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Assemblea “ Protesi difettose DePuy” | S.Fenaroli

| Scritto da Redazione
Assemblea “ Protesi difettose DePuy”  | S.Fenaroli

Assemblea “ Protesi difettose DePuy”
Saluto a tutti i partecipanti, agli ospiti Segr. Naz. Segr. Reg. agli Avv. ed alla CGIL di Lecco
Cronistoria pre e post Ottobre 2011
Questa data per tutti voi rappresenta un momento delicato ed una fase amara della vostra vita, dopo avere appreso dall'Ospedale provinciale di Lecco circa la necessità di sottoporvi a controlli medici in conseguenza dell'intervento chirurgico con l'applicazione della protesi all'anca prodotta dalla DePuy.
La DePuy appartenente alla Johnson & Johnson (multinazionale U.S.A.) è tra le aziende produttrici più avanzate al mondo, dei sistemi di protesi all'anca “Metallo su Metallo”, sono state oltre 93.000 le protesi vendute in tutto il mondo, di queste 4.500 in Italia, circa 2.500 impiantate in oltre 200 strutture Ospedaliere pubbliche e private, circa 1.000 nella sola Lombardia, 110 di queste nell'Ospedale Mandic di Merate che hanno interessato 99 persone operate.
Constatate le diffuse lamentele reclami dei pazienti operati, nel mese di aprile 2010, vengono allertate dalla stessa DePuy, tutte le strutture ospedaliere coinvolte, evidenziando le criticità emerse, il Ministero della Sanità il 24 agosto 2010 ordina e impone il ritiro di dette protesi all'anca.
La Regione Lombardia Assessorato alla Sanità, con un ritardo di oltre un anno, ad Ottobre 2011, avvia il monitoraggio, autorizzando gli Ospedali della Regione coinvolti a convocare tutti i pazienti che nel frattempo è stato impiantato loro, una protesi all'anca “metallo su metallo” prodotta dalla DePuy sistema acetabolare ASR e ASR XL, effettuato dal 2005 al 2010.
Dall'Ottobre 2011, incominciano i primi contatti con i pazienti residenti nel meratese, rilevando prontamente la delicatezza della vicenda, che non poteva essere annoverata nei casi comunemente definiti di “mala sanità”che includono la diretta responsabilità e/o negligenza dell'ospedale, dal novembre 2011, approntiamo ogni modalità per convocare la Direzione Generale dell'Azienda Ospedaliera Provinciale di Lecco.
Il 1 febbraio 2012 avviene il 1° incontro ufficiale, con la presenza e partecipazione dello staff medico e amministrativo, al massimo livello della Direzione ospedaliera a Lecco.
Con questo passaggio si inaugura e si avvia per la prima volta una fase nuova di rilevante importanza e significato, il riconoscimento di fatto del ruolo di rappresentanza e titolarità della nostra Associazione quale soggetto propositivo e referente nel rapporto con  i pazienti a noi associati.
Si concorda e si avvia una procedura metodica di confronto sistematico e periodico che pone al centro la vicinanza e l'attenzione alla salute di tutte le persone coinvolte, l'Azienda ospedaliera di Lecco individua i referenti con i quali mantenere il confronto nell'unità operativa dell'Ospedale Mandic di Merate.
Immediata è per noi la necessità di acquisire “massa critica” una sostanziale legittimità di coinvolgimento e di rappresentanza della maggior parte delle persone interessate, inizia proficuamente il passa parola, aumentando le nostre adesioni ad oltre 1/3 dei pazienti interessati.
La questione delle “protesi difettose DePuy” non è più un fatto individuale, diviene con la nostra partecipazione e coinvolgimento, un fatto collettivo!
Due incontri nel frattempo sono già avvenuti con i referenti il Dott. Baraldo responsabile sanitario ed il Dott. Molteni responsabile amministrativo della struttura sanitaria di Merate, il prossimo è convocato Martedì 30 Ottobre p.v. con la partecipazione del Dott. Minnici primario chirurgo Ortopedico che già ha proceduto nel frattempo a reimpiantare a ben 4 persone le protesi, un'altra decina sono in procinto di reimpianto.
