiamo tutti gli artisti che sono intervenuti: Hans Hartung, Emilio Scanavino, Giampietro Maggi, Vittorio Sgarbi, Franco Barrese, Gianni Celano Giannici, José Dalì, Aldo Pogliani, Dimitri Salonia, Walter Molino, Gaetano Vari, Claudia Ferraresi, Libereso Guglielmi, Franco Marrocco, Federico Bozzano, Enzo Pituello,  Max Laudadio, Giovanni Battista De Andreis, Helena Gala Dalì, Salvo Nugnes, Claudio Porchia, Rossana Seghezzi, Pierluigi De Lutti, Andrea G. Pinketts, grazie a tutti!

I curatori della rubrica, Christian Flammia, Claudio Scaglioni

3611 visite
Petizioni online
Sondaggi online

Articoli della stessa categoria