Si è concluso il 1° ciclo, da Novembre partirà il 2° ciclo annuale, tutte le persone sono state monitorate e raggruppate provvisoriamente ed indicativamente in tre gruppi, ciò in considerazione del grado e della quantità di contaminazione registrata dagli esami ematici ed in rapporto all'incidenza del cromo e cobalto accumulato nei tessuti e nel sangue.
Ognuno di voi è a conoscenza della propria e rispettiva condizione, il grado e livello di presenza sia del cromo e cobalto per gli esami ematici già svolti, abbiamo pocanzi accennato alla suddivisione in tre gruppi, le persone più esposte vengono chiamate ogni tre mesi, altre ogni sei mesi ed infine i meno esposti una volta all'anno.   Dal prossimo ciclo in avanti, le analisi, verranno effettuate nei laboratori in Italia e pertanto saranno di facile comprensione a tutti rispetto a quelli effettuati in Inghilterra.
Causa e effetti collaterali  (no ad allarmismi)

Tali protesi impiantate a migliaia di pazienti erano riconosciute tra le migliori e tecnologicamente le più avanzate, le protesi ”metallo su metallo” della DePuy nella loro funzionalità normale  causano l’emissione di “detriti” particelle molecolari definite, ioni di cromo e cobalto, che oltre ad intaccare i tessuti molli adiacenti alle protesi, entrano nel sangue ed irrorano l’intero corpo umano.
Non esiste letteratura “medico scientifica” che possa essere  riferimento di guida e di orientamento, per comprendere gli effetti che tale contaminazione di questi metalli pesanti, quali, il cromo e il cobalto possano causare al corpo umano, i prossimi esami analizzeranno le condizioni del fegato, della tiroide, dei reni e di altri organi nobili.
Alcuni dei pazienti hanno lamentato effetti negativi alla vista, pertanto anche l’apparato visivo, gli occhi, la retina, dovrà essere seriamente considerato.
Il corpo medico scientifico ospedaliero si è rivolto alle ASL competenti per territorio in particolare al dipartimento Medicina del Lavoro che da anni ha monitorato i lavoratori che in grande prevalenza della loro vita lavorativa sono a contatto con tali metalli
Le facoltà universitarie competenti gli stessi ricercatori del C.N.R. sono stati incaricati e coinvolti del delicato argomento, il Ministero della Sanità e nelle Regioni più coinvolte sono stati costituiti dei gruppi operativi di studio e ricerca per individuare e proporre le soluzioni più conformi ed adeguate.
Le protesi DePuy sono identiche per gli uomini e anche per le donne, mentre è accertato che la costituzione fisica del bacino è naturalmente diversa, più ampia per la donna proprio per la maternità e quindi il peso del corpo si distribuisce sulle anche in termini differenti, motivo e ragione che in futuro le protesi all'anca non saranno più unisex
L’azione risarcitoria
In questa amara vicenda emerge con chiarezza che la responsabilità di quanto sta accadendo ricade sul gruppo multinazionale Johnson & Johnson al quale la DePuy, l’azienda produttrice delle protesi appartiene.
Vogliamo evidenziare che nella casistica attuale, possiamo affermare che oltre il 60% delle persone operate, non sono emersi al momento problemi di carattere fisico e ortopedico, di fatto non lamentano alcuni dolori.
La questione delicata, riguarda il livello e grado di contaminazione progressivo causato dall’attrito della testa del femore con la parte acetabolare installata nel bacino, risulta evidente che tale fatto determina conseguenze differenziate su ogni singola persona, ciò in rapporto alla specificità ed alle caratteristiche immunitarie attuali che naturalmente varieranno nel tempo in rapporto al progressivo invecchiamento.
Un dato sicuro e scientificamente inconfutabile con il persistere delle protesi, con un’attività fisica normale, il grado di contaminazione non potrà che gradualmente crescere.
Motivo e giustificata ragione che va via via, consolidando una precisa “corrente di pensiero” che suggerisce nei tempi e nelle modalità concordate con i propri medici di riferimento, la necessità di considerare in termini cautelativi e precauzionali, un intervento chirurgico mirato ad eliminare l’emanazione di particelle molecolari dannose al corpo umano.
La valenza del nostro prossimo incontro all’ Ospedale Mandic di Merate, è proprio concentrata nelle tecniche chirurgiche praticate per la soluzione del problema considerando la limitata invasività dell’operazione e la convenienza a salvaguardia della propria salute in prospettiva, con reimpianto protesico.
Tale passaggio, rappresenterà l’elemento inequivocabile per avviare le procedure che consentiranno a ciascuno dei pazienti rioperati di rivendicare un congruo e adeguato risarcimento del danno fisico procurato, con l’aggiunta negativa delle conseguenze tossicologiche subite e subende, in quanto è accertato che il grado di contaminazione non crescerà, ma solo nel tempo potrà essere gradualmente eliminato.
A tale scopo, l’Associazione indicherà dei propri medici legali di riferimento, i quali, in stretto rapporto con altri medici tossicologi, potranno valutare in termini congrui l‘entità del risarcimento che competerà singolarmente ad ogni paziente rioperato.
Per le persone che non riterranno rioperarsi, tale tematica risarcitoria, si riproporrà in altri termini medico legali da analizzare con perizie mediche appropriate.
Su questa tematica specifica sia i nostri legali, ma anche la struttura nazionale della Federconsumatori stanno definendo un protocollo di risarcimento che sarà oggetto di confronto con la DePuy  Johnson & Johnson.
Che fare?  Partecipazione e coinvolgimento  Costituzione Comitato Pazienti
Abbiamo già accennato alle dinamiche di approccio da noi adottate, assumendo un atteggiamento propositivo e prioritariamente orientato alla tutela della salute delle persone coinvolte, abbiamo inizialmente notato una certa prevenzione da parte dei dirigenti ospedalieri, subito superata negli incontri effettuati, accertando il nostro coerente atteggiamento.
Il 12 settembre us., abbiamo svolto il primo incontro all’Assessorato della Sanità della Regione Lombardia, con la presenza di tutti i funzionari competenti ed incaricati sul tema, il Dott. Baraldo, i legali della Regione, con la nostra delegazione anche il Presidente della Federconsumatori Regionale Gianmario Mocera.
Con nostra amara constatazione abbiamo rilevato un comportamento “reticente” nei nostri confronti, un atteggiamento ingiustificato in rapporto alla loro funzione di rappresentanti istituzionali, l’Assessore non era presente, tuttavia solo sul finale dell’incontro, siamo riusciti a scucire in parte alcune informazioni relative alla conoscenza dei dati circa la quantità delle persone operate ed in quali strutture Ospedaliere della Lombardia Pubbliche e Private.
Delle circa 1000 persone sottoposte ad implantologia all’anca DePuy sono da ripartire al 50% tra Ospedali Pubblici e Privati convenzionati con la Regione, l’Ospedale di Merate, di Treviglio, una parte anche all’Ospedale Riuniti di Bergamo ed infine il Gaetano Pini di Milano.
Rispetto agli Ospedali privati una chiusura ingiustificata e totale, tuttavia sappiamo anche per le persone che nel frattempo ci hanno contattato che di certo l’Ospedale San Donato Milanese ed anche l’Ospedale Sant’Anna di Brescia siano coinvolti, il confronto a livello regionale dovrà continuare
Concludo questa mia informazione evidenziando la necessità di nominare un Comitato di Pazienti che in termini operativi di volta in volta parteciperà agli incontri ed all’attività che l’Associazione riterrà più utili ed efficaci a svolgere un ruolo non solo di rappresentanza ma anche di studio di analisi e di proposta.
Voglio ringraziare la disponibilità del Sig. Brioschi Adelio di Paderno d’Adda, il Sig. Gerosa Donato di Casatenovo, il Sig. Lanfranchi Andrea di Suello, già nostro componente del Comitato Direttivo Provinciale, la Sig.ra Nobili Antonia di Casatenovo  a loro si aggiungerà il Presidente della Federconsumatori di Lecco e/o suo delegato.
Anche per tutte le altre persone a noi iscritte, non mancherà l’opportunità di dire la loro a partire da oggi, é tuttavia certo un coinvolgimento diretto almeno una volta all’anno in concomitanza della nostra assemblea annuale dei soci.
Grazie per l’attenzione, attendiamo il vostro contributo.
p. la FEDERCONSUMATORI  LECCO
Sergio Fenaroli

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